Vittorio Alfieri (nato il 16 Gennaio 1749) scrisse «volli sempre, fortissimamente volli», e per non distrarsi si fece legare a una sedia. Il 16 Gennaio 1945, Adolf Hitler scese nel bunker convinto di poter ancora vincere la guerra persa. Anche quella era forza di volontà, seppure protetta da un paraocchi. Prima ancora, il Führer viveva in una bolla percettiva, e abbassava le tendine del treno per non vedere i soldati macellati tornare dal fronte.

Eppure non è così semplice. Steve Jobs fu l’altra faccia della medaglia. Il suo reality distortion field piegava la realtà. Jobs sapeva trasformare una potenziale bugia in prodotto, e un prodotto in verità. Quindi, non è facile distinguere chi scende nel bunker da chi plasma il futuro.

Emmanuel Macron viene sempre descritto come persona estremamente intelligente. Il suo pensiero positivo e inclusivo lo portò all’Eliseo: Francia, e “en même temps” Europa. Destra e allo stesso tempo Sinistra. Gatto di Schrödinger vivo, ma in fin dei conti anche morto. Oggi i suoi consensi sono al minimo storico (17%): marginalizzato in patria, si è calato nella politica estera con lo spirito dello struzzo che nasconde la testa nella tana sotterranea, lasciando il sedere esposto alle intemperie.

Macron è la sintesi dell’Occidente dalla fine della guerra fredda: bombe denominate “intelligenti”, ignorando che a fare la differenza è pur sempre il dito stupido di chi schiaccia il bottone. Le primavere arabe del 2011 salutate come democrazie. La parola peacekeeping usata come la tendina del treno per non guardare in faccia la guerra.

Vittorio Alfieri pensava positivo e si fece legare alla sedia. Emmanuel Macron pensa positivo e si è legato alla cadrega. E noi europei, col sorriso ebete, legati a lui.

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