Uno vale uno. Anzi, no: 4.810 vale 1.

La differenza riguarda le persone decedute con diagnosi Covid 19 e/o complicanze che hanno ricevuto il ciclo completo di vaccinazione. Questi casi sono definiti “fallimenti vaccinali”.

Secondo Aifa vi è stato un solo fallimento vaccinale. L’agenzia riporta di un 83enne deceduto per complicanze da Covid benché abbia fatto tre dosi di vaccino nei cinque mesi precedenti. Si trova a pag 12 del report di vigilanza passiva appena divulgato e riferito all’ultimo trimestre.


Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, invece, il numero dei vaccinati deceduti nell’ultimo trimestre è più di 4mila800 volte superiore. Lo si deduce dai bollettini che l’ISS pubblica ogni mese e che l’infettivologo Fabio Franchi non ha mancato di notare. (Vedere screenshot allegati).

Ci chiediamo se è normale che ISS e Aifa parlino due linguaggi – così tanto – diversi. Entrambi contano la popolazione vaccinata e pubblicano i dati. E il risultato è questo: per Aifa un solo italiano è morto di Covid dopo aver fatto tre dosi, per ISS la quota dei deceduti Covid con ciclo completo supera i 4.800.


Eventi avversi, le differenze fra Aifa ed Ema

Una incomunicabilità simile è evidente anche fra le due agenzie regolatorie, l’italiana Aifa e l’europea Ema.

Il sito di Ema riporta 1.928.328 reazioni avverse ai vaccini anti Covid segnalate dagli europei e attribuisce 293.695 di queste segnalazioni all’Italia. C’è un approfondimento su Informazione libera.

Il sito di Aifa, invece, riporta 137.899 segnalazioni su un totale di 138.199.076 di dosi somministrate. La differenza è di ben 155.796 segnalazioni. Detto altrimenti, per Aifa c’è stato un evento avverso ogni mille dosi; per Ema 5,2 ogni mille dosi (5 volte tanto). Come mai?

Difficile che numeri simili siano sviste o che si possano giustificare con un ritardo intercorso fra il tempi delle segnalazioni e la stesura del report. Ci si chiede inoltre chi fornisca i dati all’agenzia europea. Se a farlo fosse la stessa Aifa (e non sappiamo a chi altri competa), la cosa risulterebbe ancora più anomala.

Chissà che, data l’importanza per la Salute, non se ne faccia un’interrogazione parlamentare?

Il sito di Ema mostra anche che dopo Germania e Francia siamo il Paese che ha registrato più eventi avversi da quando è iniziata la campagna vaccinale in un elenco di 32 Paesi.

Morti in eccesso in Nuova Zelanda

Uno studio neozelandese analizza le morti in eccesso nella popolazione rispetto alla media. E, visto che i decessi appaiono concentrati dopo la dose booster, si chiede se il rapporto rischi-benefici delle vaccinazioni non sia cambiato ora che si somministrano tante dosi di vaccino rispetto agli studi randomizzati iniziali. Lo studio parla di 17 morti in eccesso ogni 100.000 abitanti.

Riflette l’epidemiologo Stefano Petti: “In Nuova Zelanda i decessi da Covid rasentano lo zero. È lecito chiedersi se l’eccesso di morti possa dipendere dai lockdown e dalle chiusure degli ospedali, tuttavia il quadro per loro non è cambiato perché le serrate sono state più o meno continuative negli ultimi due anni. Gli stessi ricercatori si interrogano sul rischio della terza dose, essendo questa l’unica variabile evidente che potrebbe giustificare le morti in eccesso. Certamente non possiamo sapere con certezza se i morti in più dipendano dalla terza dose ma gli indizi ci sono ed è opportuno indagare. Occorre riflettere anche sul fatto che in Nuova Zelanda non ci sono morti Covid, come mai?”

 

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