Carlo ha 57 anni, fa l’ortopedico da quasi trenta. Lavora in un grande ospedale nel nord Italia (omettiamo anche la città). Quel che si dice una vita in reparto. Divisa fra la sala operatoria, le visite ai pazienti e, quando è arrivata la Covid, la prima linea con tutti i colleghi. “Come in mezzo a un’alluvione non abbiamo perso tempo e ci siamo dati da fare. Nessuno di noi pensò di tirarsi indietro, l’abnegazione fa parte della nostra professione”.

Di quell’emergenza ci sono stati illustrati i dettagli, per filo e per segno. Ma di quello che è successo ‘dopo’, a Carlo, e a tanti come lui, si fatica ancora a parlare.

“Siamo stati fra i primi a ricevere il vaccino anti -Covid. Non c’era il tempo per porsi troppe domande, pareva l’unica strada percorribile per uscire al più presto dalla pandemia e per ‘proteggere’  i nostri pazienti. Ho ricevuto la seconda dose a febbraio (2021) e, dopo 4 giorni, ho avuto una forma di ipertensione arteriosa elevatissima con conseguente emorragia cerebrale e danni neurologici. Una patologia severa: sono stato in terapia intensiva per un mese, ho perso la parola e la memoria, per sei mesi circa anche la vista da un occhio”.

Soffriva di qualche malattia? 

“Sono sempre stato sano come un pesce, ogni sei mesi facevo tutti gli esami in ospedale oltre a quelli per una valutazione di idoneità agonistica il mese precedente, mai un cenno di ipertensione o disturbi simili…”.

Chi ha avuto il sospetto che la vaccinazione a mRna fosse coinvolta nell’ictus?

Ancora oggi – e questo è un paradosso –  alcuni colleghi affermano che non vi è prova che esista un nesso, ma, al contempo, ammettono che, proprio perché non vi sono dati, non lo si può escludere”.

Sono passati quasi due anni e sono stati pubblicati diversi studi a riguardo: sono state osservate miocarditi in eccesso e sanguinamenti dopo le vaccinazioni a mRna (per citare solo gli eventi avversi riconosciuti come possibili da Ema e inseriti nei bugiardini).

“Certo, ma nessuno chiarisce o si prende la responsabilità di sottoscriverlo nei casi singoli. Con questi vaccini – benché di nuova generazione e al loro primo utilizzo su larga scala – non si è proceduto a compilare le schede di osservazione come si fa con tutti i nuovi farmaci. Non sono stati mai raccolti gli eventi avversi, per questo ciascun medico è in un certo senso legittimato a dire che non si sa se queste patologie sono correlate o meno”.

Però lei è stato esonerato dalla terza dose.

“Solo temporaneamente dopo le visite presso la Medicina del Lavoro. Ho ripreso a lavorare in ospedale a fine 2021. In ambulatorio dovevo ri-allenare le mia resistenza mentale e rivelocizzare le mansioni al computer, mi sentivo rallentato perfino a usare la tastiera. Devo dire che tornare in corsia mi ha aiutato molto. Ho ripreso a visitare i pazienti come prima. Poi a febbraio (2022) mi sono ammalato di Covid, in forma leggera, e dopo due settimane, ho ripreso in ospedale”.

Cos’è un esonero temporaneo? 

“L’esonero definitivo spetta a una commissione ma, per legge, vi devono partecipare specialisti della patologia. Sono ancora in attesa che sul mio caso si esprima un primario neurologo.”

Nel frattempo (giusto ieri) il nuovo governo ha tolto l’obbligo di vaccinazione.

“Sì, meno male. Tuttavia vorrei evidenziare un altro paradosso. Se fosse rimasto in vigore l’obbligo ed io fossi stato esonerato dai richiami per motivi di salute non avrei comunque più potuto fare il medico: mi sarebbe stato proibito visitare i pazienti e operarli. Quindi sarei stato non solo stipendiato e nullafacente ma – primo caso nella storia – impedito per decreto a svolgere un lavoro perché malato, benché la malattia non impedisca di esercitare”.

Tutto perché è stato creduto, – la scienza ha creduto – che un non vaccinato fosse più contagioso di un vaccinato.

“Appunto. È stata una convinzione (falsa) in vigore fino all’altro ieri cui tutti hanno finto di credere…”

Quanti altri suoi colleghi ha visto danneggiati da questi vaccini?

“Tante persone, fra colleghi e amici. Non solo infarti e ictus, anche dolori lancinanti alle ossa, sfoghi cutanei e forti mal di testa”.

Tutte malattie passate sotto silenzio?

“Sì, si dice che non si può sapere nè se questi effetti dipendono dalle vaccinazioni, nè se non dipendono. Tuttavia ad oggi esistono più studi che hanno evidenziato il verificarsi di effetti collaterali in alcuni soggetti vaccinati che riguardo all’efficacia dei vaccini: sappiamo infatti che non vi è la certezza che i vaccinati siano indenni dall’ammalarsi e dal trasmettere il virus”.

Ma essendoci questo dubbio, dopo due anni, non sarebbe più conveniente (anche economicamente ) applicare il principio di precauzione: finché non si fa chiarezza ci si astiene?

“Certo che sì, ma se si dovessero raccogliere i dati ora ci sarebbero tutti i risarcimenti da pagare…”.

 

Grazie dell’intervista, Carlo. Chissà che Giovanni Floris e Fabio Fazio che chiedono di sapere se il medico che li cura “crede nella scienza” desiderino anche approfondire.

Tag: ,