È stato divulgato il tredicesimo rapporto Aifa di sorveglianza passiva sui vaccini anti Covid. Il periodo preso in esame parte dall’inizio della campagna vaccinale, il 27 dicembre 2020 e arriva fino al 26 settembre 2022.

La prima osservazione che balza all’occhio è che, stando ai dati raccolti da Aifa, le vaccinazioni anti Covid sembrerebbero quasi innocue. Non sono evidenziati eventi avversi gravi come gli ictus conseguenti a rialzo pressorio di cui ci ha parlato il medico intervistato nel precedente post. Non vi sono elencati mieliti trasverse, paralisi dei nervi facciali, embolie con e senza piastrinopenia, trombocitopenie immunitarie, sindromi da perdita capillare, emorragie uterine, peri e miocarditi e gonfiori facciali in chi ha ricevuto filler. Malattie che invece hanno afflitto gli abitanti del Regno Unito dopo le stesse vaccinazioni.

La differenza è vistosa. Mentre in Italia il tasso di segnalazione è di 99 ogni 100.000 dosi, in Gran Bretagna è più del doppio. Il sistema di segnalazione del cartellino giallo, pur essendo anch’esso una forma di vigilanza passiva, riporta 2-5 segnalazioni ogni 1.000 vaccini.

Come mai questa differenza?

Dicevamo della valutazione di non severità degli eventi avversi secondo Aifa. Delle 139.548 segnalazioni su un totale di 140.689.690 dosi somministrate in Italia, l’81,5 % è riferito a eventi non gravi, come dolore in sede di iniezione, astenia/stanchezza e dolori muscolari. È considerato “grave” per Aifa il 18,5% del totale in linea con i precedenti report.

Anche i decessi sono rimasti gli stessi, dei 955 segnalati, Aifa ne riconosce correlabili 29. Nel Regno Unito ne sono stati segnalati 2.330.

Forse i residenti in Gran Bretagna sono più cagionevoli degli italiani? 

A scorrere il report dei cartellini gialli si scoprono un’infinità di segnalazioni e di eventi avversi. Gli autori fanno notare che i dati ricavati dai cartelli i gialli “non possono essere utilizzati per dedurne i tassi di effetti collaterali o confrontare il profilo di sicurezza dei vaccini COVID-19 poiché molti fattori possono influenzare le segnalazioni”. Certamente. Ma le segnalazioni vanno fatte e raccolte. Non spetta a nessuno dire “questo non va riportato”.

Perché in Italia nessun medico ha compilato, nè sta compilando, le opportune schede dei farmaci appena arrivati in commercio?


La pronuncia della Corte Costituzionale

Tuttavia a proposito del report di Aifa occorre specificare che 29 decessi e il 18,5% di malattie gravi di quelle segnalate (fra patologie cardiache, del sistema nervoso, del sistema linfatico e del sangue, danni alle orecchie e agli occhi) non sono “niente”. Alla Corte Costituzionale che il 29 novembre si esprimerà sulla costituzionalità dell’obbligo vaccinale – dal governo precedente declinato in un ricatto per poter lavorare, studiare o praticare sport –  dovrebbe bastare un solo decesso correlabile, o un infarto o un ictus, per pronunciarsi per un deciso no all’obbligo-ricatto. Secondo le precedenti ordinanze, infatti, non si può costringere nessuno a un trattamento sanitario se questo può provocare eventi avversi importanti (invalidanti o durevoli).


E i bivalenti tutto bene?

C’è poi un’ altra osservazione, tutt’altro che irrilevante, che ha meravigliato l’epidemiologo e riguarda i nuovi vaccini ‘bivalenti’ che abbinano l’anti Covid e l’antinfluenzale. Aifa dichiara che non vi sono state reazioni avverse, “ma il report non specifica quante persone hanno ricevuto questo nuovo vaccino – osserva il professor Stefano Petti – All’esame di epidemiologia gli autori di Aifa sarebbero bocciati perché bisogna anche dare il numero di persone che hanno fatto il bivalente prima di dire che non ci sono reazioni avverse. 

Se, ad esempio, la pericardite si verifica in 1 caso su 10.000 e io facessi solo 5.000 vaccinazioni bivalenti avrei zero casi di pericardite post vaccino ma non potrei dedurre che il vaccino bivalente sia innocuo. Quindi, se Aifa non aggiunge il numero di somministrazioni dovrebbe inserire una postilla in cui specifica che il fatto che non ci siano segnalazioni, al momento, non è un indicatore di innocuità”.

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