Movimento No Vax: il contagio è psichico
Il 15 Ottobre 1783 un essere umano volò per la prima volta come Icaro. Pilatre de Rozier salì con il pallone aerostatico dei fratelli Montgolfier fino a 24 metri di altezza, che era pure la lunghezza del cavo che lo teneva legato a terra. Icaro si, ma plafonato. E’ un po’ lo stato dell’arte della libertà all’anno 2021: sui generis, plafonata, ancorata a terra da lacci e laccioli perchè seriamente malata, febbre alta, deliri di massa.
Quando il 30 Aprile 1993 il Cern mise a disposizione del pubblico il World Wide Web, per qualche tempo credemmo tutti di essere diventati molto più liberi. Ventotto anni più tardi la questione appare più complessa, ma per trovare il bandolo della matassa devo andare indietro nel tempo.
Mia madre ricorda ancora le scritte che negli anni della guerra leggeva sui muri di Milano:
«La terra non è rotonda, oh bestia. E’ quadrata. Paneroni».
Giovanni Paneroni aveva idee strampalate, ma certezze granitiche, e le diffondeva senza alcuna remora nei modi più disparati. Secondo lui il Sole era due metri di diametro, pesava 14 chili e ruotava intorno alla terra a mille chilometri di distanza. In quegli anni, in Italia, solo lui la pensava in quel modo, mentre ora il suo “credo” è molto più diffuso.
Il movimento no vax è una forma meno ottusa di terrapiattismo. Se per quest’ultimo, essere stupidi aiuta, il movimento no vax accoglie adepti con quozienti di intelligenza da 70 a 160. Il fatto che si sia diffuso in periodo di lockdown, significa che il contagio non è arrivato dai pipistrelli, ma si è insinuato attraverso il web e i social networks nella solitudine del nostro isolamento. Non importa se il “contagiato” è un matematico puro, uno scaricatore di porto o un direttore di banca, e non importa che le statistiche mostrino che il vaccino riduce il rischio di morire di covid. Il contagiato psichico non usa le sue capacità razionali per prendere decisioni su questo argomento. Terrapiattismo e movimento no vax si nutrono di complottismo.
Il complottismo nasce da un eccesso di analisi microscopica, a scapito di una visione d’insieme. Quel fenomeno di massa esplose forse in seguito all’omicidio del presidente Kennedy il 22 Novembre 1963, il primo evento drammatico di portata planetaria ripreso per caso da una cinepresa. Quella sera, nelle televisioni americane sarebbe dovuto andare in onda il primo instant replay della storia, ma in seguito all’attentato, la partita di football che doveva ospitarlo fu annullata. Quindi è paradossale: la partita del primo instant replay fu posticipata a causa di una tragico evento che divenne in seguito il più moviolato della storia, e nonostante tutto, ancora non siamo convinti di chi abbia ucciso JFK.
Il WWW non ha fatto altro che peggiorare questo sistema di cose: più scomponiamo un evento in minuscoli dettagli, e più le nostre opinioni prendono una connotazione random e quantistica, e talvolta arriviamo a sintesi fuori di testa, con il gatto di Schrödinger che è allo stesso tempo vivo e morto.
L’11 Settembre è un altro evento ripreso da decine di videocamere. Nonostante le immagini evidentissime mostrino due aeroplani che entrano nelle torri come coltelli roventi nel burro, persone anche molto intelligenti dubitano della versione dei fatti. Nell’attacco al Pentagono la paranoia è analoga, ma per il motivo opposto: nessuna telecamera a riprendere l’evento. Come cantavano Simon & Garfunkel «Every way you look at it, you lose», che in italiano può essere tradotto con: mai una gioia!
Questo blog è nato all’ombra di un giornalone, quindi il mio può sembrare un giudizio di parte. Il fatto è che quando attingevamo le informazioni solo dai giornali (e dagli altri media tradizionali) eravamo un gregge tenuto a bada da un numero limitato di pastori maremmani. Le due variabili erano la linea editoriale e il coefficiente che ogni lettore applicava alle notizie. Il lettore “perfetto” applicava un coefficiente 1: lo dice il giornale, quindi è Vero! I lettori apoti, quelli che non la bevono, assegnavano cifre inferiori a 1. Coefficiente 0,2 significava credere al 20% di cosa c’era scritto, e l’80% rimanente lo si ricavava con creatività, unendo i puntini della realtà.
Sul web quell’ordine di cose è saltato, il numero dei greggi è diventato infinito, e i lupi si sono travestiti da pastori maremmani. La distorsione mentale è: il web è libero, io attingo le mie informazioni dal web, quindi quello che leggo è Vero. Per le persone con quoziente 160 il processo mentale è simile: sul web prendo le informazioni solo da un bacino elitario e selezionato, quindi mi fido. Naturalmente “elitario” e “sano” NON sono sinonimi.
Gian Antonio Stella concluse così un suo articolo su Giovanni Paneroni: «Ridevano di lui, al Duce invece credevano tutti». Adesso la situazione si è ribaltata: nessuno crede più al Duce, ma siamo diventati tutti un po’ Paneroni.
L’immagine su questo blog è di Deborah Joy Bormann @deborahjoybormann.
Deborah nasce a Trieste, città di confine, da padre statunitense e madre spagnola. Vive a Bologna, Pisa, Amsterdam, Madrid, San Francisco. Una serie di coincidenze e passioni la porta a Torino, oramai città d’adozione.
Spirito indipendente, visionario e… disperatamente ottimista.
Madre, compagna, insegnante, arteterapeuta e artista.
Da sempre adora leggere, scrivere, pensare e creare.
Le idee espresse da Andrea nei suoi articoli non rappresentano necessariamente le opinioni e le convinzioni di Deborah.