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Da sempre siamo stati abituati ad ancorarci alle nostre certezze, mentre dopo l’emergenza Covid-19 dovremo accettare di essere fragili e acquisire la consapevolezza che ciò che ci guiderà verso il futuro sarà la nostra capacità di dubitare. L’immaginazione dovrà guidarci nella ricerca delle ipotesi di scenari plausibili, attraverso cui costruire le azioni di adattamento agli scenari che ci troveremo di fronte.

I manager si sono trovati nell’occhio del ciclone, tra l’urgenza delle nuove regole da introdurre in azienda e la necessità di preservarne l’efficienza, senza mai cedere alla paura dei fallimenti e continuando a produrre idee per il futuro. Un’indagine, promossa da Cfmt (Centro di Formazione per il Management del Terziario) e Manageritalia e condotta da Astraricerche su 1026 manager del terziario, ha evidenziato innanzitutto una profonda attenzione nella lettura del contesto di lockdown e nella conseguente stesura di piani e soluzioni a breve e medio periodo. Ad esempio una prima evidente constatazione è data dallo spostamento, per certi aspetti tanto radicale quanto inaspettato, verso modelli di business «a distanza». Nel giro di pochi giorni, le persone hanno intensificato enormemente il loro uso di tecnologie che consentono l’apprendimento, il lavoro, i servizi e i consumi a distanza.

Nicola-Spagnuolo-direttore-CfmtMa tale modello progredirà ulteriormente nel periodo post crisi? «Non lo sappiamo con certezza ma le aziende ed i loro manager dovranno avanzare ipotesi muovendosi nell’incertezza, governandola», spiega Nicola Spagnuolo, direttore di Cfmt, sottolineando che «ciò che le aziende non potranno e non dovranno fare è rimanere ferme, inerti». In presenza di elevati livelli di incertezza, è necessario agire a velocità elevate. Occorrerà che i manager orientino le scelte delle aziende alla velocità piuttosto che alla perfezione. Dovranno imparare a correggere e migliorare le proprie risposte man mano che si diraderanno le incertezze e gli scenari che si imporranno faranno emergere più informazioni. «In un mondo così complesso è incerto, dovranno dotarsi di nuovi strumenti di pensiero e valorizzare maggiormente la loro capacità di immaginare: per fare cose nuove o per fare le stesse cose diversamente, dovranno imparare a pensare in modo differente; operare con una visione orientata al futuro ci permetterà di imparare ad abbracciare l’incertezza e a valorizzare la diversità che cominceremo a considerare un elemento di ricchezza e non più un problema», aggiunge Spagnuolo.

La survey ha rivelato che la priorità dei manager durante il lockdown è stata quella di gestire le paure e le speranze dei propri collaboratori, ma subito dopo hanno iniziato, nell’ordine:

  1. a rivedere i budget e i conti previsionali per l’anno in corso quando il Coronavirus non era ancora noto
  2. a pensare in modo strategico
  3. a rivedere i modelli di business ponendo al centro la tecnologia come driver del cambiamento.

L’ordine delle competenze prioritarie per cavalcare i cambiamenti futuri è mutato e continuerà a mutare nei prossimi mesi e nei prossimi anni. «Non basterà tuttavia investire solo in competenze tecniche verticali, per quanto in molti casi esse risulteranno abilitanti e la loro mancanza rappresenterà un vincolo insormontabile», osserva il direttore di Cfmt evidenziando che «nuovi problemi e nuove esigenze richiederanno nuove visioni e la ricerca di soluzioni diverse rispetto al passato».

Wall & Street

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