Il prezzo della resa

Pubblichiamo una nuova analisi dell’esperto di comunicazione Fabrizio Amadori sulla guerra tra Russia e Ucraina.   «Oggi si vedono soprattutto due potenze darsi da fare per sostenere l’Ucraina. Una sono gli Stati Uniti e l’altra è il Regno Unito. Entrambe tali potenze hanno fornito armi di difesa a Kiev e sono pronte a spingersi oltre, a fornire anche armi di offesa, con buona pace di chi sostiene che dato che l’Ucraina è destinata a perdere tanto vale che lo faccia subito così da evitare ulteriori, inutilissimi spargimenti di sangue, anche se a dettare le condizioni di pace fossero gli invasori […]

  

L’Europa produce mostri

  La scelta di sostenere il progetto dell’Unione Europea e della moneta unica, seppur con forme diversamente critiche, da parte dei partiti tradizionali italiani, Pd in primis, non ha pagato. M5S e Lega sono i veri vincitori elle elezioni italiane, cioè proprio i due movimenti che non avevano mai nascosto diffidenze e antipatie nei confronti della costruzione burocratica di Bruxelles, dell’euro e della politica fatta di pareggi di bilancio e tasse. Quel tipo di cecità tecnocratica è, secondo noi, la principale responsabile della situazione attuale. In fondo, a Bruxelles hanno creato solo mostri: Nigel Farage e l’Ukip alfieri della Brexit, lo sgangherato […]

  

Perché le previsioni economiche fanno flop

Nel novembre 2008 la regina d’Inghilterra fece ai professori della London School of Economics una semplice domanda: «Come mai non avete previsto la crisi?». Il silenzio in sala non fu ben augurante. Nessun professore aveva scritto una riga che potesse anche solo lontanamente presagire il crollo finanziario. Il caso fece cronaca e rimbalzò sui giornali di mezzo mondo. Da li in poi però le cose non sono andate molto meglio. Prendiamo ad esempio l’Italia. Le stime di crescita indicate dai centri studi dei ministeri economici tra il 2008 ed il 2014 evidenziano uno scarto del 14,3 per cento. Si registra una […]

  

Dove vai se l’uomo forte non ce l’hai?

Le cronache quotidiane ci fanno prendere confidenza con un termine politologico anglosassone: «figurehead», che letteralmente indica la polena delle navi, ma metaforicamente è utilizzato per descrivere le leadership caratterizzate da una grande forza tanto decisionale quanto di immagine. L’ultimo personaggio in ordine di tempo a potersi aggregare alle figurehead che caratterizzano la scena politica globale è Marine Le Pen che ieri sera ha destato una buona impressione durante il dibattito con Emmanuel Macron, sfidante centrista accreditato della vittoria. Come ha spiegato bene Andrea Goldstein, managing director di Nomisma, la diagnosi di Le Pen «è che solo un ritorno del patriottismo […]

  

Quanto (ci) costa la Brexit

Tutti pagheremo il conto della Brexit. Oggi la Gran Bretagna ha consegnato al presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, la lettera con la quale invoca l’articolo 50 del Trattato dell’Unione dando il via alla formale secessione dall’Unione europea. Il premier Theresa May nella missiva ha sottolineato che Londra non farà più parte del mercato unico e che è «necessario concordare le condizioni della nostra futura partnership contemporaneamente a quelle del nostro ritiro dall’Ue». Tuttavia, ha aggiunto, «se lasceremo l’Ue senza un accordo, la nostra posizione di base è che dovremo commerciare alle condizioni fissate dal Wto (Organizzazione mondiale del commercio)», mentre […]

  

Brexit, un affare per Milano

Mercoledì 29 marzo il premier britannico, Theresa May, invocherà l’articolo 50 del Trattato di Lisbona, la norma che mette in moto la secessione di uno Stato membro dall’Unione europea aprendo due anni di negoziati per completarla. Questo significa che entro il 29 marzo 2019 Londra sarà fuori definitivamente dall’Ue, salvo che la Scozia riesca a indire entro quella data un altro referendum independista che, come conseguenza, avrebbe il remain di Edimburgo. Secondo uno studio elaborato dal Ceps per conto del Parlamento europeo, la perdita di Pil dal 2019 al 2030 determinata dalla Brexit sarà compresa tra lo 0,1 e lo […]

  

Viva Paperone!

L’Agenzia delle Entrate, sulla base dell’ultima legge di Bilancio, ha emanato il provvedimento operativo della norma studiata per attrarre in Italia la residenza dei «grandi contribuenti». Si tratta di un provvedimento ad hoc che riguarda solamente i contribuenti persone fisiche (quindi non le società) che di fatto trasferiscono la residenza fiscale in Italia. Tali persone non devono essere però state residenti in Italia in almeno 9 dei 10 periodi di imposta che precedono l’inizio del periodo di effettiva validità dell’opzione. La flat tax colpisce gli effettivi redditi prodotti all’estero mentre, ad esempio, non si applica alle plusvalenze realizzate con la […]

  

Mercati, cosa fare con Trump

Se la vittoria di Donald Trump alle elezioni presidenziali americane vi ha sorpreso e il calo delle Borse mondiali vi sgomenta perché non avevate adottato «coperture» adatte in caso di scossoni, questo è il momento di rivedere le strategie di investimento. In primo luogo, niente panico: i movimenti speculativi in caso di esiti inattesi di consultazioni politiche (vedi Brexit) sono ormai pane quotidiano. In secondo luogo, rincuoriamoci con un po’ di statistica guardando a Wall Street. Il grafico a lato, elaborato da Source, evidenzia che storicamente i presidenti repubblicani sostenuti da un Congresso e da un Senato con maggioranze solide […]

  

La scommessa “Emergente”

  Se le Borse europee continueranno a essere alle prese con il contraccolpo della Brexit su un pil  del vecchio continente già flebile e con l’ormai certo rialzo dei tassi da parte della Federal Reserve al massimo a dicembre, peraltro con Wall Street ai massimi storici, c’è una parte dell’economia mondiale che continuerà a crescere a ritmi sostenuti. O Meglio dovrebbe accelerare da qui a fine anno, e forse anche nel 2017, offrendo interessanti occasioni per diversificare il portafoglio di ciascuno di noi: si stratta dei titoli dei mercati emergenti. Attenzione però, stiamo parlando di un investimento di tipo speculativo, […]

  

#Brexit, banche senza salvagente

Ora che Angela Merkel ha detto ufficialmente no a una revisione della normativa comunitaria del bail in dopo la Brexit, per le banche italiane c’è da aspettarsi un periodo difficile.  Gli istituti di credito, afferma l’analista di Swissquote Yann Quelenn, sono «le vere vittime della Brexit». Sbaglia chi, in primo luogo la cancelliera, pensa che nell’occhio del ciclone ci siano solo Italia e Gran Bretagna perché anche colossi del calibro di Deutsche Bank e Commerzbank sono stati colpiti dalle vendite, anche se la prima vittima è stata UniCredit che ha sofferto sia per la Brexit sia per l’incertezza causata dalla mancanza di una […]

  

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