Ci risiamo. Con il giuramento di Donald Trump, il tycoon statunitense è a tutti gli effetti, da qualche giorno, il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America e, alle nostre latitudini, un certo mondo, definibile come “l’area di destra”, è quasi unanimemente schierato in sua difesa. Così come avvenne nel quadriennio dal 2017 al 2021. All’epoca, a stimolare la fantasia dei sovranisti e conservatori italici, c’era, soprattutto, il “superconsulente” presidenziale Steve Bannon: cultore di Julius Evola, studioso di tradizioni spirituali orientali e occidentali, istigatore del populismo mondiale. Oggi il suo posto è stato preso da altri. In primis Elon Musk, il magnate neo-futurista che legge Junger, critica il pensiero woke e la denatalità ed è accusato di improbabili saluti romani in pubblico.

Ma chi è veramente Donald Trump? E davvero le sue priorità sono convergenti in toto con le aspirazioni del sovranismo di casa nostra? Bastano le critiche all’agenda gender e all’estremismo green a rendere il magnate dal ciuffo biondo, un uomo spregiudicato e dalla storia personale ricca di ombre, un’icona dell’anti-sistema? A porsi queste domande è, nuovamente, la casa editrice Cinabro, che già all’epoca della prima presidenza trumpiana aveva dato alle stampe il saggio corale “Inganno Bannon”. Opera che oggi esce in una versione aggiornata e con un nuovo titolo: “Trumpismo. La lunga marcia di MAGA da Bannon a JD Vance“. Il saggio, scritto coralmente da autori quali Valerio Savioli, Daniele Perra, Maurizio Blondet, Andrea Marcigliano, Gianluca Marletta e il professor Claudio Mutti, vuole per l’appunto indagare il cammino del movimento “Make America Great Again” anche attraverso i personaggi che, nel corso degli anni, lo hanno ispirato: detto di Bannon e Musk, ci sono anche Vance (l’autore di “Elegia americana” oggi vicepresidente), il genero presidenziale Jared Kushner, il co-fondatore di PayPal Peter Thiel e il blogger Curtis Guy Yarvin, questi due ultimi, peraltro, membri a pieno titolo di quella corrente filosofica dai tratti cyberpunk definita “Illuminismo oscuro”, di cui massimo esponente è il pensatore britannico Nick Land, autore di un libro omonimo.

Un’indagine, quella sugli uomini che affiancano Trump, sicuramente intelligente: non si possono capire gli obiettivi che si pone questo movimento senza capire quali siano le motivazioni profonde che guidano i suoi elementi direttivi, personalità con solidi legami nel cosiddetto “Stato profondo” americano (a dispetto della retorica anti-establishment) che, in un momento storico in cui l’egemonia statunitense è sfidata su più fronti, ha, come prima ambizione, quella di conservare questo primato e, se possibile, rilanciarlo. È questo che vuole il sovranismo? Chiederselo non può essere un tabù.

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