Corri a riprenderti il tuo tempo. Sii uomo e non schiavo. Lettera a un maturando.

Una lunga, disillusa e sincera lettera al maturando. Già immagino quanto starai fremendo. Ti si è fermato tutto intorno, vedi solo il foglio, assaggi la disciplina. La stessa che ti hanno fatto vivere durante gli anni. Ma oggi si fa sul serio. Non ci si gira, non ci si alza. Si rimane in silenzio. Fermo al banco. Sei ore, più lunghe del solito. Un supplizio. Mi ricorda il concorso nei carabinieri, gli assomiglia, ma è ancora presto, non sai cosa significa confondersi tra tanti coetanei che non vedono l’ora, dall’alba di un giorno qualunque, di mettersi gli alamari sul collo. […]

  

Vannacci e Salis: una furbata “generale”. Tra emotività elettorale e paragoni osceni

La classica operazione da compagni: da un lato, la santificazione che porta sulle spalle il peso dell’immagine immediata, sporca e subito, dall’altra, la continuità della specie ideale, chiamando a raccolta qualsiasi compagno nel raggio di cento metri dai quartieri più ricchi delle città: non importa il nome del candidato, del segretario, del partito, del simbolo, occorre votare, sostenere, diffondere le qualità del prescelto o della prescelta. Ne sa qualcosa proprio Ilaria Salis in quel di Milano. Un’operazione legittima dal punto di vista della spietatezza politica – di cui la sinistra italiana è maestra indiscussa – ma infantile e imbarazzante da […]

  

Si vergogni chi sta facendo ideologia sul cadavere ancora caldo di Giulia. L’emozione ha sostituito la ragione e la nostra è una società malata

Rieducazione, cultura, condanna, patriarcato, maschilismo. Una ragazza è morta, è ancora calda e qualcuno, anziché implorare – perché in questo Paese è necessario farlo – chi dovrà far rispettare la legge, affinché la condanna dell’ex fidanzato di Giulia sia talmente ferrea da essere d’acciaio – considerata l’eccitante certezza della legge del carcere… – moralizza l’esistente, sputando sentenze su tutta la generazione maschile vivente. Ovviamente bianca, eterosessuale e figlia di una “classica” famiglia italiana, come residuo borghese altamente tossico per la nuova immagine di famiglia degenerata, pardon: senza genere alcuno. Tossicità è la parola del giorno, la stessa che gonfia le […]

  

Dallo spot (ottimo) di Esselunga, a IT-Alert: contro la società della pesantezza, dell’isteria e delle risse quotidiane

La pesantezza generale è diventata insopportabile. Siamo diventati insopportabili. Grassi e oliosi Jabba the Hutt frustrati, isterici, lagnanti, piangenti, sofferenti. Botoli ringhiosi incarcerati nel Trittico del Giardino delle delizie di Bosch, in cui il confine della dignità della parola, dell’agire rispetto alla costruzione di un pensiero, del saper stare al mondo, del ragionare sopra le cose, è spezzato da orge di opinioni e bocconi di nozioni pescate qua e là, dal talk show, al verbo santo del leader di partito, fino al social, e cucite poi in fretta, senza approfondimento per nutrire un critico pensare, utili a manifestarsi nel neo […]

  

Perché eliminare Verga dai programmi scolastici, come afferma Susanna Tamaro, è pericoloso. Altro che inutile bega letteraria…

Susanna lascia il Tamaro in bocca: ci sono testi davvero difficili e anche brutti, così anche la lettura e la comprensione di Verga dovrebbe abbandonare i programmi scolastici. Questo, parola più, parola meno, ha affermato Susanna Tamaro al Salone del libro nelle scorse ore. Attenzione: lungi da me amplificare una bega letteraria utile come due glutei senza ano; si tratta, al contrario, di ragionare sulla pericolosità concreta di uscite simili. La formativa durezza del verista sostituita dalla soffice nuvola di scambi psicologici spuntati, come un fioretto di silicone, testi con la punta arrotondata. Atterriti di fronte alla solita fantacazzata che, […]

  

