Così chi non sa discutere zittisce
Per la seconda volta, nel giro di poche settimane, qualcuno è riuscito a bloccare la piattaforma dei commenti in coda a un articolo che parla di salute e di vaccini.
Non so chi sia l’autore del blocco, né riescono a dirmelo gli informatici de il Giornale online. Di sicuro non si tratta di un guasto tecnico.
A ben guardare non importa svelare l’identità dell’anonimo (uno o diversi), men che meno immaginare il rancore che ne ha animato il gesto. Avrebbe voluto, costui, cancellare tutto l’articolo? Può darsi. Continuerà a bloccare i commenti? Chi può dirlo.
Abbiamo visto, e osservato da ogni angolatura, che chi non sa argomentare, scredita l’interlocutore. Lo chiama ignorante, non degno, addirittura “delinquente”; gli chiede patentini scientifici in nome di una presunta superiorità auto conferita. O, in questo caso, pretende e ottiene censura dalla piattaforma disqus.
Ma non ci lasceremo trascinare dal rancore.
Continueremo a informarvi a a utilizzare disqus ripetendo ciò che vale essere ripetuto.
Ecco qui sotto l’articolo che affronta il tema della vaccinazione anti Covid a bambini e adolescenti.
Ema ha dato il via libera sempre “grazie all’emergenza pandemica” per giustificare l’approvazione in base a un unico studio scarno di dati.
Quel che ci si chiede è come mai Ema non abbia nulla da dire sul fatto che 22 autori su 26, hanno ammesso di aver lavorato o di lavorare per la Pfizer.
Via libera ai commenti, allora, e grazie a tutti voi di esserci.
L’istituto Koch ha sconsigliato la vaccinazione anti Covid agli adolescenti, consigliandola solo per i ragazzi con malattie importanti. Per il ministero della Salute berlinese somministrare loro il nuovo vaccino rappresenta più un rischio che un beneficio. Perché i dati raccolti sono alquanto scarni. Forti perplessità arrivano anche dalla Svezia e dalla Gran Bretagna.
L’unica sperimentazione fatta sui giovanissimi dai 12 ai 15 anni, con il vaccino Pfizer, è durata due mesi, sono stati reclutati 2.260 adolescenti ma il farmaco lo hanno ricevuto solo in 1.130.
Nella settimana di sorveglianza attiva dopo la vaccinazione sono emersi svariati effetti secondari, nel 40% circa moderati (cioè che possono interferire con attività e abilità quotidiane) e, nell’1,5% dei vaccinati severi (disabilitanti, che richiedono un trattamento medico). Se i 2,3 milioni di 12-15enni italiani si vaccinassero avrebbero 34.000 reazioni disabilitanti per il solo dolore locale grave.
In più ci sono trenta adolescenti vaccinati la prima volta che non si sono presentati per la seconda dose. Non se ne conosce il motivo, il report non fornisce spiegazioni. Nessun ragazzo del gruppo dei riceventi il vaccino si è ammalato, dell’altra metà 16 sono risultati positivi al virus. Cliccate qui.
I conflitti di interesse
Va detto che di quest’unico studio che riguarda gli adolescenti, ben 22 autori su 26, dichiarano conflitti di interessi. Dichiarati, certamente, ma come potete osservare dalle foto allegate, si tratta di ricercatori che hanno lavorato soprattutto per la Pfizer oltre che per altre aziende farmaceutiche. Ci va bene tutto questo? E come mai Ema e Aifa – che dovrebbero vigilare su trasparenza e conflitti – non hanno sollevato obiezioni? E perchè tacciono anche gli Ordini professionali?
Favorevoli e contrari
Nonostante i pochi dati conosciuti e i conflitti di interessi degli autori dell’unico studio svolto, a fine maggio, Ema ha approvato la vaccinazione sui minori, invitando i vari Stati ad agire in autonomia.
La Germania ha detto no, l’Italia, invece, grazie anche al placet di Aifa, è partita subito.
La questione se vaccinare o meno i più piccoli sta dividendo scienziati, politici e opinione pubblica.
Spicca la posizione di Giorgia Meloni che ha chiesto chiarimenti:
“Sono cresciuta in una società nella quale nonni e genitori si privavano delle poche cose che avevano per darle ai piccolini di casa. Una società che poneva al centro il futuro, e quindi i bambini e i giovani. Se c’era un rischio da correre, di qualsiasi genere, lo correvano gli adulti, perfino gli anziani, ma i piccoli si mettevano al riparo. Sempre. Quando abbiamo perso questa visione? Quello che sta accadendo con i vaccini ai ragazzini mi lascia allibita. I più giovani non rischiano praticamente nulla dal Covid, in compenso non possiamo sapere quali conseguenze a lungo termine possano avere dei vaccini realizzati per forza di cose a tempi di record. O quali conseguenze potrebbero avere sulla prole e sulla discendenza.
