La “Sottomissione” di Emanuele Franz: un raffinato viaggio tra erotismo e mistica della donna-dea
Un libro dedicato alla… sottomissione. Proprio così. Si intitola infatti “Sottomissione. Storia e simbolo della sottomissione dai miti indiani a Leopold Von Sacher-Masoch” l’ultimo saggio scritto dal vulcanico filosofo-editore friulano Emanuele Franz, fondatore della Audax Editrice. Ma la copertina (opera dell’artista Saturno Buttò, che ha contribuito al libro con le sue illustrazioni) e il titolo non devono trarre in inganno: la sfera sessuale è solo una delle molteplici angolazioni da cui l’argomento è trattato in quest’opera.
“Sovente nei miei libri – spiega l’autore – propongo e analizzo tematiche fuori dal mainstream; per alcuni i temi che propongo appaiono temi anti-moderni, ciò è dovuto alla mia visione del tempo non lineare, ma come organismo vivente, in cui organi (epoche) di assoluto valore si pongono nel nostro cosiddetto ‘passato’. Temi pertanto spinosi e non politicamente corretti ritornano nelle mie opere filosofiche, alludo ad esempio al precedente mio lavoro ‘L’inganno della libertà. Discorso sovra la natura dell’arbitrio e della sua unicità’, in cui critico il concetto occidentale di libertà, unicamente intesa come un darsi piacere in un’ottica consumistica in contrapposizione a un altra libertà, quella dell’essere al servizio di ciò che sta fuori di noi. In un’epoca che ha fatto dell’emancipazione un culto, sorge quindi anacronistico proporre indagini filosofiche sulla sottomissione e sull’inganno della libertà. Dal mio punto di vista c’è una libertà del prendere, che io critico, e una libertà del dare, che io encomio a valore assoluto. La sottomissione, e questa parola fa meno paura di quanto sembra, dal momento che significa una ‘missione che sta sotto’, ovvero sia che regge l’intero edificio, è appunto un rimettersi ad altro, ad un quid fuori di noi; che sia Dio, un ideale, una donna divinizzata, la formula è quella di uno svuotamento di sé per far posto a ciò che sta sopra di noi”.
Già, ma cosa c’entra allora il sesso? Lo spiega sempre Franz: “Il ruolo dell’erotismo in questo mio lavoro è un ruolo non marginale, dal momento che pongo in relazione una potenza estatica, (ex-stasi, uscire da sé) con la mistica e con la letteratura erotica laddove essa si è richiamata ad una determinata sacralità. Prendiamo gli efebi a Sparta, che si facevano flagellare per la Dea Artemide fino a raggiungere un vero e proprio orgasmo, o i Coribanti, che si vestivano da donne e si fustigavano il membro per compiacere la Dea Cibele, la Mater Magna. Ma ancora, le pratiche di mortificazione e di umiliazione a cui si sottoponeva Santa Caterina Da Siena oppure Maria Margherita Alacoque, che definiva la sua umiliazione ‘un torrente di beatitudine’. L’analisi dei testi, delle memorie, dei diari dei Santi fa emergere una sorta di fil rouge: la dimensione dell’Eros, quando spogliata della vanagloria personale, quando diviene offerta di Sé, allora confina con le vette dei mistici. È il caso del culto della donna identificata come Dea, alla quale votare la propria sottomissione e umiliazione. Dai testi sacri del tantrismo alla letteratura cavalleresca nella mia analisi cerco di evidenziare questo: l’emergere di un codice che in ogni tempo e in differenti linguaggi ha avuto una sola natura”.
Emerge così il filo conduttore essenzialmente antimoderno della trattazione, anche per il concetto della donna che è proposto. “In questa ottica – prosegue infatti l’autore – lo studio di questo libro si propone anche in chiaro contrasto con il femminismo contemporaneo. Mentre la modernità ha relegato la donna, che rivendica la sua emancipazione, al mero aspetto del suo corpo, mercificato, ridotto a merce di scambio, a oggetto fungibile, la storia del Miti evidenziata nel mio ‘Sottomissione’ fa emergere come la donna sia sempre stata considerata una Dea, portatrice di un Principio Cosmico e metafisico e come questo abbia sempre dominato il maschile. La donna dunque è divina, non un corpo usa e getta, e degna della più alta adorazione”.
Già nel titolo si fa riferimento a una figura di fine ‘800, Leopold Von Sacher Masoch, da cui il termine “masochismo”… “Nel capitolo a lui dedicato – conclude Franz – mi propongo di sfatare l’equivoco generato dalla parola ‘sadomasochismo’ coniata da uno psichiatra austriaco che ha unito in una sola parola autori di epoche e nazionalità diverse (De Sade e Masoch) ma soprattutto con due visioni abissalmente differenti. Masoch infatti riprende i culti pagani della adorazione della Dea e parla di una sottomissione volontaria, a tratti religiosa, alla donna che viene elevata a divinità e resa degna di culto. Nulla a che vedere con la parola ‘masochista’ come è comunemente intesa quindi, i libri di Masoch, affermato scrittore austriaco di fine ottocento, sono pieni di richiami coltissimi ai culti antichi, al sacrificio di sé per quella donna amata e identificata con la Dea, che lo spasimante chiama Iside, Artemide, Afrodite e identifica con la natura tutta. A lei si vota, umilmente, spogliandosi del suo amor proprio fino a raggiungere una alterazione della coscienza simile a quella dei mistici. Una visione anacronistica, si diceva, in un mondo che parla di parità dei sessi”.
Già, in un’epoca in cui i ministri si premurano di verificare che i libri di testo scolastici non contengano frasi “sessiste”, quello di Franz è sicuramente un’opera sconvolgente. Ma, per chi è alla ricerca di un saggio raffinato e per nulla banale, vale sicuramente la pena lasciarsi sconvolgere.