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28Nov 23
Hic sunt leones
Apro con una citazione di Tocqueville: «Il desiderio di uguaglianza diventa sempre più insaziabile a mano a mano che l’uguaglianza si fa più grande». Un gruppo insorge quando la sua situazione migliora, non quando peggiora.
L’indignazione odierna contro il maschio prevaricatore pare uscita dal paradosso dello scrittore francese. Fortunatamente, i femminicidi in Italia sono tragedie che non fanno statistica, perchè hanno percentuali vicine allo zero (qui). La rabbia delle donne non nasce dai rimasugli di patriarcato, ma da un livello di emancipazione mai raggiunto in qualsiasi civiltà del passato.
Ai masculi contemporanei non basta più avere la fedina immacolata nei confronti delle donne. Un articolo al vetriolo di Monica Ricci Sargentini sul Corriere della Sera del 24 Novembre copre di ridicolo gli uomini che sostengono di non averne mai sfiorata una nemmeno con un fiore. Per dimostrare la colpevolezza del maschio in quanto tale, Sargentini snocciola dati Istat del 2018:
«La popolazione maschile rappresenta l’85% dei condannati, il 92% degli imputati per omicidio, il 99% degli autori di stupri, l’83% dei responsabili di incidenti stradali mortali, l’87% dei colpevoli di abusi su minori, il 94% degli imputati per pornografia minorile, il 95% della popolazione mafiosa, l’87% degli imputati per rissa, il 76% per furto, il 92% degli evasori fiscali, l’89% degli usurai, il 93% degli spacciatori, il 96% della popolazione carceraria».
Un’apocalisse. Ma siamo proprio certi che la rieducazione del genere maschile sia la strada giusta da percorrere?
Nella piccola enclave di benessere che è l’Occidente, la donna ha conquistato molto più spazio rispetto al resto della storia dell’umanità. La rieducazione dell’uomo avrebbe una sua logica (sballata) se i valori fossero uniformi in tutto il mondo. Ma là fuori è l’inferno per la donna progressista, emancipata, e vagamente inconsapevole che il suo afflato illuminato sopravvive solo nell’ecosistema di questa nostra bolla occidentale. E chi/cosa protegge la bolla dove la Sargentini scrive indisturbata le sue tesi audaci? N.A.T.O. Deterrenza atomica. Eserciti. Industria delle armi. Testosterone a palla. Violenza. Esattamente gli stessi ingredienti che la giornalista vorrebbe abolire dal menù.
La questione si complica se consideriamo che le città europee sono popolate da sacche di immigrati non integrati, portatori molto poco sani di culture dove la donna vale poco. Sono sicure le donne italiane di voler emasculare l’imperfetto, ma tollerante, uomo italico? Non temono che il maschio trasformato in Pantera Rosa (qui) da una educazione in stile Khmer Rosso, sarebbe presto rimpiazzato dal testosterone fuori controllo delle culture antifemministe che popolano le nostre città?
Spoiler: non lo temono, semplicemente perchè non ci hanno ancora pensato. Un passo alla volta, perbacco, e zero visione zenitale, sulle orme di Angela Merkel che in anni di “illuminata” gestione femminile, ha legato energeticamente l’Europa alla Russia, convinta in quel modo di imbrigliare quel maschio grezzo, violento e incivile di Vladimir Putin.
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