Cronache rurali dal fronte NATO

Nel mio articolo del 22 Maggio 2024 (qui), intitolato “Gavte la NATO” (pronuncia: “gaute lanato”), affrontavo il crescente fervore bellico che si diffondeva in Europa.
Portavo allora alcuni esempi, uno su tutti, il vertice di Parigi del 26 Febbraio 2024, quando il presidente francese Emmanuel Macron aveva dichiarato che gli alleati erano pronti a fare “tutto il necessario” per impedire alla Russia di vincere contro l’Ucraina.
Sottolineavo come, dopo la Seconda guerra mondiale, l’egemonia americana avesse garantito all’Europa decenni di pace e benessere, ma ora che quell’egemonia vacillava, il nostro continente sembrava aver smarrito il senso di sé. Criticavo la decisione del 14 Giugno 2021 di estendere in futuro l’alleanza militare anti-russa all’Ucraina, nonostante il significato stesso del nome Ucraina = terra di confine.
I media occidentali scelsero di oscurare quella notizia, rendendo impossibile una lettura coerente degli eventi successivi:
1. Lo scritto pubblicato il 12 Luglio 2021, nel quale Vladimir Putin rivendicava l’unità storica tra Russia e Ucraina. Era un articolo pseudo-storico, ma era anche un avvertimento da non ignorare.
2. Le esercitazioni NATO in territorio ucraino, dal 28 Giugno al 10 Luglio 2021, poi ancora dal 17 al 30 Luglio, e infine dal 20 Settembre all’1 Ottobre.
3. L’invasione del 24 Febbraio 2022, arrivata dopo il rifiuto di Jens Stoltenberg, segretario generale NATO, di escludere la futura adesione dell’Ucraina nell’alleanza atlantica.
In Europa, l’opinione pubblica fu spinta a credere che Putin fosse pazzo. Giù al bar del paese si fantasticava sul suo aspetto fisico: gonfio di cortisone, malato terminale, fuori dalla realtà. Secondo alcuni, un sosia ubriacone, ebbro di paraflu.
Nel mio Gavte la NATO osservavo come la geopolitica fosse stata progressivamente abbandonata dagli europei, piegati agli interessi degli egemoni. Con l’arrivo di Donald Trump, gli egemoni hanno infine gettato la maschera, ignorando le loro responsabilità, e addossandoci tutti i costi.
Prendete le mie parole per quello che valgono. Io resto un povero contadino “neo-rural” fallito. Al mattino mungo la mia ultima capra rimasta (le altre me le sono mangiate) e bevo il suo latte rancido. A mezzogiorno trascino le ossa su una Fiat Duna del ’93, e vado a nuotare nella piscina di Asti.
Ho urgente bisogno che un esperto smentisca queste mie tesi ignoranti: sarà il benvenuto in questo blog. Ma mi raccomando: uno alla volta!
P.S. Attribuisco al mio enorme e inspiegabile fascino il privilegio di essere amato da una donna molto più giovane, bella e intelligente di me.
