I tre livelli della piramide del potere. Tra realtà, fantasia e ipotesi “pitagoriche”
Devo ammettere che ho dovuto riflettere a lungo prima di scrivere questo breve articolo. Perché, pur avendo alle spalle anni e anni di analisi, letture e studi, il sottoscritto, curatore di questo blog, è un semplice comunicatore. Ma anche un curioso delle cose del mondo. Tra le altre, anche delle strutture che determinano, indirizzano e reggono gli eventi e i comportamenti del gregge umano, influenzandone la quotidianità, la cultura e la psicologia (individuale e sociale). Alcune di queste strutture sono immediatamente individuabili perché esposte come tali: la politica, i media, il sistema universitario e scolastico, il sistema economico e delle imprese, le religioni organizzate. Altre, invece, lo sono meno. Si tratta del cosiddetto back office del potere, quello che ispira le fantasie di dietrologi e complottisti. Che, in realtà, molto spesso non sono altro che persone che intuiscono spontaneamente come gli eventi più importanti che accadono non siano narrati in maniera completamente trasparente. Che vi sia un “non detto” rispetto a ciò che il mondo dell’informazione mainstream può spingersi a raccontare. Figurarsi in maniera più precisa cosa vi sia di “altro”, però, richiede fatica, studio e preparazione. Per questo non tutti ci riescono, scivolando talvolta, nel maldestro tentativo di darsi delle spiegazioni più profonde degli eventi, nell’arbitrarietà più fantasiosa e assurda. Quella del complottismo, per l’appunto.
Una cosa, però, che appare chiara è che, per analizzare gli accadimenti più complessi (guerre e crisi economiche, sociali e politiche, per fare alcuni esempi immediati) servano lenti diverse. Diversi livelli di analisi per penetrare i diversi gradini e linguaggi del potere, che questi fatti li fa accadere o che, comunque, si trova a governarli. Un po’ come quando, a scuola, ci insegnavano che, per comprendere la Commedia Dantesca, fossero necessari differenti livelli di lettura. Ebbene, chi qui scrive ritiene, senza alcuna pretesa di scientificità (per carità), che questi livelli possano essere, nel mondo contemporaneo, tre: politico-economico, geopolitico-finanziario e, infine, metapolitico. I primi due esistono innegabilmente, il terzo è frutto (se così vogliamo definirla) di un’intuizione, quasi “pitagorica”. Che si basa, essenzialmente, sulla perfezione intrinseca del numero tre. Sulla sua esistenza lascio a chi legge la facoltà di esprimersi e, perché no, contestarmi.
LA PIRAMIDE DEL POTERE: IL PRIMO LIVELLO
Il piano politico-economico, quello che è il primo gradino della nostra “piramide” del potere globale, è anche quello che può essere penetrato, nei propri retroscena, dalla maggior parte delle persone, non fosse altro per la grande disponibilità di informazioni al riguardo, reperibili anche attraverso i giornali più autorevoli e diffusi. Su questo piano si muovono, quali attori protagonisti, politici, imprenditori, sindacalisti, rappresentanti di associazioni di categoria e movimenti di opinione. La pianificazione degli eventi, in questo ambito, ricomprende solitamente un periodo breve (le scadenze elettorali, per esempio e per quanto riguarda i partiti) o medio (uno o due bilanci di esercizio, è il caso delle imprese). Le appartenenze e le rivalità dei diversi attori sono (o, per lo meno, appaiono) abbastanza chiare: ci sono politici di destra e di sinistra, dirigenti sindacali e capitani di industria e via discorrendo. I detentori del potere, a questo livello, ammantano la propria volontà di potenza di ideali e visioni, affinché il popolo (lavoratori ed elettori) sia spinto a dare loro il consenso o, comunque, a giustificare le loro scelte, sovente secondo logiche di tifoseria.
LA PIRAMIDE DEL POTERE: IL SECONDO LIVELLO
Salendo di un gradino, si trova il piano geopolitico-finanziario, quello del cosiddetto “Stato profondo”. Qui operano: comandanti in capo di potenze regionali o con proiezione globale, alti gradi militari, diplomatici, servizi di intelligence, banchieri, grandi lobbisti e manager di multinazionali. Per comprendere cosa accade, su questo piano, occorre una preparazione specifica o, per i privilegiati, una conoscenza più o meno diretta delle sue dinamiche. La pianificazione varia, a seconda dell’ambito: per la geopolitica i periodi sono il medio o lungo termine, per la finanza si va dal breve al brevissimo termine (un esempio sono le feroci e massive speculazioni ribassiste). In ambito geopolitico le appartenenze dei diversi attori possono sovrapporsi a quelle del primo livello (politico): così sarà possibile vedere leader di destra andare a braccetto, in virtù di alleanze rese necessarie dall’accaparramento di risorse energetiche o dalla geografia, con leader di sinistra, contro altri leader di destra e di sinistra di altri Paesi. Le interazioni tra i diversi interlocutori, su questo piano, non hanno alcun connotato idealistico: è pura volontà di potenza e pura gerarchia. Verso l’esterno, tuttavia e soprattutto in ambito geopolitico, si fa ampio uso dello storytelling, rivestendo le ambizioni di valori morali (esportazione della democrazia, diritti umani), patriottismo (difesa delle proprie minoranze etnico-linguistiche stanziate in nazioni confinanti), religiosità (guerre sante contro gli infedeli).
LA PIRAMIDE DEL POTERE: IL TERZO (PRESUNTO) LIVELLO

Di Martin Kraft – Opera propria, CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=16639627 (creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/legalcode).
Oltre a questo livello, però, è possibile, per l’intuizione “pitagorica” di cui sopra, presumerne ve ne sia un altro. Più occulto. Un livello metapolitico. Un livello che si situa, cioè, letteralmente oltre la politica. Ma anche oltre l’economia, la finanza, la cultura, la religione, la scienza, la tecnica, abbracciando tutte le branche delle attività umane, un po’ come la rosa posta al centro della suggestiva “Tavola rotonda” conservata nella Great hall del castello di Winchester (nella foto a lato, Nda) è al centro di tutti i raggi che da lei dipartono. Si tratterebbe, qualora esistente, di un livello sostanzialmente impenetrabile, dove le informazioni sarebbero appannaggio di cerchie ristrettissime. Determinare chi potrebbe muoversi al suo interno è impossibile (e del resto si sta formulando una mera ipotesi). Potrebbe trattarsi di ingegneri sociali per i quali il potere economico, ormai, avendone in abbondanza, avrebbe solo un interesse strumentale. Il fine, in tal caso, sarebbe inevitabilmente il dominio, la gestione della massa umana, con curiosità quasi etologica. Per questo la pianificazione dovrebbe essere necessariamente di lungo o lunghissimo periodo. Tra questo livello e quello precedente il rapporto potrebbe essere esemplificato, con una citazione cinematografica, dal rapporto tra Darth Vader (custode dei segreti dei signori Sith) e i generali dell’impero malvagio nella saga di Guerre Stellari. O, ancora, ricorrendo all’universo letterario di Tolkien, alla relazione tra Sauron e gli orchi. Ma, attenzione, guai a farsi trascinare nell’idea che i super-potenti della Terra siano necessariamente guidati da finalità maligne, che siano solo ed esclusivamente degli “illuminati neri”. La direzione in cui la comunità umana pare dirigersi, effettivamente, potrebbe facilmente indurre a questa considerazione. Ma, come le opere di fantasia ci hanno insegnato, dove ci sono i Sith o un Sauron ci sono sempre anche dei Jedi o un Gandalf. O, se non altro, conviene sperarlo.

