Parole come macigni
Cominciamo il 2025 con i titoli ingannevoli su quasi tutti i giornali: stop al gas russo.
Scritto così sembra che Vladimir Putin usi il gas come arma impropria. E’ falso. E’ stato Zelensky a mettere il veto sul transito del gas russo attraverso l’Ucraina, e lo aveva già annunciato nella conferenza stampa del 19 Dicembre 2024: «Non permetteremo {ai Russi} di guadagnare ulteriori miliardi con il nostro sangue. Qualsiasi paese al mondo che compra a buon mercato dalla Russia finirà per diventarne dipendente».
Ricapitoliamo: il gasdotto Nord Stream era opera del Diavolo, perchè trasportava in Germania gas a buon mercato attraverso il Mar Baltico, tagliando fuori i Paesi dell’est europeo. Per non dipendere dalla Russia, strategica e complementare alle principali economie della UE, pendiamo dalle labbra di un Paese che non lo è affatto, a giudicare dall’allergia degli agricoltori europei quando sentono parlare dei prodotti ucraini.
Immagino le accuse: sei un putiniano bastardo! In un argomento analogo, qualche settimana fa fui travolto da autorevoli parole come macigni, scagliate da Federico Rampini contro la categoria di gente come me: «Biden non è stato il falco che aizza gli ucraini a combattere una guerra per procura, secondo la caricatura in voga tra sedicenti pacifisti, russofili e putiniani» (Corriere della Sera, 17 Novembre 2024).
Sanguinante nell’anima, e quasi morente, fui salvato pochi giorni dopo dalle parole di un probabile infiltrato russo che confermava la mia tesi: «Ammettiamolo: {in Ucraina} stiamo conducendo una guerra per procura» (Telegraph, 28 Novembre 2024).
Il suo nome era Boris. Agente Boris Johnson.