28Mag 18
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Potrebbe essere l’estate più divertente, scombinata e sorprendente degli ultimi 70anni. Potremmo davvero metterci seduti comodi in poltrona, degustando caldi pop-corn, come disse il Signore di Rignano sull’Arno, se non fosse che a pagare questo caos etero gestito saremo noi tutti, italiani più o meno inconsapevoli della sceneggiatura, più o meno inaciditi e faziosi, disillusi o impegnati, astensionisti o militanti. Potremmo goderci questa vorticosa e infinita campagna elettorale, senza le stranianti e narcotiche tirate di oppio che offre quel grande rito collettivo dei mondiali di calcio che, peraltro, non ci vedranno partecipi, se non fosse che materia del dibattito sono […]
Il blog di Luigi Iannone © 2024
25Mar 17
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Tutta la finta boria di questa Europa decadente è in quella foto finale dei leader degli Stati dell’Unione. Riuniti in Campidoglio per celebrare il sessantesimo anniversario dei Trattati di Roma si sono subito mostrati svenevoli e stanchi di fronte ai fotografi, falsamente fieri di un nulla che sanno di rappresentare. Volti contriti in abiti scuri che sanno di naftalina per festeggiare la morte dello Stato nazionale e la precarizzazione di un paio di generazioni. Ritratto opaco e triste di questo tempo, percepibile anche nella prossemica irrigidita di quasi tutti i partecipanti, esclusa Frau Merkel oramai pienamente a suo agio nel […]
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28Giu 16
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Ditemi che non è vero. Ho terrore del putiferio scoppiato fuori. Si narra di suicidi collettivi e di folle angosciate pronte ad occupare i Palazzi del potere; fabbriche che chiudono e negozianti che abbassano le saracinesche. Corrono voci di un morbo chiamato Brexit. Si dice che un tal Beppe, di cognome Severgnini, ne sia affetto da qualche giorno e morda chiunque non parli un inglese fluente. E questo non è nulla. Si dice che lanci il suo IPad contro tutti gli over 60 rimasti alle calcolatrici della Texas Instruments e ai telefoni grigi della Sip. Si dice che voglia fare […]
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25Mag 16
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Giorgio nacque a Napoli per sventura. Era diretto a nord, dalle parti del castello di Racconigi, dove lo attendeva una famiglia di alto lignaggio di cui mai nulla si seppe. Mentre era in volo, si sfilò dal fagotto della cicogna e cadde ai piedi del Vesuvio. E perciò all’anagrafe fu registrato come Giorgio il Napolitano. Fu allevato da una famiglia benestante che impartì ordini precisi alla governante: il pargolo doveva essere tenuto lontano dalla plebe; uniche frequentazioni possibili, salotti chic, scrittori ed intellettuali. Fino ai dieci anni non ebbe cognizione del fatto che in quella città vi fossero vicoli bui […]
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