Abbiamo già scritto che gli esperti del Centers for Disease Control and Prevention (CdC) degli Usa hanno osservato che il vaccino anti influenzale di quest’anno è stato formulato in modo poco preciso, non ė compatibile con i virus che stanno circolando. Qui.

Ora, grazie all’ottimo articolo di Claudia Grimaldi su Assis (cliccate qui), scopriamo che gli inglesi hanno valutato che a metà stagione l’efficacia del vaccino è stata solo del 3,4% e che l’immunità verso un particolare ceppo, il sierotipo A/H3N2 , è addirittura negativa ( -2,3 %, cioè sono ricorse alle cure mediche più persone vaccinate e colpite dall’ A(H3N2) che persone non vaccinate e colpite dallo stesso virus).

Leggiamo, a riprova, il bollettino della eurosurveillance.

Dunque, gli scienziati hanno sbagliato. Succede a tutti di commettere errori. Però inglesi e americani non temono la sincerità: divulgano i dati con correttezza e ne fanno tesoro per il futuro. Noi invece abbiamo un ministero della salute che ha imboscato – e continua a tener nascosti – i bollettini del CdC (non ve n’è traccia nè sul sito del ministero nè su quello di Aifa) e una tivù di Stato che ha orchestrato una ridicola propaganda nel salottino di Bruno Vespa: Luca Pani e Walter Ricciardi si sono vaccinati due volte davanti alle telecamere.

Riflettiamo: lo Stato rimborsa le spese dell’anti influenzale a un’ampia fetta di popolazione (qui), quest’anno il denaro pubblico destinato al vaccino ė sfumato in un’operazione inutile (a Pani e Ricciardi abbiamo addirittura regalato una dose doppia) ci chiediamo: è previsto un risarcimento al sistema sanitario che ha acquistato lotti di vaccini che non funzionano? In qualsiasi azienda, chi sbaglia paga. Da noi?

Andiamo avanti.

Riflettiamo ancora sui dati raccolti dal CdC: quando un vaccino è formulato bene (non come quello di quest’anno) e risponde ai virus circolanti, “può ridurre il rischio di influenza del 50-60%”.

Se ne deduce che, tutti gli anni, le nostre tasse foraggiano un sistema di protezione dall’influenza che funziona in un caso su due.

Non è finita. Che caratteristiche ha la persona sulla quale il vaccino ha effetto?

Sentite, sempre secondo i Cdc: “In generale, il vaccino anti influenzale funziona meglio tra gli adulti sani e i bambini più grandi. Alcune persone anziane e/o con patologie croniche possono sviluppare una minore immunità rispetto ai bambini e agli adulti sani dopo la vaccinazione”.

Conclude Assis: “Quindi il vaccino se funziona, quando funziona, nella percentuale minoritaria dei casi in cui funziona, lo farà principalmente tra gli adulti sani, vale a dire tra quella parte di popolazione che è a minor rischio di sviluppare complicazioni causate dall’influenza”.

E allora perché dobbiamo insistere ad acquistare i vaccini anti influenzali con il denaro pubblico? Sarebbe molto più onesto che quest’anno il ministero si rivalesse sui produttori e ci restituisse la quota spesa in una campagna inutile e bugiarda.

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