Finmeccanica e Saipem, l’oro della Patria
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Che cosa hanno in comune Saipem e Finmeccanica? Molte cose, purtroppo! Sono due società che hanno lo stesso azionista di riferimento: il Tesoro. Sono due società che all’estero conseguono gran parte del loro fatturato!!! Sono due società coinvolte in indagini della magistratura per episodi di presunta corruzioni che si sarebbero verificati proprio per conseguire commesse estere.
Sono tempi diffcili, c’è la campagna elettorale e (quasi) tutto l’arco costituzionale ne ha approfittato per fare propaganda. Sbagliando. Perché le conseguenze dirette delle azioni giudiziarie non sono tanto nell’iscrizione nel registro degli indagati di Paolo Scaroni e nell’arresto di Giuseppe Orsi, sono ben altre. Eccole qui:
1. Proprio Scaroni ha ammesso che Eni, prossimamente, potrebbe valutare la cessione del 42,9% di Saipem e concentrarsi esclusivamente sul settore petrolifero. Eni si gioverebbe di un minore sconto holding e di un deconsolidamento del debito. Saipem, invece, soffrirebbe per l’immissione sul mercato di un ingente quantità di azioni.
2. Il nuovo ad di Finmeccanica, Alessandro Pansa, probabilmente dovrà effettuare nuove svalutazioni e rivedere i piani di dismissione delle controllate, rallentandoli. Finmeccanica perderà credibilità sui mercati internazionali.
Chi ci guadagna? Quelli che hanno sussurrato al Financial Times e al Wall Street Journal che Eni tutto sommato poteva fare a meno di Saipem (già di per sé autonoma dalla casa madre). Ci guadagnano i competitor di Finmeccanica, che oggi hanno un concorrente più debole nel settore aerospazio & difesa. Per avere un’idea più chiara delle nefaste conseguenze dell’«incidente indiano» di Finmeccanica ci si può affidare alle cifre analizzate da Ihs Jane’s, un servizio americano di intelligence finanziaria specializzato nel settore Aerospazio & Difesa. Il gruppo di Piazza Montegrappa sta perseguendo in India opportunità di business che quest’anno sono stimate in più di 12 miliardi di dollari (9 miliardi di euro). Non ci sono solo gli elicotteri (gare del valore di circa 3 miliardi di dollari), ma anche gli aerei di Alenia Aeronautica (9 miliardi complessivamente per pattugliatori e trasferimento truppe). Infine c’è l’elettronica da difesa.
Quanto vale tutto questo considerato che l’importo di una commessa dispiega i suoi effetti in più anni? Secondo Ihs Jane’s, dal 2007 al 2011 Finmeccanica ha realizzato ricavi per 100 milioni dall’India, mentre 300 milioni all’anno erano attesi fino al 2015. Insomma, grazie ala magistratura di Busto Arsizio la holding che fa capo al Tesoro perde 900 milioni di ricavi complessivi nei prossimi tre anni. Non a caso il premier britannico David Cameron nel prossimo viaggio in India avrà a disposizione un’autostrada aperta per gli interessi di Bae Systems.
Chi ci perde? Rischiano oltre 110.000 persone!!! I 70.000 dipendenti di Finmeccanica (dei quali 16.000 ingegneri) e i 42.000 di Saipem (7.300 ingegneri). Non difendere gli interessi dell’Italia vuol dire mettere in pericolo i posti di lavoro di personale altamente qualificato.
Eni, Saipem e Finmeccanica sono un po’ nostre anche se non ne siamo azionisti. Se lo Stato decidesse liberamente di vendere le sue quote, si ridurrebbe un po’ il debito e forse anche le tasse. Ecco perché di queste monete d’oro della nostra patria un po’ di rispetto dovremmo averlo!
Wall & Street