Questo articolo ironico-mitologico fu declinato al passato remoto nel 2706 da un lontano discendente del famoso blogger Otto von Sputnik, nato circa nel 1964 e morto a un certo punto del ventunesimo secolo, dopo la seconda guerra di indipendenza dal “dogma”.

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Nella lontana Primavera 2024, Federico Rampini evocò una suggestiva amalgama di nobili consigli individuali e collettivi, nel tentativo di porre un argine a quello che lui definiva “autolesionismo occidentale” nei confronti del resto del mondo: «Gli psicoterapeuti insegnano che se non hai un briciolo di autostima, se giochi a umiliarti e distruggerti, è difficile che gli altri ti rispettino» (1).

Coinvolgendo psichiatri psicologi e psicoterapeuti, Rampini si fece sponda su una categoria di persone che in seguito sarebbe stata giudicata responsabile della stessa crisi occidentale che il giornalista cercava di arginare. Per più di cento anni, gli shrink (strizzacervelli) furono i moderni cavalli di Troia, gravidi NON di Achei ma di dogmi, che gli Occidentali fecero entrare nei loro cervelli, permettendo agli shrink di commettere inenarrabili porcherie.

E’ bene ricordare che nel Ventunesimo secolo i Dottori non erano più gli stregoni dei secoli precedenti, ma già curavano. Gli shrink, invece, erano nella migliore delle ipotesi cartografi degli abissi umani; nell’ipotesi peggiore, pasticcioni che testavano tecniche terapeutiche in un ambito, la psiche, sconosciuta almeno come il mondo terracqueo nel dodicesimo secolo, quando furono disegnate le prime mappae mundi. Un conto era descrivere amabilmente l’uomo che scambiava sua moglie per un cappello, come aveva fatto lo psichiatra Oliver Sacks in un fortunato libro. Un altro era curarlo, in modo che alla fine della terapia il paziente sapesse distinguere l’una dall’altro.

Sempre nel 2024, Otto von Sputnik lesse sul Financial Times (2) un’intervista al luminare psichiatra Olandese Bessel van der Kolk, che definì “bizzarri” e “non completamente compresi”, pur elogiandoli, molti dei rimedi terapeutici contemporanei. Van der Kolk era particolarmente entusiasta dell’EMDR, quella tecnica durante la quale i pazienti rievocavano un ricordo doloroso, muovendo gli occhi come metronomi a destra e a sinistra. Sotto la regia di uno shrink qualificato, il ricordo doloroso scompariva, «E insieme al dolore, sparivano chissà quanti tasselli fondamentali dei rapporti relazionali e affettivi dell’inconsapevole cavia» pensava Otto.

Otto Von Sputnik era figlio di padre Tedesco e mamma Napoletana, e quando incontrava amici e conoscenti “trattati” con diavolerie analoghe, riscontrava le stesse anomalie in molti di loro, e sussurrava tra se e se: «’Nta capa staje cchiù pazze ‘e primm!». Otto non aveva i titoli per azzardare giudizi professionali sull’operato degli shrink, ma poteva legittimamente esprimere un parere umano: la persona che usciva dal trattamento era spesso molto diversa rispetto a quella che era entrata. Il paziente aveva barattato alcuni vincoli con il passato, che in quel contesto storico erano ritenuti “zavorra”, per una parvenza di serenità.

Von Sputnik aveva identificato l’anomalia come uno sdoppiamento della personalità dello psicoterapato in due entità: Lui e il suo GianLui. Quest’ultimo era diventato una specie di BadBank, veicolo finanziario che all’indomani del market crash 2008 permise di scorporare i titoli tossici dalle banche, spalmandoli allegramente sulla comunità.

Secondo von Sputnik, questo meccanismo di scindere Lui dal suo GianLui ebbe costi sociali enormi in termini di alienazione dei rapporti umani, proprio perchè GianLui era stato prima imbottito come una zampogna di tutte le colpe, per poi essere liquidato e smaltito nell’ambiente come una BadBank, rendendo impossibile un confronto razionale su argomenti troppo profondi con il “Lui” superstite.

Nel suo gusto del paradosso, Otto immaginava cosa sarebbe successo se mai uno STRAGISTA avesse beneficiato dello stesso trattamento terapeutico. In passato la locuzione “ha fatto cose buone” era riservata a ex satrapi caduti in disgrazia: il dittatore magari aveva commissionato omicidi politici e provocato guerre con milioni di morti, ma aveva anche “fatto cose buone”. In un mondo sano, tale locuzione era relegata nella nota a margine: quando c’era lui, i treni marciavano in orario (nota a margine). Gli shrink ribaltarono il paradigma, e la nota a margine diventò biografia. Lo stragista immaginato da Otto aveva tenuto aperto per qualche secondo un pesante portone della sala d’attesa, permettendo a una donna anziana di uscire un attimo prima che lui piazzasse la bomba. Quando anni dopo, l’immaginario stragista finì di scontare la sua pena, si sottopose a un ciclo di terapia, dove la nota a margine divenne magicamente biografia: «Filantropo, salvò una donna anziana da morte certa». E la strage? Sparì dalla sua memoria. E guai a chi osava ricordaglielo! Risposta tipica di tutti i matti “trattati”: «Ho imparato a non colpevolizzarmi su tutto».

