Sarei sempre stato curioso di chiedere a Virginia Raggi chi fu Alessandro Pavolini o Nicola Bombacci, al limite Ettore Muti. Poi, mi sarei ripromesso di invitarla a pranzo a Trastevere, cercando di capire perché mai Roma, a cui il fascismo diede molto in termini architettonici e urbanistici (consiglio la lettura di “La Roma di Mussolini. La più completa ricostruzione delle trasformazioni della città durante il regime fascista”, di Paolo Sidoni per Newton Compton Editori), quantomeno per lo spazio occupato con una precisa visione,  non meritasse un museo del Fascismo – come lei stessa ebbe a dire chiaramente -. Misi sul piatto cinque euro e cinquanta, da giocare col triste me stesso, sul fatto che di tutto questo non avrebbe avuto e non avrebbe idea. Così come la ex prima cittadino (definizione nata per non turbare animo alcuno) di Roma, molti e molti altri. Ma della storia, chi se ne frega, corretto? Del resto, dopo che a Milano è già stata promessa una mozione nel primo consiglio comunale del nuovo corso, in cui si chiede l’equiparazione di nazismo, fascismo e comunismo contro ogni forma di violenza e totalitarismo, io, trentaquattrenne, già non mi sento più figlio del mio secolo e mi chiedo per quale motivo sia condannato a vivere in quello scorso, rianimato continuamente. E così, credo, molti di noi, a fare i conti con il green pass, le bollette della luce, il mutuo e altri simpatici amici degli italiani, come il fisco.

Alla fine di questa giravolta, ma chi sono ‘sti fascisti? Cerchiamo di delineare, aderenti al reale, una figura dei protagonisti del momento, since 1922, quelli che assaltano la Cgil senza alcun impedimento formale, che hanno creato e diffuso il coronavirus e che hanno, certamente, alzato il valore dello spread. I fascisti sono, anzitutto, immaginari, proprio come gli amici dei figli di chi vede il fascismo ovunque. In secundis, costoro sono un’allegoria. La personificazione di un dramma isterico, cioè quelli che, per credo, per convenienza, per scioccheria – nessuna più alta dimensione è contemplata, altrimenti andrebbe scomodato Gentile e un minimo di lettura pro capite – sono alternativi all’imposto. Ovvero a un mondo che puzza di neoliberismo spinto, globalizzato, ipertrofizzato, senza confini, né identità, migrante, senza Credo, né sesso, col monopattino firmato Starbucks, in cui la massima forma d’uomo è un uomo folla (nel ricordo di Gustave Le Bon, perfezionato da Ortega y Gasset qualche anno dopo col suo “La ribellione delle masse”) che vive di sola gratificazione istantanea, pronto a votare o a vendersi a chiunque garantisca le sue necessità di sopravvivenza. Così, i fascisti di oggi sono fantasmi del natale passato e presente. È impossibile capire la politica Spa della sinistra odierna – passata dagli ultimi e dalle periferie, a essere essa stessa periferia della politica; passata dalle imprese eroiche dei lavoratori (figuratevi, penso a Caparezza con Luigi delle Bicocche), alle imprese degli imprenditori amici e padroni – senza coglierne il profondissimo stato di agitazione emotiva. Allora cosa sono i fascisti? Ecco una seconda ipotesi: l’incarnazione della fase isterica, ansiosa e insicura della sinistra adolescente che ha rinnegato se stessa, da Gramsci a Marcuse: la non accettazione del diverso vincente nell’opinione pubblica; la non accettazione della possibile sconfitta, l’idea che esista un’alternativa (per carità, flebile e monca, ma esistente) capace di spazzarla fuori dalla storia del presente.

Ad un tratto viene da chiederselo: se neanche il Pci ebbe la pretesa di rendere illegale l’Msi, almeno per la furba furbizia di offrire una parvenza di confronto democratico che non lo rendesse spocchiosamente totalitario, come può, oggi, un Pd qualunque chiedere l’esclusione, nel raggio del pluralismo e della libertà tipicamente occidentale che ci si frega ogni giorno di più, di Fratelli d’Italia “dall’arco democratico e repubblicano”, parola di Giuseppe Provenzano, vicesegretario del Partito Democratico? Chi c…o ha dato le chiavi della vita nostra al medesimo?

Di questa curiosa e brevissima vacanza della decenza, si è accorto anche l’attento Piero Sansonetti.

Insomma, considerato che viviamo nel migliore dei mondi possibili, il più evoluto ed emancipato, maturo in quanto a civiltà, e trattando di immaginazione, perché non possiamo chiudere fuori “dall’arco democratico e repubblicano” il Pd figlio di quei comunisti italiani fraterni sodali dei comunisti titini, unici responsabili dei massacri delle foibe? Di grazia, ma di cosa stiamo parlando?
Ma non eravamo stati liberati dal fascismo di ogni tempo e di ogni versione, grazie al sacrificio dei nostri nonni? Siamo certamente d’accordo sul fatto che la lotta antifascista sia una prosecuzione, un’eredità. Ma oggi, questa incredibile battaglia – come se l’Italia fosse nata dalla Resistenza – risponde a un assunto elementare: fascista è qualunque cosa. Perciò nulla è fascismo se non per mera distrazione, se non per leggiadra paraculeria politica.

Feticismo, isteria, adolescenza. Scusa, pretesto. Ansia da urne. Spaventevole popolo alla sinistra avverso. Una distrazione, una paura, un’angoscia lenta, coltivata in un accurato magistero di menzogne. Insomma, questi ca…o di fascisti sono tutto tranne che fascisti. E se tutto è fascismo più nulla lo è. Dormiamo tranquilli stanotte: dal 15 ottobre il green pass detta la nostra vita e la bolletta della luce continua ad arrivare. Per quei pochi forsennati che mi leggono: prima o poi imparerò la colta imperturbabilità di Camillo Langone. Per il momento è difficile.

Cosa sono i fascisti? A chi pretende l’estinzione di tutto ciò che si pone come alternativo all’imposto, scoprirlo.

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