5G: il lato oscuro di una rivoluzione epocale nell’ultimo saggio di Pizzuti
Il 5G è un argomento sulla bocca di tutti. Se ne parla davvero ovunque ma pochi, in realtà, hanno compreso la reale portata di questa ventura rivoluzione tecnologica e, per certi aspetti, sociale. Una rivoluzione foriera, come noto, di molteplici controversie. Per una chiave di lettura “non allineata” e alternativa del tema si può rimandare all’ultima fatica letteraria di Marco Pizzuti, tra i più produttivi autori di saggistica di controinformazione. Un saggista che, solo in Italia, ha venduto oltre 200mila copie, con titoli pubblicati in 19 Paesi del mondo. L’ultimo lavoro, appena pubblicato da Mondadori, si intitola, per l’appunto “Dossier 5G. Inchiesta non autorizzata sulla rivoluzione tecnologica destinata a cambiare la nostra esistenza”: un saggio non conforme che, come di consueto per i prodotti di questo autore, eviscera in maniera più che approfondita la questione, grazie a una notevole attività di ricerca alla base.
Ma, per introdurre questo lavoro, forse, è opportuno iniziare dal principio. Ovvero da una domanda: che cos’è il 5G? “Il 5G – spiega Marco Pizzuti – è l’acronimo usato per la telefonia mobile di quinta generazione ma non si tratta solo di un upgrade della velocità di ricetrasmissione dati come nelle versioni precedenti perché le sue potenzialità, consentono di trasformare completamente il nostro modo di vivere quotidiano. Non a caso, è stato chiamato l’internet delle cose (Internet of Things da cui l’acronimo IOT) perché metterà in collegamento con l’intelligenza artificiale tutti i device elettrici ed elettronici che ci circondano e che stanno per essere immessi sul mercato. Iniziamo quindi con il dire che l’interesse economico intorno a questa tecnologia è enorme perché appena il 5G sarà utilizzabile a pieno regime, tutti i dispositivi elettrici attualmente in uso, diventeranno immediatamente obsoleti e l’industria sta preparando la loro sostituzione con la loro versione smart, ovvero 5G ready. Ma oltre all’upgrade dei vecchi prodotti, verranno immessi sul mercato anche una moltitudine di device completamente nuovi perché in teoria qualsiasi oggetto, dal pannolino per bambini che ti avvisa quando va cambiato allo specchio del bagno con sensori in grado di fare un check up medico del viso, qualsiasi oggetto, una volta connesso al 5G e all’intelligenza artificiale, può diventare ‘smart’. Le telecamere di sorveglianza potranno effettuare il riconoscimento facciale ad alta risoluzione e le città saranno più sicure contro la criminalità ma cambierà anche ogni settore lavorativo e di svago (digitalizzazione della filiera produttiva, dei servizi e delle attività ricreative). In sintesi, ogni attività umana è destinata a diventare ‘smart’: le fabbriche (smart factory), i trasporti (smart car, smart traine cc), la medicina (smart medicine con diagnosi e interventi chirurgici a distanza), l’agricoltura di precisione e così via per ogni settore. Nasceranno addirittura nuove forme di turismo come lo ‘smart tourism’ con cui potranno essere visitati a distanza, paesi e musei in modalità virtuale e con grande realismo. In pratica, con il 5G stiamo per essere catapultati in una nuova epoca ma come dice un proverbio, non è tutto oro quello che luccica e oltre a valutare le nuove opportunità che avremo a disposizione, dobbiamo valutare bene anche ciò che perderemo, a cominciare dalla privacy”.
Sul 5G, peraltro, esiste uno scontro geopolitico importante, che si inserisce nella contesa globale del momento, quella tra Cina e Stati Uniti. Questo perché, come spiega ancora Pizzuti, “anche dal punto di vista geopolitico-militare, il 5G si rivela di una importanza enorme. Con il 5G infatti, la società in cui viviamo verrà quasi completamente automatizzata e digitalizzazione. Vivremo nelle smart city e praticamente tutto verrà controllato attraverso la rete di quinta generazione. Ogni informazione e ogni attività svolta, sarà costantemente monitorata e gestita con il 5G e ciò significa che le società di telecomunicazione che gestiranno gli impianti di ricetrasmissione dati, saranno potenzialmente in grado di controllare e ‘spiare’ intere nazioni. Per gli Stati Uniti quindi, il fatto che la Cina possa occuparsi della rete 5G di alcuni paesi della NATO, costituisce un problema di primaria importanza strategica”.
