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25Ago 25
La morale delle fionde
Dopo gli stravolgimenti degli ultimi anni, molti di noi si sono arroccati su posizioni tribali. Trovo incredibile che, all’evolversi degli eventi, le opinioni rimangano immutabili.
Uno degli errori logici più subdoli di questi tempi è il post hoc, ergo propter hoc: dopo di x, quindi a causa di x.
Un esempio banale: Sergej e io eravamo compagni di merende, ma da quando mi ha ficcato intenzionalmente un dito nell’occhio, la nostra amicizia si è interrotta. Per onestà intellettuale, dovrei chiedermi perché Sergej abbia commesso un gesto del genere, ma questo passaggio delicato è stato rimosso nella morale contemporanea.
Cercare le cause è diventato sinonimo di accondiscendenza, quindi è inaccettabile. L’unica vera ragione dell’intemperanza di Sergej è che, vent’anni fa, io sia stato tanto ingenuo da farlo diventare mio amico.
Sergej era il mio fornitore naturale di gas a buon mercato. Ora che lui mi ha deluso, sono tornato dal mio unico, vero, grande amico: Sam. Curiosamente, anche Sam è fornitore di energia. Il suo gas fa schifo, la procedura per estrarlo è anti-ecologica, me lo consegna liquido anziché aeriforme, e costa molto di più. Ma io a Sam ci voglio tanto, tanto bene, e poi mi vende anche le fionde per difendermi da quel pazzo di Sergej.
Le fionde di nuova generazione avranno un “kill switch” (qui) che il mio amico Sam attiverà da remoto, nel caso che io le ruoti inavvertitamente di centottanta gradi, puntandole contro il nemico sbagliato.
Insomma, io oggi vivo tranquillo: sono senza gas, ho fionde che non posso usare, ma ho ritrovato il vero significato della parola “libertah”.
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