La sinistra pensa ai rave, le partite Iva pensano al suicidio tra le bollette. Cara destra non legittimare l’infantilismo della sinistra

Il trappolone sotto al Cuppolone. Ora tutto il quartier generale della destra pensante e operante è chiamato a Roma per governare il Paese. E sotto al sole del Cuppolone dovrà dimostrarsi matura. Nell’attesa che si declini la triade santa che Sgarbi neosottosegretario alla Cultura ha evocato (più cultura nella politica, patrimonio e conservazione), quest’ultima deve interrompere il loop rigenerante dei poveri orfani di Chomsky e Marcuse, dei nipoti zoppi di Gramsci e Marx: andare da A a B, dalla costruzione alla provocazione, che è distrazione. La destra condanna i rave? La sinistra ne fa IL caso politico, sociale, quotidiano, culturale, […]

  

Per quella fiamma tricolore qualcuno è morto, per il simbolo del PD qualcuno ha trovato la poltrona

È allettante leggere Letta e la Segre che dicono alla Meloni di eliminare la fiamma tricolore dal simbolo di Fratelli d’Italia. Per quel simbolo, per aver creduto nella visione di mondo e di uomini, nella trasmissione e nell’ideale che porta con sé, qualcuno è anche morto, altri hanno avuto la vita distrutta, tanti, invece, pestati di brutto; per l’altro, al massimo, qualcuno si è beccato una poltrona, venendo a sapere della notizia mentre Joao gli portava le pantofole e delle noci macadamia fresche, in un attico del Pantheon. Ma è normale: chi ha rinunciato alla propria identità, questo non lo […]

  

Fascisti ovunque. Ecco chi sono e perché sono il male (più del green pass)

Sarei sempre stato curioso di chiedere a Virginia Raggi chi fu Alessandro Pavolini o Nicola Bombacci, al limite Ettore Muti. Poi, mi sarei ripromesso di invitarla a pranzo a Trastevere, cercando di capire perché mai Roma, a cui il fascismo diede molto in termini architettonici e urbanistici (consiglio la lettura di “La Roma di Mussolini. La più completa ricostruzione delle trasformazioni della città durante il regime fascista”, di Paolo Sidoni per Newton Compton Editori), quantomeno per lo spazio occupato con una precisa visione,  non meritasse un museo del Fascismo – come lei stessa ebbe a dire chiaramente -. Misi sul […]

  

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