Una rivoluzione tecnologica, dunque, che presenta aspetti e risvolti anche oscuri. Perché, come per ogni scoperta innovativa, anche il 5G si presta a essere impiegato per finalità che possono essere positive, ma anche di segno opposto. “Poiché il 5G è solo uno strumento – prosegue Pizzuti – dipende dall’uso che ne verrà fatto e secondo quali modalità. Sapendo però di vivere in una società globale dove l’1% della popolazione detiene più del doppio di 6,9 milioni di persone e in cui le elite economiche hanno acquisito un potere superiore a quello degli Stati, non nascondo una certa preoccupazione per il futuro. Personalmente ho una grande passione per la tecnologia, la scienza e le grandi novità ma nello stesso tempo, mi accorgo di riuscire ad abbattere lo stress solo la domenica mattina, quando sono davanti a qualche vecchio film in bianco e nero, che per me rappresenta una ‘finestra’ su un mondo che però non esiste più. Penso quindi, che se non possiamo tornare indietro, almeno dobbiamo fare i nostri passi in avanti con molta prudenza, soprattutto quando sappiamo che niente potrà più essere come prima. Faccio qualche esempio concreto. Stiamo entrando nella fase acuta del capitalismo della sorveglianza in cui le multinazionali e i governi che hanno accesso ai nostri dati personali, ci possono schedare e profilare fino al punto di arrivare a orientare e predire le nostre azioni come fa un mentalista ma con l’ausilio dell’intelligenza artificiale. Sarà un mondo inevitabilmente orwelliano ma chi controllerà il Grande Fratello? Che uso ne farà? Persino le relazioni commerciali saranno talmente diverse e con gli ‘smart contract’ (contratti digitalizzati gestiti dall’intelligenza artificiale) le parti contraenti potranno intervenire in tempo reale per modificare o applicare determinate clausole al verificarsi di alcune condizioni prestabilite. Così ad esempio, chi ha comprato la sua smart car con un finanziamento, potrà ritrovarsi con il motore bloccato al primo ritardo sui pagamenti….”.
A proposito di 5G si è spesso parlato (e lo fa anche questo saggio) di rischi per la salute e di “elettrosmog”. Che cosa significa? “Riguardo alle radiazioni non ionizzanti usate dalla telefonia mobile conclude Pizzuti – l’attuale normativa a tutela della salute prende in considerazione solo gli effetti termici (il riscaldamento corporeo), escludendo quelli biologici mentre la letteratura scientifica indipendente ha evidenziato numerose patologie indotte dalle radiofrequenze. Nel gennaio del 2020 infatti, la corte d’appello ha condannato l’INAIL al pagamento di una indennità a un dipendente della Telecom che per motivi di lavoro era costretto a stare 4-5 ore al giorno al telefono e che secondo la perizia dei consulenti medici, aveva sviluppato un tumore al nervo acustico come conseguenza di questa eccessiva esposizione. Con l’avvento del 5G il problema dell’elettrosmog si è ripresentato con forza maggiore perché le nuove frequenze non sostituiranno le precedenti (almeno non in tempi brevi) ma le affiancheranno e per questo motivo le compagnie telefoniche hanno già chiesto l’innalzamento degli attuali limiti di 6V metro fino ai 61V metro. Le preoccupazioni degli scienziati però non riguardano solo la quantità dell’elettrosmog ma anche la qualità, ovvero il tipo di bande utilizzate, perché le onde ad alta frequenza del 5G sono state associate a maggiori effetti biologici. Duecento autorevoli scienziati di tutto il mondo infatti, hanno chiesto una moratoria per la sospensione dell’installazione del 5G fino a quando non ci saranno degli studi sulla sicurezza. Nel frattempo, la Svizzera, Bruxelles, più di 200 comuni italiani e molte altre città del mondo, hanno bloccato le installazioni delle antenne. Tuttavia, visti gli enormi interessi in gioco di ordine commerciale, geopolitico e militare sorti intorno al 5G, è molto probabile che sui grandi media non potremo mai vedere un vero dibattito democratico alla pari con gli scienziati critici e nel mio saggio-inchiesta, ho raccolto le ricerche scientifiche e le interviste degli esperti che dovrebbero essere portare all’attenzione dei cittadini”.