Che ruolo hanno, nei miti del Nord Europa, il drago e l’eroe? Questa nemesi, che immediatamente trasporta la fantasia agli scenari gelidi delle saghe di Beowulf e Siegfried, è oggetto dell’ultimo ingresso nel catalogo di Cinabro Edizioni, che si intitola, per l’appunto “Il drago e l’eroe nei miti del Nord“. L’ultima aggiunta di quella collana “Paideia” che mira, come si può intuire dal nome stesso, a veicolare un messaggio educativo che si pone l’ambizioso obiettivo di formare i lettori nel solco dei principi e dei valori della Tradizione eterna.

La collana è diretta dall’archeologo, antropologo ed etnografo Mario Polia. Già docente di ‘Antropologia Medica’ presso la Pontificia Universidad Católica di Lima e di ‘Antropologia’ alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, il Polia, oltre a una notevole attività saggistica, è noto anche quale conferenziere sulle tematiche già citate. Polia, che all’interno della stessa collana ha già trattato con i suoi saggi il mondo del mos maiorum e delle gesta eroiche dell’antichità classica e la via del guerriero proposta dall’epica indo-aria della Bhagavad Gita, sposta quindi l’attenzione sulla civiltà germanica e norrena e sulle sue saghe.

Saghe in cui il drago rappresenta (e sarà proprio in questa veste proposto dal padre del genere fantasy, John Ronald Reuel Tolkien, nel suo “Lo hobbit”) la brama di potere propria della tensione egoica, cui è contrapposto lo slancio, integralmente ideale e disinteressato, dell’eroe, figura invece rappresentante della parte migliore dell’essere umano. La lotta contro il drago è, quindi, fondamentalmente una lotta interiore, una battaglia dell’uomo per consentire alle proprie qualità più elevate di emergere, neutralizzando invece le possibilità inferiori e limitanti dell’ego.

Quelle che, invece e purtroppo, sono dall’attuale società atomistica e veracemente anti-eroica, incoraggiate e alimentate. Un motivo in più per leggere questo libro. E apprezzarne il contenuto.

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