L’Europa che vorrei

«L’unica cosa che funziona dell’Europa è la squadra di Ryder», scrissi il 28 settembre 2014, dopo il successo dei Blu a Gleneagles. Domenica Team Europe ha vinto di nuovo il massimo trofeo a squadre di golf, superando con irrisoria facilità il “Dream Team” statunitense. E’ il settimo successo nelle ultime nove edizioni per i giocatori del vecchio continente. E se l0 spettacolo tecnico è stato appannaggio dei soli appassionati, quello umano è arrivato a tutti, rinnovando, acutizzando la constatazione di allora. Un’Europa in festa, raggiante, unita nelle differenze. Un’immagine di conciliazione trionfante che ridicolizza il meschino recital della politica comunitaria: […]

  

Flessibili con il lavoro degli altri

La redazione di Repubblica è in stato di agitazione e minaccia cinque giorni di sciopero. Le ragioni? Possiamo immaginarle. Carenza di flessibilità, condivisione e creatività da parte dell’azienda. Gli smart worker di Calabresi non sognano più il posto fisso, come fanno i populisti. Pretendono soltanto di avere accesso a postazioni lavorative easy & free. Insofferenti alle paturnie sindacali, vivono nell’era degli skype meeting, della flessibilità win-win. Non sono legati al salario come volgari Cipputi, ma si vedono piuttosto come incubatori di idee, intenzionati a performare a vantaggio della propria stessa crescita umana. Perfettamente allineati a un sondaggio di Monster Italia, […]

  

Je suis Craxi

«Ma come si fa a dire che non c’è un aumento allarmante di episodi di intolleranza nei confronti dei neri in questo paese?», scriveva il 30 luglio Enrico Mentana. «Anche se si sta al mare non si può nascondere la testa sotto la sabbia», concludeva. E quel “paese” con la minuscola era ben meritato. Mentana aveva infatti ragione, e la piccola svista sulla banda delle uova non cambia l’opinione che delle sue orazioni abbiamo… e neppure la sua: «Che ci sia un’accresciuta ostilità nei confronti dei neri in giro per il paese resta fuori discussione», ha ribadito ieri. Dopotutto, come […]

  

Frittata di Piddì

Ricapitoliamo. Una ragazza italiana di origine nigeriana, Daisy Osakue, atleta promessa del disco, viene colpita da un uovo in pieno volto per le strade di Moncalieri. La giovane – dopo qualche avveduto consulto – urla al gesto razzista. La stampa libera e perbene – che coraggiosamente combatte l’odio in ogni sua manifestazione e che prima di scrivere “islamico” in caso di attacco terroristico impiega una settimana perché «non bisogna trarre conclusioni affrettate», perché «è incivile generalizzare» – dopo aver appurato la vicenda con il consueto zelo investigativo… carica le proprie pagine digitali e cartacee a pallettoni: «Italia razzista», «Odio cieco», […]

  

Surrealismo burocratico

In questi quaderni abbiamo più volte bersagliato e sbertucciato plutocrazie, finanzocrazie, eurocrazie, che con ottusa albagia si illudevano di portare a pascolare i rivolgimenti democratici a loro capriccio come caproni incomprensibilmente riottosi. In realtà per osservare ingloriosi esempi di vanagloria pedantocratica è sempre stato sufficiente avere a che fare con i nostri burocrati regionali. Prendiamo una storia calabrese. Di paradigmatica eloquenza. Le tecnicalità sono come sempre caricaturali e quasi inestricabili, per cui non vi annoierò spaccando i riferimenti normativi in quattro, ma il non sequitur amministrativo brilla come una gemma di surrealismo alla Nino Frassica. Il politico cosentino Gianpaolo Chiappetta […]

  

Benefattori di colf

La più grave crisi che il mondo occidentale si trova innanzi dalla fine dei sanguinosi conflitti del secolo scorso – l’immigrazione di massa – avrebbe una soluzione piuttosto semplice. Sul filo del rasoio di Occam, mi pare di poter affermare quanto segue. La nostra società si divide in buoni e cattivi. In virtuosi e meschini. E’ ormai acclarato. Filosofi, scienziati, matematici, sociologi, politologi, analisti, giornalisti, Maurizio Martina, ce lo hanno dimostrato. In egoisti e altruisti. In fascisti, o comunque reazionari, e progressisti. Le comunità statuali non ne sono che il superabile riflesso imperfetto. Ci sono Stati buoni, ovvero con una […]

  

Tigna plutocratica

Tempo fa mi arrivò l’invito per un viaggio stampa. Lessi distrattamente il programma e lo trovai sullo standard dozzinale itinerante: Hotel da catena, navetta al museo dell’automobile, cuffiette per ascoltare nella propria lingua la guida, cena di finta gala dove sei comandato a consumare la zuppa a fianco di tizi grigiastri che pensano di esprimere un guizzo anticonformista indossando calzini Gallo. Così sorvolai. Oggi realizzo che si trattava della grande soirée del club Bilderberg…                

  

I Conte tornano

Con buona pace di Cottarelli, poco più di quattro giorni dopo aver rimesso il mandato a Mattarella ed essere stato spernacchiato con brio irresistibile dalla vulgata spread-oriented, Giuseppe Conte si ripresenta al Quirinale con un salace: «Ben ritrovati!». Ma ora non voglio spendermi in oracoli sul nuovo esecutivo, quanto descrivere come è stato accolto dai falsari culturali di cui parlavamo nei giorni scorsi. L’hanno presa bene, non c’è che dire! Se prima del voto avevo vaticinato la disfatta dei puzzacchiotti Gedi e dopo le elezioni il prevedibile farneticare dei sobillatori scornati, ora mi godo, insieme a voi, la sinistra reazionaria […]

  

Governo Cottarella

Se ieri abbiamo indirizzato parole ispide nei confronti della massima carica dello Stato, a nostro mite avviso vile nell’appecoronarsi a imperativi sovranazionali, oggi dobbiamo fare presta ammenda. Resosi conto di aver lanciato un messaggio velatamente antidemocratico al Paese, di aver insinuato il sospetto nella cittadinanza che il suffragio universale stia alla direzione della Cosa pubblica come il bambino sta alla guida dell’auto di papà mentre siede sulla sue ginocchia, di aver castrato i rigurgiti anti-austerità, anti-establishment e gli slanci verso una ritrovata sovranità e una agognata prosperità da parte degli elettori, il Presidente della Repubblica ha dato prova di tempestivo […]

  

Emergenza democratica

Da molti anni vediamo aleggiare l’espressione “emergenza democratica”. Se ne parlò e se ne scrisse tanto sulla Rai, su Micromega e Repubblica nei 1.287 giorni del Berlusconi IV, e ancora, un po’ ovunque, con l’arrivo di Grillo e dei 5Stelle, quindi con l’avanzare del nuovo “Lepenismo” e del “Salvinismo”. Ora, che viviamo un’emergenza democratica autentica, diviene evidente la dissimulata ambivalenza sintattica che ne ha sempre definito la natura. Scendere i gradini dell’ordinamento grammaticale fino ai più elementari momenti di analisi logica non è pedanteria; piuttosto necessario esercizio di disinganno. In questo acquisito sintagma, “democratica” non è, come abbiamo sempre ritenuto, […]

  

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