È giusto far correre questi rischi a bambini e ragazzini?”
Cliccate qui.
Contraria anche la Lega, il cui capogruppo in Senato, Massimiliano Romeo, ha depositato una mozione sui vaccini anti Covid per i giovani chiedendo l’immediato stop al di sotto dei 16anni oltre a “massima cautela per i 20-25enni”. Cliccate qui.
Eppure le Regioni, tranne la Campania, stanno partendo in quarta con le vaccinazioni. Si veda, in una delle foto, la sgargiante locandina di un comune piemontese che invita i ragazzi a vaccinarsi alla festa della Musica.
I medici sono divisi fra chi considera la pratica fondamentale e chi invece chiede che venga sospesa. Tra i favorevoli ci sono i rappresentanti delle Società professionali che però hanno conflitti di interessi (dichiarati, certamente, ma perché vanno in televisione a influenzare i genitori?). Si veda la locandina allegata che mostra gli sponsor del congresso di Pediatria 2019 (quello di quest’anno non riportava l’elenco dei finanziatori).
L’OMS ha detto che “non è una priorità vaccinare i ragazzini e che non è necessario che gli studenti siano vaccinati per riaprire le scuole”.
Le petizioni
Eugenio Serravalle, pediatra, membro del Gruppo Studio Info-Vax evidence based sostiene due petizioni che chiedono la sospensione della vaccinazione agli adolescenti. Cliccate qui per leggere quella di Assis e Generazioni future, che ha ottenuto 5.000 adesioni fra il pubblico. Qui invece trovate quella sottoscritta da 1.300 sanitari lanciata dalla Rete Sostenibilità e Salute. Entrambe sono state inviate alle istituzioni.
“Come riportato in un editoriale del British Medical Journal il rapporto costi benefici di ogni campagna di vaccinazione dipende dal peso della malattia e dalla popolazione bersaglio. Abbiamo osservato che i giovanissimi, in genere, non si ammalano anche quando contraggono l’infezione e che non sono assai meno contagiosi (lo sono 20 volte in meno rispetto all’adulto). Il vaccino per loro non è necessario, come per gli anziani, anche perché non impedisce di contrarre l’infezione. Cade, dunque, il presupposto di vaccinare senza studi adeguati poiché si è in emergenza: per i ragazzi non vi è emergenza.
Non esiste, poi, una giustificazione ‘altruistica’ o ‘etica’ nel vaccinare i bambini al fine di proteggere le popolazioni a rischio, già oggetto di un’intensa campagna vaccinale”.
Ma non è tutto. “Il British Medical Journal fa notare che vaccinando i giovanissimi si fa perdere loro la possibilità di acquisire un’immunità duratura allargando la platea delle persone che fra qualche anno (quando gli stessi ragazzi saranno adulti) potrebbero diventare a rischio”.
I rischi
Il report del Ministro della Salute israeliano, cliccate qui, mostra casi di miocardite post vaccinazione fra i ragazzi dai 16 ai 24 anni.
L’incidenza di sofferenza cardiaca varia tra 1 su 3.000 e uno su 6.000 giovani. (maschi).
“Non si sa ancora se l’incidenza anomala sia stata provocata dal vaccino – riflette Serravalle ma è indispensabile la prudenza.
Le procedure d’urgenza rischiano di farci perdere di vista che l’esecuzione di vaccinazioni di massa abbreviando ed alterando le normali procedure di sicurezza da sempre adottate non può costituire la regola, meno che mai quando si tratti di infanzia. Non dobbiamo fronteggiare una condizione grave o pericolosa per la vita dei bambini, e quindi è opportuno rinunciare all’autorizzazione all’uso di emergenza dei vaccini, attendere le conclusioni di tutte le sperimentazioni, realizzare studi indipendenti e privi di conflitti d’interessi, tornare ad applicare tutte le misure cautelative e le procedure standard per gli interventi profilattici, realizzare programmi di sorveglianza attiva su campioni rappresentativi della popolazione”.
Le promozioni
Nelle foto vedete anche due esempi di pubblicità per attirare i poco più che bambini alla vaccinazione. A mio avviso di pessimo gusto e offensivi. Che bisogno c’è di offrire un premio come i gelati o i panini in cambio di un atto sanitario che invece richiede conoscenza e consapevolezza? Che considerazione abbiamo dei ragazzi?
Ps. Ringrazio un papà marchigiano per avermi segnalato le curiose promozioni per convincere anche gli adulti a vaccinarsi. Sei indeciso perchè gli autori dell’unico studio hanno conflitti di interessi? Ti fai vaccinare se ti offro una canna? O preferisci una bottiglia di olio? Un cocktail o un biglietto della lotteria? Cliccate qui. E qui.