giuseppe-cruciani-youtubeIo sto con Cruciani, benedetto figlio, perché non se ne può più. Ci sto un po’ di meno perché infilare nazismi e fascismi ovunque, alla Sgarbi maniera, è una mania infinita per giustificare ogni cannibalismo mediatico, per giustificare frettolosamente tutte e 50(mila) le sfumature di decadenza italiana. Ci sto un po’ di meno per i modini non proprio garbati, ma fanno il personaggio (evviva la coerenza, almeno in questo caso, del passato poco mi frega) del resto se te la cerchi qualcosa deve succedere, antica frasetta fatta, inflazionatissima nel mondo libero e messa al bando dal politicamente corretto ma sempre verissima. Ci sto un po’ di meno dalla sua parte ma poi ci penso, anzi ci ripenso, e, se togli di mezzo la futilità di tutti questi insulti e, forse, degli eccessi di questa tenzone davvero singolare, se fai finta di dimenticare la volontà di far breccia nell’audience, forse è giusto che sia così. È giusto che sia così perché la contropartita dell’animalismo, nella fattispecie Vassallo Valerio, tra sputacchi nei panini di poveri mangiatori a bordo strada – che magari hanno mezz’ora di pausa dal secondo lavoro per mantenere i due bambini a casa – paragoni tra le barbarie di Auschwitz e gli animali uccisi a scopo consumo umano, il “pedofilo” volato verso Cruciani sotto Radio 24, sia un pochino esagerata, anzi del tutto insopportabile; sembra un giochino di bimbi viziati più che nobile esempio di militanza negli iperveloci e fuori di senno anni 2000, testimoni di troppa povertà e crisi, di vite spezzate e di disumanità incredibili. Sono un tantino la riprova di una libertà malata e fasulla come gli orologi di contrabbando. Dai su, solo in questo mondaccio frivolo e frigido c’è spazio per qualsivoglia folle eccesso di libertà, oratoria e pensatoria. Cruciani non c’è andato sottile, diciamocelo, ha un filo esagerato, quel salame è un po’ trash, un po’ Cicciolina in parlamento, un po’ Razzi candidato sindaco a Roma ma è tanto italian style. E ci siamo capiti. Però è tanto sincero, è tanto umana, normale reazione. Normale, una vecchia gran parola.

In cuor nostro ne scriviamo e ne pensiamo ogni giorno. Ma come c…o fa ad andare avanti il mondo, già malato, genuflesso e rincoglionito, se adottassimo alla lettera ogni filosofia moderna basata sulla salvaguardia di un’idea (tanto per…) e sullo sfracellamento del genere umano, respirianesimo, vegan, ultravegan e simili docet. Storture, che nascono in buona fede e finiscono per diventare un assurdo conato di impazzimento, un’iperbole continua, uno strumento militante che non deve giustificare violenza (a paraculi…) e una pretesa di diritti, come sempre oggigiorno, una pretesa di diritti inviolabili e sacrosanti. E che palle! Anche i difensori degli agnelli, i distruttori degli allevamenti, gli schifatori degli uomini loro simili con una certa rabbia poco velata e (quasi) senza condizioni, continuassero, piuttosto che rimodulare le millenarie abitudini del genere umano, a prendersi cura degli animali davvero maltrattati, come negli allevamenti abusivi di tante bestie a due zampe (lì sì che hanno ragione), quelli che alla domanda “Se tua madre si potesse salvare solo usando un farmaco testato sugli animali che faresti?” rispondono in un chiarissimo gettito d’ipocrisia “Penso proprio che dico “Mamma, se ti vuoi curare, mi dispiace però non puoi più essere mia madre. Sono un naziveganocome pronunciato da Vassallo all’intervista doppia de Le Iene -. Anche gli schifatori degli uomini loro simili vogliono la loro porzione di storia, così, d’emblée. Emminchia! La storia si conquista e io sto con Cruciani, che possa fregare o meno, quello della reazione maschia e logicamente lineare, di uno che ha detto chiaramente le cose come stanno, in mezzo a questo merdaio a cielo aperto.

Io sto con i picchiatori dei deliri della modernità. Assolutamente nulla, assolutamente, verso chi si prodiga contro la devastazione del nostro pianeta, nulla di personale contro Vassallo Valerio, tanto, troppo, tutto contro l’esasperazione infinita.

Io sto con Cruciani e col suo salame da battaglia a patto che però poi tutta questa storia finisca presto, presto.

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