Un uomo ci vuole salvi da ciò che ci sta distruggendo: in memoria di Dominique Venner a dieci anni dal suicidio

Una revolverata in fronte. Una botta di pistola secca che riecheggia nelle navate di Notre Dame ancora non violentata da un fuoco senza nobiltà. Dieci anni fa si toglieva la vita Dominique Venner in un rito di purificazione, dinamitardo, allarme per il mondo libero, ancora con gli occhi aperti rispetto: “Io mi do la morte al fine di risvegliare le coscienze assopite. Mi ribello contro la fatalità del destino. Insorgo contro i veleni dell’anima e contro gli invasivi desideri individuali che stanno distruggendo i nostri ancoraggi identitari, prima su tutti la famiglia, intimo fondamento della nostra civiltà millenaria. Mentre difendo […]

  

Tra una sciocchezza e l’altra, Michela Murgia ci “piglia”: il Cristo personale e la semplificazione sono la fine della Fede (e della Chiesa)

Michela Murgia chiamandoci “semplici” intendeva darci degli stupidi, a noi cattolici. Ma poco importa, basta porgere l’altra guancia. Eppure, la cristianità ha un problema con la semplicità e questo è evidente. Ma non perché i suoi fedeli, oggigiorno, si avvicinino pericolosamente al rifiuto della materialità come fine primo della vita e del bisogno terreno, così come predicato dal Poverello d’Assisi o come risultato dell’esempio dei santi. Più che di semplicità, infatti, potremmo parlare di semplificazione, in un senso, ovviamente, più chirurgico e profondo rispetto a quello evocato con enorme tristezza da Murgia Michela mentre svolge il suo perfetto e fantascientifico […]

  

La sinistra pensa ai rave, le partite Iva pensano al suicidio tra le bollette. Cara destra non legittimare l’infantilismo della sinistra

Il trappolone sotto al Cuppolone. Ora tutto il quartier generale della destra pensante e operante è chiamato a Roma per governare il Paese. E sotto al sole del Cuppolone dovrà dimostrarsi matura. Nell’attesa che si declini la triade santa che Sgarbi neosottosegretario alla Cultura ha evocato (più cultura nella politica, patrimonio e conservazione), quest’ultima deve interrompere il loop rigenerante dei poveri orfani di Chomsky e Marcuse, dei nipoti zoppi di Gramsci e Marx: andare da A a B, dalla costruzione alla provocazione, che è distrazione. La destra condanna i rave? La sinistra ne fa IL caso politico, sociale, quotidiano, culturale, […]

  

Per quella fiamma tricolore qualcuno è morto, per il simbolo del PD qualcuno ha trovato la poltrona

È allettante leggere Letta e la Segre che dicono alla Meloni di eliminare la fiamma tricolore dal simbolo di Fratelli d’Italia. Per quel simbolo, per aver creduto nella visione di mondo e di uomini, nella trasmissione e nell’ideale che porta con sé, qualcuno è anche morto, altri hanno avuto la vita distrutta, tanti, invece, pestati di brutto; per l’altro, al massimo, qualcuno si è beccato una poltrona, venendo a sapere della notizia mentre Joao gli portava le pantofole e delle noci macadamia fresche, in un attico del Pantheon. Ma è normale: chi ha rinunciato alla propria identità, questo non lo […]

  

Quei padri di tutti che avrebbero salvato il mondo dall’impazzimento, se solo non avessimo scelto di suicidarci

Una traduzione in arte che non chiede permessi. Non una triste ricorrenza obbligata a porte semi chiuse, con sedici persone, dedicata ad Heidegger, essenziale a cogliere il nichilismo, in cui però, il gelataio di Vigevano, incuriosito, presente lì per caso, non arriva neanche lontanamente a concepire di cosa stiamo parlando, nel loop di una vuota masturbazione rituale. Una traduzione in arte: dalla mostra, al libro. Da un linguaggio, all’altro. Necessaria e testarda stimolazione sensoriale nell’epoca della secchezza dell’anima. Ci vuole coraggio per infilarsi nell’assenza del senso, come mettere le mani tra due cani che si sbranano; ce ne vuole per […]

  

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