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24Mar 24
Canarini in miniera
A volte viene il dubbio che tutti quei Paesi dell’est Europeo ritenuti di volta in volta strategici dalla Nato siano solo canarini in miniera, attraverso i quali l’azionista di maggioranza monitora quanto sia diventata (ir)respirabile l’aria. In caso di invasione russa, noi Nati Deboli invieremmo sacchi a pelo, elmetti e fionde per onorare l’articolo quinto di mutuo soccorso. I Nati Forti, qualcosa in più, ma c’è il sospetto che nessuno accorrerebbe per fargli la respirazione bocca a becco. “Cadere” è allo stesso tempo il dharma di ogni nuovo entrato, e la la sua misura strategica, attraverso la quale gli Stati Uniti capiscono se ai confini dell’impero c’è qualcosa che non va.
L’aspetto più impressionante dell’America è il fascino del suo mito: il Paese lusingato dagli Stati Uniti si fa baciare sulla testa, come Giorgia Meloni con l’anziano Joe Biden nello Studio Ovale. La nostra Presidente del Consiglio è stata al gioco, assecondando la propria natura da Pelo sullo stomaco, ma i politici più a est sembrano crederci veramente. Se domani l’America lusingasse il Kazakhstan, qualche “statista” Kazako potrebbe darsi fuoco in una piazza di Astana per quella causa surreale.
Ogni Paese sedotto dalla Nato abdica i propri interessi strategici e geopolitici a favore del leader occidentale. Tali interessi sembrano compatibili tra le parti solo in fase di seduzione, molto meno sotto pressione, come si è visto in Georgia nel 2008 e in Ucraina dopo il 2022.
Un esperto mi smentirà, ma forse solo due Paesi in Europa NON hanno abdicato la loro geopolitica. La Polonia, grazie alla sua natura “gonfia-sgonfia”: forte quando Germania e Russia sono deboli, debole quando i due vicini ingombranti sono forti. E la Francia, che come un pugile suonato, combatte contro la sua ombra, e non ha mai smesso di far finta di essere potente. Nel vuoto di un’eventuale ritirata Americana entro i propri confini, la Francia è l’unica di noi che sa come si fa, e la Polonia è l’unica a credere che sia possibile ridurre prima o poi l’impero Russo a spezzatino.
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