Il 5 Giugno 1989 fu scattata una foto iconica: in piazza Tienanmen a Pechino, all’indomani della strage, un uomo si posizionò davanti a una fila di carri armati, impedendo loro di passare.

Quello stesso giorno in una partita di tennis al Roland Garros, Michael Chang, un tennista cinoamericano relativamente sconosciuto e martoriato dai crampi, battè la superstar del momento, Ivan Lendl, servendo la palla di servizio “underhand”, dal di sotto, come se giocasse a ping pong, anzichè con il tradizionale servizio dall’alto. Lendl si innervosì tantissimo. La ciliegina sulla torta Chang la confezionò al primo match point: il suo avversario era alla seconda di servizio, ma il cinoamericano, anzichè mettersi indietro, si posizionò sulla riga di battuta, invitando Lendl a sparare una cannonata (anche qui, un qualche collegamento metaforico con il Tank Man di Pechino esiste). Lendl, esasperato, provò a spezzarlo in due, ma sbagliò clamorosamente il bersaglio. Chang vinse il match, e quell’anno vinse pure il torneo.

La cosa incredibile nel caso dell’eroe sconosciuto di piazza Tienanmen è che quel suo atto di coraggio avvenne quando la strage era già avvenuta! Quindi coraggio doppio, triplo, quadruplo.

Il minimo comun denominatore in entrambi i casi è: estremo coraggio, provocazione, presenza di spirito, vittoria del sottocane (underdog) e misteriosa sparizione: dell’eroe di piazza Tienanmen, infatti, non si seppe più niente, ma in fin dei conti le foto furono scattate da lontano, ed è bello pensare che magari nessuno fu in grado di identificarlo. Anche Michael Chang a modo suo sparì, visto che non vinse mai più un Grande Slam.

In rete la data della partita di tennis non si trova, ma nell’archivio del Giornale invece si: il quarto turno del torneo parigino fu proprio giocata il 5 Giugno 1989.

 

L’immagine su questo blog è di Deborah Joy Bormann @deborahjoybormann.

Deborah nasce a Trieste, città di confine, da padre statunitense e madre spagnola. Vive a Bologna, Pisa, Amsterdam, Madrid, San Francisco. Una serie di coincidenze e passioni la porta a Torino, oramai città d’adozione.
Spirito indipendente, visionario e… disperatamente ottimista.
Madre, compagna, insegnante, arteterapeuta e artista.
Da sempre adora leggere, scrivere, pensare e creare.

Le idee espresse da Andrea nei suoi articoli non rappresentano necessariamente le opinioni e le convinzioni di Deborah.
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