Reduce da un “folle volo” e da una caduta, il mercato dell’oro sta segnando da settimane repentini cambiamenti di direzione. Un andamento da elettrocardiogramma, “laterale” per usare le parole degli analisti che continuano a dividersi su quali saranno le quotazioni dei prossimi mesi. Proseguiamo allora la galleria di interviste agli esperti avviata con Confinvest su che cosa fare con i Marenghi e le Sterline ereditate dai nonni e con Banca Etruria sull‘opportunità di puntare sui  lingotti, entrando nel mondo dell’ “oro di carta” con Massimo Siano, capo di Etf Securities in Italia e Francia. Parliamo in particolare della possibilità di scommettere sul biondo metallo sottoscrivendo gli “Etc” del settore: si tratta di strumenti finanziari dal funzionamento simile a quello degli “Etf” (i fondi passivi quotati in Borsa) perché, come questi ultimi, sono legati a un sottostante di cui replicano in modo esatto l’andamento. In pratica non interviene alcun gestore ad amministrare l’investimento, ma l’Etc “fotografa” l’andamento dell’oro: se le quotazioni del metallo biondo avanzano, l’Etc aumenta di valore e viceversa in caso opposto. La mancanza di un gestore permette di contenere i costi all’osso, cui si aggiunge il vantaggio fiscale  di compensare le eventuali plusvalenze fatte con gli Etc con la batosta subita su azioni o obbligazioni in Piazza Affari.

 


Che cosa consiglia agli italiani che hanno investito in lingotti o nei fondi aurei durante la crisi?

«Per chi desidera proteggere il proprio  patrimonio da un aggravamento della crisi c’è solo uno strumento a mio giudizio: l’oro. Il mercato sta speculando sull’uscita dalla crisi finanziaria, la diversificazione in oro serve per coloro i quali pensano: “Non si sa mai cosa succede, nel dubbio mi proteggo dall’inflazione”».

In  questo momento quali sono i punti di forza e le criticità del settore?

«Le stesse di prima, ovvero quando il mercato vede la ripresa l’oro tende a scendere e viceversa. Attenzione, però, che il mercato non sempre ha ragione e molto spesso si è illuso. Basta un minimo dato pessimista per farlo cambiare d’umore».

Quanta parte del patrimonio mobiliare di un buon padre di famiglia ritiene dovrebbe essere affidato a questo bene rifugio?

«È consigliabile che l’oro abbia un peso prossimo al 5% del portafoglio, nell’ambito di un’esposizione complessiva alle materie prime fino al 10%».

Qual è l’orizzonte temporale minimo necessario e quanto può rendere? 

«Il periodo minimo necessario è di cinque anni. Io credo che il metallo giallo nel lungo periodo sarà di nuovo protagonista, direi oltre i 2000 dollari l’oncia».

 

Vediamo un “giardinetto” tipo?

«Tutto dipende dalla propensione al rischio del singolo cliente e anche dall’orizzonte temporale dell’investimento. Una persona anziana dovrebbe investire in un portafoglio meno volatile e rischioso di una persona giovane».

 

Perché scegliere di sottoscrivere un Etc, rispetto all’acquisto diretto di Sterline, Marenghi o lingotti?

«Perché è molto più facile e liquido. Basta un click per comprare o vendere e con i migliori prezzi».

 

A quanto ammontano le commissioni?

«Non abbiamo commissioni di performance in entrata e in uscita. I nostri Etc sono totalmente passivi, cioè replicano un indice indipendente cui sono agganciati senza l’intermediazione di alcun esperto. In sostanza l’unico verso gestore è il cliente che decide quando comprare quando vendere il prodotto».

I piani di accumulo in oro possono rappresentare un buon approccio all’oro?

«Certamente si. Io direi non solo sull’oro ma in generale anche su azioni ed obbligazioni».

Il canale bancario italiano non ha mai dimostrato grande amore per gli Etf e gli Etc, probabilmente distratto dall’obiettivo di collocare i fondi prodotti in casa e incassare le relative commissioni. Quali sono le possibilità a disposizione di chi vuole acquistare “oro di carta”? La compravendita via web è sicura?

«Le banche online offrono delle ottime piattaforme  per comprare l’oro fisico in Borsa, non conosco accessi più facili e sicuri. Le banche tradizionali sconsigliano gli Etf perché sono arrivate in ritardo su questi prodotti che hanno un’economia di scala».

Quali domande dovrebbe porre un risparmiatore al proprio intermediario prima di procedere all’acquisto? Come si riconoscono quelli più qualificati?

«È opportuno affidarsi a quanti offrono il miglior spread tra il prezzo di acquisto(“denaro”) e quello di vendita (“lettera”). La domanda da porre è invece: “Per quale motivo alcuni gruppi finanziari spingono determinati prodotti oggettivamente più cari? Quale interesse hanno a comportarsi in questo modo?”».

 

Etf Securities propone diversi prodotti: dai fondi con l’oro fisico depositato a quelli legati ai future fino a quelli a leva. Per quali tipologie di clienti considera più adatta ciascuna di queste soluzioni?

«Ai piccoli risparmiatori consiglio di andare sugli Etc che come il “Dowjones Ubs all commodities (il tiker è “comf Mi)” così da permettere loro di diversificare, anche a fronte di un patrimonio limitato,  non solo “sulle materie prime” ma anche “tra le materie prime”. Agli istituzionali, che possono contare anche su numerosi studi e analisi, consigli al contrario di puntare sulla materia prima specifica, come l’oro. La competenza non si improvvisa».

Come viene calcolato l’eventuale capital gain? Va trascritto sulla dichiarazione dei redditi?

«No. Gli Etc non sono fondi e sono tassati al 20% solo sul capital gain, senza dichiarazione e con la possibilità di compensare i guadagni con le perdite pregresse entro quattro anni. Gli Etc fiscalmente sono meglio degli Etf senza dubbio».

 

Conviene diversificare su fondi legati al platino, considerato che negli ultimi tre anni è stato un po’ meno volatile dell’oro, o su altri metalli? E su quelli sulle pietre preziose?

«Platino e palladio e pietre preziose mi piacciono meno dell’oro. Ma è un mio punto di vista».
Wall & Street

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