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21Feb 24
Elogio della disobbedienza e Julian Assange
La democrazia è viva se i suoi enzimi rompicoglioni sono liberi di funzionare e catalizzare. I disobbedienti come Edward Snowden e Julian Assange fanno parte di quella categoria.
Diamo per scontato che l’obbedienza sia un bene. Abramo era pronto a sgozzare come un capretto suo figlio Isacco, quando Yahweh lo fermò dopo averlo istigato. Questo gesto figura bene in letteratura e pittura, oppure anche nelle teste integraliste di religiosi fanatici, ma non si abbina benissimo con la democrazia che in questa fase storica è messa malissimo.
Qualche tempo fa un leone scappò da uno zoo. Lo ritrovarono che camminava avanti e indietro su un marciapiede, lungo la cancellata di un giardino: per lui le sbarre erano “casa”. Anche gli ex bimbi obbedienti, diventati uomini, sono così.
I bimbi obbedienti pensano fin dalla nascita entro i confini del recinto paterno, perché mai vorrebbero umiliarlo. i più combattivi lottano su ogni argomento: pensano di disubbidire, mettendo alle corde il pensiero paterno, mentre in realtà sbatacchiano come elettroni quantistici dentro parametri prefissati dal padre. Rimbalzano da una parte all’altra del box, e per il resto della loro vita non impareranno mai a pensare al di fuori di esso.
Da adulti, il box paterno si espanderà nel box del loro ambiente sociale. Quindi non è raro incontrare un uomo, ex bimbo obbediente, che cammina avanti e indietro lungo la cancellata. Ogni tanto, in un impeto esistenzialista, l’uomo obbediente afferra le sbarre del cancello e urla: «Perchè! Perchè! Perchè!». Un disobbediente che passa casualmente di lì, gli tocca la spalla e fa: «Uei, Ciccio: guarda che il campo è libero da questa parte». Niente da fare: l’ex bambino obbediente guarderà sempre dalla parte delle sbarre, perchè fuori dai confini socialmente accettabili, per lui è terra incognita. Di là c’è il caos. I leoni selvaggi. I disobbedienti pazzi come Julian Assange.
Le due categorie sono molto diverse. Un obbediente deve essere elogiato e ricompensato quando vende un aspirapolvere in più al mese. Il disobbediente, assolutamente no: l’elogio per lui è cryptonite, così come il consenso. Gli fa anche piacere riceverli, ma lo indeboliscono, gli tolgono energia vitale. Il disobbediente per stare bene, deve essere trattato di merda, anche perchè è un stronzo: il suo mestiere è purificare il sangue della società, facendo il cazzo che vuole senza guardare in faccia nessuno.
Dopo magnifici decenni di pace e di benessere in Occidente, i nostri amici ciccioni Americani battono i coperchi. Da anni eleggono Presidenti antitetici, che quando entrano alla Casa Bianca smontano come Penelope il lavoro di quello precedente, compresa la politica estera. Sta cambiando l’ordine mondiale, e con esso anche la nostra società. In questa fase, l’obbediente diventa disutile, se non pericoloso, perchè non sarà mai in grado di uscire dal vecchio paradigma.
Abbiamo bisogno che i disobbedienti scorrazzino liberi per indicare a noi ex bambini obbedienti dove guardare per andare oltre le sbarre. Per carità: nessun elogio, nessun piedistallo o insopportabile santino che lo indebolirebbero. Ma Julian Assange deve tornare libero. Non “adesso”, ma subito! L’alternativa è la parafrasi di un libro profetico scritto nel 2011 da Geminello Alvi: la democrazia verso l’ideale cinese.
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