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17Gen 23
Venereo-Paleolitico
A volte l’immagine che la donna contemporanea dà di sè sui social networks è quella della Venere Paleolitica con caratteristiche sessuali molto pronunciate (qui).
In un futuro distopico, l’uomo ormai privo del suo tradizionale ruolo “alfa”, potrebbe ritrovare un equilibrio curando in maniera maniacale il proprio corpo. Il nuovo maschio si presenterà sui social networks slogandosi la spalla per scattare selfie sempre più audaci: le turgide labbra a pesce, il sorriso accattivante, la posa provocante. Un “filo interdentale” solcherà il suo sedere, per poi, davanti, ricongiungersi a un rettangolo di stoffa talmente aderente da mostrare al mondo se è circonciso oppure no. Un domani, con pochi e mirati accorgimenti anche il più bruttino degli uomini diventerà attraente, e manderà in sollucchero le donne del suo tempo.
Per la legge del contrappasso, l’uomo del futuro, per ipotesi un imprenditore, riceverà la video chiamata di una giornalista con una proposta indecente: «Se ti spogli, pubblico un articolo su di te sul mio giornale» (qui).
I canoni estetici variano, ma la psicologia maschile resta uguale. La risposta del maschio che verrà sarà identica a quella del suo “antenato” contemporaneo a cui piacerebbe essere subissato di proposte indecenti: se sarà intrigato dall’audace giornalista magari dirà di si, in caso contrario declinerà l’invito, ma è poco probabile che urlerà il suo sdegno da verginello ferito.
La comunicazione è una parabola, non biblica, ma geometrica. Così come una pallina da golf colpita dalla mazza raggiunge il vertice alto per poi declinare armoniosa e simmetrica, la premessa di una parabola comunicativa non può contraddire il resto della sua logica. La donna che si presenta in modalità venerea-paleolitica e poi si scandalizza delle conseguenze, è come se sparasse alla pallina in volo, confondendo il gioco del golf con il tiro al piccione.
Quella confusione ha poco a che fare con l’uomo brutto e cattivo, e molto con i nodi irrisolti della “Venere” contemporanea che evidentemente disapprova i canoni estetici da lei stessa adottati.
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