“Non c’è volgarità degli squadristi della politica che possa turbare la grande felicità che la nascita di un bimbo provoca. Condivido con il mio compagno una scelta e un percorso che sono lontani anni luce dall’espressione “utero in affitto”. Questo bambino è figlio di una bellissima storia d’amore, la donna che lo ha portato in grembo e la sua famiglia sono parte della nostra vita. Quelli che insultano e bestemmiano nei bassifondi della politica e dei social network mi ricordano quel verso che dice: “ognuno dal proprio cuor l’altro misura” (anche se capisco che citare Dante non faccia audience)”

Queste le parole con cui Nichi ha ringraziato il suo pubblico. L’oscar come miglior comunista d’Europa, miglior alchimista, come non esempio in un ruolo da non protagonista e più brutta mammo d’Italia goes to Nichi. Ragazzi l’Oscar l’ha vinto lui. Sì, Di Caprio e Morricone, d’accordo. Uno lo sfottevano, l’altro è vecchio. L’Oscar lo ha vinto Nichi. Punto.
Pensate sia facile assemblarsi un figlio? Un pezzo qui, un pezzo lì; la gravidanza da seguire, i ruoli di cui tenere conto – soprattutto a vent’anni da oggi -, le ecografie, i selfie su whatsapp con il pigiamino azzurro in mano – ci siamo quasi! -, i dottori da sentire, le mani da incrociare davanti al caminetto, i bagagli da preparare, le telefonate da fare… Uff! Che stress! Quasi, quasi conveniva avere la patatina per farlo in natura un figlio…

Già si sente in casa il piccolo Tobia chiamare i genitori: “Mamma Nichi? Papà 135.000?”

Un Oscar non facile per un film impossibile. Nichi, che lo ha vinto anche per la peggior interpretazione di un madre. Riassumendo la situazione che ha portato al riconoscimento più ambito per Nichi Vendola. L’ex governatore della Regione Puglia è diventato mammo/a/e/i/o/u di un bambino del quale il vero padre (o padre naturale o padre genetico o santodioaiutacitu) è Eddy Testa, il quasi quarantenne fidanzato di Vendola, la madre vera (o madre naturale o..etc) è una californiana e l’utero in prestito è di un’indonesiana. Uno spaccio folle di ovuli e spermatozoi, un cast incredibile, inscenato da un signore in lotta per la dittatura del proletariato da anni, già PCI, poi Rifondazione, poi capopopolo di SEL, ora in continua evoluzione a pugno chiuso, che per fare il mammo ha speso più di 100.000 Euro.  Un immenso gettito di umanità per un Nichi che rideva al telefono sui tumori dell’ILVA. E noi, poi, saremmo squadristi perché obbrobriosamente schifati da figuri e situazioni del genere? Fà una cosa Nichi, pigliati a Eddy, al (povero) piccolo Tobia, alla foto di Stalin, Lenin, Mao Tse Tung, Carlo Marx, Cip & Ciop, all’indonesiana, alla California, e vai dove più ti aggrada, magari lontano dall’Italia squadrista, bigotta, cafona e cattolica.

È facile fare il mammo col vitalizio degli italiani. Ciao Nichi, insegna agli angeli come si governa la Puglia.

And the Oscar goes to…

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