#Brexit, l’Italia vince se guarda a Est
Dopo la Brexit, l’Italia ha buone probabilità di attrarre aziende ed istituzioni europee al momento basate a Londra, come ad esempio l’Agenzia europea per i medicinali (Ema) che dovrà trovare una nuova sede in un Paese dell’Unione. Il forte tessuto industriale farmaceutico, secondo la società di consulenza Frost & Sullivan, mette l’Italia tra i Paesi meglio posizionati per offrire all’Ema un territorio ottimale dove poter collaborare con industria, ospedali d’eccellenza e start-up innovative. La presenza in Italia dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (l’Efsa che ha sede a Parma) potrebbe altresì aiutare ad attrarre l’Ema, dal momento che a livello globale emerge un chiaro trend verso l’integrazione dell’alimentazione nel mondo della salute. Lo sviluppo innovativo degli additivi alimentari – prodotti in gran parte da aziende del settore pharma – potrebbe trarre beneficio da una concentrazione di questi due enti in Italia. Ciò porterebbe ad un nuovo polo dell’innovazione in Italia e di conseguenza ad un rientro di talenti brillanti e giovani nel nostro Paese, un capitale umano di cui l’Italia ha forte bisogno.
Da un punto di vista politico, l’uscita della Gran Bretagna potrebbe portare ad un ribilanciamento verso Est dell’Unione europea, accelerando il processo di adesione dei Paesi balcanici ed alla riduzione o cessazione delle sanzioni verso la Russia, spinte in particolar modo da Londra. Secondo Philipp Reuter, direttore Regione Mediterranea di Frost & Sullivan, «una rivitalizzazione dei rapporti con la Russia porterebbe all’Italia molti effetti positivi, come anche l’allargamento dell’Unione verso l’altra sponda dell’Adriatico». Questi effetti indiretti della Brexit potrebbero determinare un impatto positivo sull’industria del lusso, dei trasporti, del navale e del terziario Made in Italy. Occorre ricordare che nel medio termine la Brexit determinerà rischi e costi aggiuntivi. «L’essenziale di queste sfide è la velocità di risposta da parte delle aziende e del governo», aggiunge Reuter ricordando che «molte aziende dovranno rivedere i propri piani strategici e valutare attentamente gli impatti diretti ed indiretti dell’uscita del Regno Unito». In particolare, occorrerà monitorare attentamente l’andamento dei negoziati tra Stati Uniti ed Unione Europea del trattato commerciale transatlantico Ttip, che incontra molte opposizioni in Europa e altrettante dal candidato presidente Donald Trump.
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