Letta e Amazon mandano i negozianti in bolletta
Tra tasse, adempimenti burocratici dall’utilità quasi nulla e la concorrenza di grandi magazzini, gli italiani pronti ad avviare un negozio sono sempre di meno. A scoraggiare, a dispetto di un Paese prigioniero di una disoccupazione prossima al 14%, è poi la consapevolezza che si tratta di un attività a rischio di insuccesso, complice la crescente quota di shopping passata all’online, dai colossi Amazon ed eBay, ma anche d gruppi in crescita come Saldiprivati.
La mancanza di persone pronte ad aprire un esercizio commerciale è evidente dall’andamento delle compravendite e degli affitti del comparto, ancor prima che, con il credit cruch, le banche lasciassero definitivamente a secco giovani e padri di famiglia.
Dal 2005 le compravendite di negozi in Italia sono infatti costantemente calate, a esclusione di due trimestri nel 2007 e 2011. Dal 2004, ultimo anno con il segno positivo, gli acquisti si sono più che dimezzati (-55%): il calo più pronunciato – secondo il centro studi del portale immobiliare Casa.it – è nel Nord Italia (-60%) seguito dal Centro (-54%) e dal Sud (-52%). Guardando alle singole province le performance peggiori lo scorso anno sono per Napoli (-28%), Genova (-22%), Milano (-14%) e Roma (-13%); in positivo Bologna (+3%), Firenze (+15%) e Palermo (+12%).
Negli ultimi dodici mesi l’offerta di negozi in vendita ha continuato a crescere, sfiorando un rialzo del +30%, mentre la domanda è scesa di 12 punti percentuali. Nello stesso periodo, l’offerta di negozi in affitto è aumentata del 21%, mentre la domanda è scesa del 18 percento. L’unico segnale positivo è stato registrato a gennaio 2014, quando la domanda per gli affitti ha segnato un +1,2% rispetto a un anno prima.
I costi più elevati per acquistare o affittare un negozio rimangono quelli richiesti nel centro di Venezia (affitto 1.400 euro al metro quadro all’anno, acquisto 18.000 al mq), seguito da Roma (710/10.200 euro), Milano (650/9.800 euro ) e Napoli (490/7.100 euro).
Il rendimento medio annuo al lordo delle imposte dei negozi si attesta al 7%, con il picco di Venezia. Per contro le città con la discesa dei canoni d’affitto più pronunciata sono Torino (-8,6%), Taranto (-8,4%) e Salerno (-7,7%) mentre i maggiori tagli ai prezzi di vendita sono stati registrati a Genova (-8,8%), seguita ancora da Taranto (-8,7%) e Salerno (-8,3%).
Continua invece a fare buoni affari chi possiede location nelle vie della moda, i canoni di affitto richiesti a Roma e Milano sono al 6° e 7° posto su scala mondiale: in via Condotti e in via Montenapoleone, infatti, i canoni annuali per mq. ammontano rispettivamente a 7.800 e 7.500 euro, contro i 25.000 euro di Causeway Bay (Hong Kong), i 20.700 euro di New York sulla Fifth Avenue, i 13.300 euro di Parigi-Champs Elysees, gli 8.800 di Londra-Bond Street e gli 81,00 euro di Tokyo-Ginza.
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