Questa (non) è una tv per vecchi (compagni). E menomale! Un’offerta, quella della Rai, così innovativa e non politicizzata, che aspettiamo solo l’ufficialità della riprogrammazione estiva dello sbarco dell’uomo sulla Luna del ’69 e dei funerali del compagno Togliatti, in prima serata. Dopo l’Italia calcistica anche quella televisiva, almeno una parte di essa, si schiera in formazione. L’allenatore Campo dall’Orto, assieme ai collaboratori Carlo Verdelli e Francesco Merlo, schiera Santoro, Fazio, Augias, Lerner, Gramellini, Heather Parisi e Lorella Cuccarini, con lo show “Nemica amatissima” che “rischia di diventare l’evento televisivo dell’anno”, così come scrive IlFatto – mamma mia!, vien da dire -, Celentano e Mina, in una serata speciale di dicembre.  Sembra però che saranno della squadra anche Antonio Gramsci, con un talk sui giovani, Don Lurio, Totò e Giovanni dalla Bande Nere al posto di Roberto Giacobbo in Voyager.
Ora, a me elettore di centrodestra, uomo non di sinistra, di trent’anni, alfabetizzato, io, come tanti, non necessariamente di trent’anni, che non credo nel mondo senza confini, nell’estrema tolleranza, che schifo un pochino, giusto un pochino, la retorica moderna di (questo) Stato, l’egemonia culturale imperante odierna, la strategia dell’accoglienza, mentale e fisica, coatta – all’ “islam spiegato in prima serata” di Lerner preferisco quello di Magdi Cristiano Allam -, io che un pochino conservatore sono. A me, a noi, date un buon motivo per apprezzare la nuova scelta di Campo Dall’Orto, la “nuova” vecchissima Rai: date un valido motivo per pagare il canone. Salveranno lo share ma non la dignità la litigata di Vespa con Brunetta. Passi l’intrattenimento di massa di quarta scelta scialbo e retrodatato peggio del peggior Hipster, come Tale e quale show e simil cantando.
Ma all’esclusione di Porro ho avuto un sussulto; a quella di Buttafuoco una fitta forte: all’annuncio della squadra di governo, ehm, pardon, di palinsesto della Rai, sono caduto sul selciato gridando, incosciente e sbaveggiante: aridatece Mixer de Gianni Minoli, aridatece Mixer de Gianni Minoli, vi prego; e visto che ci state aridateci pure Giorgio Almirante ed Enrico Berlinger. Ecco, l’ho detto, io, uomo non di sinistra, di trentanni. Meglio i racconti dei padri che la porcheria politica odierna, spudorata e grottesca.

La Rai dei Santoro, Fazio, Augias, Lerner e, come evoca sacrosantamente Luigi Mascheroni su Il Giornale di oggi: “ dei «nuovi» Gramellini? Il distretto di (centro)destra è rimasto, ancora una volta senza rappresentanti in tv. Come da tradizione. Che, in Rai, è il massimo dell’innovazione”.

Ah, che bella la plastica sui divani della zia tirchia, immagine che ebbi modo di evocare. Quant’è bella la mentalità provinciale, quel cambiare per non cambiare che non offre nulla. Quelle belle cantate tutti insieme sul palco dei ripescati dal nulla, dalla fine che prima o poi arriva, o dalla Russia, dal Tagikistan , dove vanno forte, altro che nazionalpopolare, tipo Toto Cotugno, quello del partigiano come Presidente. Quelle belle cantate tutti insieme, in prima serata, rievocando l’italianità con la muffa, il circoletto degli eletti; una (poco) allegra gita al mare a Civitanova Marche del centro anziani Rai. Signore mio.

Prosegue in maniera poco pudica la lottizzazione politica, il grande gioco ai castelli del Sacro Toscano Impero di Renzi.
Arrivederci, pluralismo, ciao, parafrasando Caterina Caselli. Il canone? Ma vi siete bevuti il cervello? Piuttosto tornare a fare beneficenza nell’anno del Giubileo della misericordia.

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