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30Ott 24
L’endorsement di questo blog a Donald Trump (lol)
Davanti alle immagini degli scimuniti che il 6 Gennaio 2021 scalavano le mura del Campidoglio, non avrei mai creduto di diventare un fan di Donald Trump. In questo articolo spiego perchè.
Nell’ultimo libro di Bob Woodward (qui), una significativa dimenticanza dell’autore ha fatto scattare il mio “bullshit detector”, un sensore mio interno che segnala la presenza di vere o presunte deformazioni della realtà.
Quando nel Gennaio 2021 Donald Trump lasciò controvoglia la Presidenza degli Stati Uniti a Joe Biden, mancava poco più di un anno all’invasione Russa del 24 Febbraio 2022, eppure, scrive Woodward citando una fonte autorevole, l’Ucraina non era ancora una priorità della politica estera americana.
Nell’Aprile 2021, foto satellitari rivelarono la mobilitazione di 110 mila soldati russi e mezzi militari al confine con l’Ucraina. Il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan pensò subito alla “pistola di Čechov”: se c’è una pistola in scena nel primo atto di una tragedia, quella pistola prima o poi sparerà, scrive Woodward.
In una telefonata del 13 Aprile, il nuovo presidente Americano ribadì al Presidente Russo “il risoluto impegno degli Stati Uniti in difesa della sovranità ucraina”, e propose un incontro.
Il 21 Aprile 2021, in un discorso alla nazione, Vladimir Putin menzionò l’invalicabile quanto indefinita “linea rossa”, riservandosi il diritto di tracciarla di volta in volta, anche se (immagino io) fosse facilmente identificabile da qualche parte nel significato della parola “Ucraina”, terra di confine.
Nel loro incontro del 16 Giugno 2021 in Svizzera, Biden e Putin parlarono molto di cybersicurezza, e molto poco di Ucraina, scrive Woodward. Nella conferenza stampa successiva, il Presidente Russo era sembrato “calmo, rilassato, e sorprendentemente sicuro di se”.
Il dettaglio che Bob Woodard dimentica di menzionare, è che il 14 Giugno, quindi appena due giorni prima del summit, i Paesi NATO riuniti a Bruxelles avevano deliberato la futura inclusione dell’Ucraina nell’alleanza atlantica, ma l’annuncio sarebbe stato divulgato solo il primo Luglio (qui).
A questo punto sono indeciso: è più evidente il tentativo di addomesticare la realtà storica da parte di Bob Woodward, o è più cocente la presa in giro di Joe Biden nei confronti di Vladimir Putin, ignaro che prima di quel vertice il suo interlocutore si era già impegnato a oltrepassare la linea rossa?
A dimostrazione della presunta buona volontà americana in quell’incontro di metà Giugno, Woodward riporta le parole del portavoce del dipartimento di stato Ned Price: “«Forse i Russi cercano di fare quello che stiamo cercando di fare noi», ovvero costruire una relazione stabile e prevedibile”.
Si sa che un pappagallo di Stato riporta la voce del padrone, non necessariamente il suo pensiero, ma la volontà di “costruire una relazione stabile” attribuita a Biden, ricorda l’identica strategia usata da Remo davanti alla linea rossa tracciata da suo fratello Romolo.
Seguendo la cronologia degli eventi, appare abbastanza evidente che la pistola immaginata a Jake Sullivan non apparteneva a Čechov, mentre una delle parti in causa fece di tutto per trasformare quella che era solo una commedia diplomatica, in tragedia.
Se in politica estera Kamala Harris rappresenta la continuità con Joe Biden, questo blog si schiera dalla parte di Donald Trump, nonostante i suoi fan scimmioni, scimuniti, e arrampicatori di monumenti nazionali.
L’ex Presidente Americano è forse l’unico in grado di fermare in tempi brevi questa folle guerra civile ex Sovietica, mentre i leader dei principali Paesi europei, anzichè gettare acqua sul fuoco, scelsero inspiegabilmente di abbracciare una delle parti in causa, portando il nostro Continente sull’orlo di una guerra nucleare.
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