Si sa. Gli ingegneri capiscono tantissimo di un tot, e niente di tutto il resto (nota 1). E’ sempre azzardato generalizzare, ma prima dell’emancipazione femminile, essi erano la preda preferita di donne nate mogli, perchè nella loro dimensione privata, gli Ing sono plasmabili come pongo, e riformattabili come floppy disk.

Non è un caso che Elon Musk, il più geniale ingegnere di questo primo quarto di secolo, NON studiò ingegneria. L’avesse fatto, magari NON avrebbe rivolto i suoi occhi in su, verso Marte. E poi ancora più in su, verso la Casa Bianca. I suoi finanziamenti furono decisivi per l’elezione di Donald Trump, che in cambio gli concesse un ruolo importantissimo nella futura amministrazione. Nell’Autunno 2024, l’entourage del presidente eletto ricordava in maniera inquietante un film apocalittico, Don’t look Up.

In quel colossal del 2021, Meryl Streep interpretava una svalvolata Presidenta degli Stati Uniti, in balia del suo principale finanziatore, genio ed eccentrico, che in cambio ebbe accesso illimitato alla stanza dei bottoni. Un giorno, il genio dissuase la Presidenta dal distruggere una cometa grande come l’Everest in rotta di collisione con la Terra. Il piano era fare avvicinare il corpo celeste, per poi disintegrarlo appena in tempo, e recuperare nell’oceano i preziosi frammenti.

Finì malissimo.

Trump incaricò Musk di sfoltire il blob ridondante dello stato profondo americano, burocratico e tecnocratico, che lo aveva boicottato durante il suo primo mandato. Nelle elezioni 2024, più del 90% degli elettori a Washington DC avevano votato per Kamala Harris, e ora Elon si apprestava a fare una cernita dei milioni di funzionari, generali, diplomatici, analisti del Pentagono e Dipartimento di Stato.

Su scala minore, nel 2014 Matteo Renzi aveva tentato di rottamare i burocrati dello stato italiano, i famigerati mandarini. Renzi durò appena un paio d’anni, mentre i mandarini stanno sempre là, come a primavera sugli alberi le foglie.

Quella di Musk fu una missione quasi impossibile, ma se ce l’avesse fatta, e poi qualcuno NON lo avesse fermato, egli magari avrebbe continuato a sfoltire a oltranza, come già con Twitter. Contenerlo o meno, avrebbe tracciato il confine tra opera meritoria e catastrofe. Nel 2024, molti dubitavano che Trump sarebbe stato in grado di tenergli testa.

«Dobbiamo proteggere i nostri geni» disse Donald Trump dopo aver vinto le elezioni. In quelle stesse ore, Elon Musk postava il fotomontaggio di sè stesso nello Studio Ovale con in braccio un lavandino.

 

Nota 1: non sapevo che amici ed ex colleghi ingegneri leggessero il mio blog. La mia è una banale generalizzazione, quindi arbitraria per definizione, e quando l’ho scritta non avevo in mente qualcuno in particolare.

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