Più di 40 aziende europee a rischio crac il prossimo anno. L’allarme è di S&P che punta il dito contro la stagnazione dei consumi e la crescita del debito. L’agenzia di rating pensa che la forza finanziaria delle imprese peggiorerà ulteriormente, con due terzi dei settori industriali in fase di contrazione. Finora le imprese in Europa hanno sopportato la crisi finanziaria abbastanza bene. Una prosecuzione del trend negativo, secondo S&P, determinerebbe un peggioramento della qualità del credito e  una flessione dei ricavi. In un simile scenario diminuirebbe l’efficacia dei piani di risparmio sui costi.

Insomma, per le aziende che hanno un rating speculativo (cioè una valutazione inferiore alla «BBB-» il che significa che investire nelle loro obbligazioni presenta un rischio elevato simile a quello delle azioni) il 2013 potrebbe essere un anno più difficile del precedente. Con un merito di credito così basso riuscire a ripagare i propri debiti in una situazione di contrazione dell’economia potrebbe non essere semplice. Il tasso di insolvenza di questo tipo di compagnie potrebbe perciò aumentare di poco, al 6,8% del totale, coinvolgendo 49 società, ma se la recessione continuasse a mordere, il numero di imprese a rischio default aumenterebbe a 61 unità. A sorpresa, non è l’Italia uno dei Paesi nel mirino, bensi la Spagna e la Francia. In queste due nazioni il tasso di default delle aziende con rating speculativo supera il 40%. Per un semplice motivo: in questa fascia sono comprese molte imprese di servizi, esposte maggiormente alla frenata dei consumi.

Wall & Street

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