L’intervista a Bessel van der Kolk sul Financial Times era nella rubrica “Lunch with the FT“, dove il giornalista e l’intervistato pranzavano e dialogavano insieme in un ristorante. Tra uno bicchiere di vino bianco e una chela d’aragosta, la giornalista chiese al luminare se, in futuro, tali rimedi da lui definiti “bizzarri” sarebbero stati giudicati alla stregua della lobotomia dei decenni precedenti. L’ineffabile van der Kolk rispose «Spero di si». Poi aggiunse che probabilmente gli shrink del futuro avrebbero riso dei loro predecessori (e delle loro tecniche terapeutiche).

Per essere certo di non aver male interpretato, Otto von Sputnik rilesse tre volte l’ultima frase (3). Poi, sfibrato, intercettò la sua immagine convessa riflessa in un cucchiaio, e domandò a se stesso: «Si’ tu chillo matto?». Esattamente come la lobotomia qualche decennio prima, l’EMDR rievocava l’effetto del “matto pacificato”, un risultato tranquillizzante per soddisfare principalmente l’amor proprio dello shrink disturbato.

Con il cucchiaio ancora in mano, Sputnik ripensò al giorno di qualche anno prima, quando lui stesso aveva cominciato a “mappare”. Non la psiche come gli shrink, ma i giorni dell’anno, cercando il filorosso tra eventi e le date di nascita di personaggi influenti. Una cara amica era rimasta conquistata dalla sua missione, senza peraltro nascondere un certo scetticismo: «Micino!» … (ebbene si: lo chiamava “micino”) … «Ti rendi conto che è come mappare il campo akashico? E’ impossibile, micino! Non fu fatto mai! MAI, micino! E’ come travasare l’oceano con un contagocce». In quor suo, Otto von Sputnik sapeva che aveva ragione lei, ma non fu mai tentato di abbandonare l’impresa. Continuò a leggere, studiare, catalogare in ordine cronologico, e scoprì cose interessanti. Trovò correlazioni tra persone ed eventi, ma appunto perchè il campo akashico, noto anche come “inconscio collettivo”, è praticamente infinito, fu impossibile trovare una rilevanza statistica, e comunque non sarebbe mai esistito un elaboratore capace di mettere insieme tutte quelle informazioni. Von Sputnik si accontentò di intuire l’esistenza di quel filorosso, e per quanto inafferrabile, e tutto sommato abbastanza inutile a livello pratico, il suo database era diventato un mezzo molto utile per ripassare la Storia.

A livello incomparabilmente più elevato, gli shrink avevano scoperto moltissime cose interessanti nel corso dei loro cento anni di mappatura della psiche umana, ma a causa della vastità della materia, la loro conoscenza era comunque paragonabile a gocce d’acqua, non dell’oceano come nel caso del donchisciottesco von Sputnik, ma di un piccolo lago (un esperto perfezionerà il mio termine di paragone). In seguito, quando questo semplice dato di fatto fu chiaro a tutti, gli shrink accettarono umilmente di essere declassati da Dottori a NanoDottori, subendo lo stesso destino di Plutone, declassato anni prima da NONO pianeta del sistema solare a NANO pianeta.

Durante i loro decenni di egemonia, gli shrink avevano messo in dubbio perfino il principio di causa ed effetto. Cos’è il principio di “causalità circolare”, pensava Otto, se non una razionalizzazione troppo semplice del rapporto tra una goccia di conoscenza rispetto a mille litri di ignoranza? Tesi e sintesi ricavate da prove statisticamente irrilevanti avevano portato gli shrink a operare su una base scientifica traballante, in un territorio vastissimo e inesplorato, dove “matti” inconsapevoli si immolavano a cavie in nome della s©iehnZ@h.

Sotto l’incantesimo del “soddisfatti o rimborsati”, gli shrink occidentali avevano esaltato oltre ogni ragionevole misura l’illusoria indipendenza dell’individuo rispetto al suo contesto sociale. Le parole “libehrtàh” e “demohcrahziah” erano diventate, sotto il regime degli shrink, troppo ISPIRATE a causa della tante “acca” ASPIRATE. Su questo tema furono organizzati dibattiti, simposi e interrogazioni parlamentari, durante le quali fu provato che le tante guerre occidentali con centinaia di migliaia di morti erano state scatenate in difesa delle “acca”, più che delle parole stesse, svuotate del loro reale significato.

All’inizio ci fu una rivolta viscerale, tipo Tangentopoli, con i NanoDottori vilipesi, e il demagogo di turno che cavalcava la tigre della rivolta contro di loro. Poi gli shrink si assestarono quietamente in una nicchia creativa e molto meno arrogante, dove coltivarono il gusto del dubbio anzichè del dogma, e dove il percorso diventò più importante del risultato finale. Per mantenersi, gli shrink riesumarono la ZAPPA da sette chili dei loro antenati contadini, senza mai abbandonare i loro interessanti studi. In seguito gli shrink raggiunsero nuove vette di conoscenza, e la donarono gratis all’umanità.

Ciccio Von Sputnik
25 Luglio 2706.

1. Corriere della Sera, 19 Maggio 2024.
2. Financial Times, 29 Giugno 2024.
3. Le parole esatte: «Van der Kolk’s book contains frequent admissions that the mechanisms behind many trauma treatments, some of which border on the bizarre, are not fully understood. He is particularly enthusiastic about eye movement desensitisation and reprocessing, or EMDR, in which patients move their eyes from side to side while remembering traumatic events. I ask if we will look back on such methods as laughably rudimentary in years to come, in the same way that we see bloodletting and lobotomies today. “I hope so!… It’s the nature of the beast, we always cling to stuff that to other people sounds ridiculous,” he says. “But I hope that 50 years from now we’ll be laughing at ourselves».

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