06Giu 24
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«Una mobilitazione eroica che, pur essendo in sé cosa esclusiva del singolo, sia fatto politico – ecco l’unico modo autentico per essere nella politica dalla parte dello spirito». Densissime, queste righe sono tratte dai ricchi quaderni di Roberto Melchionda (1927-2020), parte di uno zibaldone bibliografico non ancora messo in forma, un’imponente mole di manoscritti, bozze di articoli pubblicati, inediti e appunti ancora in cerca di editore, che nel frattempo hanno generato un agile libretto dedicato a Ernst Jünger. Uscito con il titolo Ernst Jünger. La politica dello Spirito nella collana “Minima Letteraria” edita da Bietti, è un corpo a corpo […]
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21Feb 24
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«È tutta propaganda!», «Lei è un propagandista!». Seguite da un invariabile «pagato da…», non è un caso che espressioni del genere volino a destra e a manca in sincrono con l’ossessiva polarizzazione del “dibattito pubblico” intorno ad alcune questioni, succedutesi, da un giorno all’altro, senza soluzione di continuità – e una ragione c’è, come vedremo. Usato come anatema per squalificare l’avversario, il termine ha finito col perdere i propri connotati, diventando una specie di passe-partout. Fa un po’ di chiarezza sulla questione uno studio dato alle stampe nel 1962 dal sociologo francese Jacques Ellul, pubblicato di recente in traduzione italiana […]
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04Ott 23
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Spesso derubricato nell’aneddotica letteraria, c’è un episodio che spiega la creazione artistica meglio di mille trattazioni accademiche: è ciò che accade a Samuel Taylor Coleridge quando scrive il celeberrimo Kubla Khan, viaggio negli spazi aperti dell’Immaginazione Creatrice. Ecco come sono andate le cose: dopo aver assunto una robusta dose d’oppio e aver letto un libro sul palazzo di Xanadu dell’imperatore mongolo, precipita in un sonno profondo, ottenendo in una visione lucida quello che diventerà uno dei capolavori della poetica ottocentesca. Nel mondo intermedio in cui si trova a fluttuare, i versi scaturiscono insieme alle immagini, senza strappi, e Coleridge di […]
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29Ott 21
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È appena uscita la nuova edizione de La morte viola, pubblicata da il Palindromo nella collana “I Tre Sedili Deserti” (anch’essa palindroma, leggere per credere), diretta da Giuseppe Aguanno. I ventotto racconti di Gustav Meyrink antologizzati, risalenti agli anni 1901-1908, sono fondamentali per comprendere la personalità letteraria di un autore che, prima di cimentarsi con la narrativa breve, ha frequentato circoli esoterici, ne ha fondati alcuni, ha studiato e praticato discipline tradizionali d’Oriente e Occidente, non disdegnando profonde crisi esistenziali e improvvise svolte destinali. Molte delle quali, tra l’altro, presenti nella “terra di nessuno” di questi racconti, antecedenti i romanzi […]
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21Mag 21
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Esattamente tre decenni fa, il 21 maggio 1991, la quiete della Divinity School dell’Università di Chicago veniva turbata da un colpo di pistola. Il poco più che quarantenne Ioan Petru Culianu, geniale allievo ed erede letterario di Mircea Eliade, veniva ucciso da una mano tutt’ora ignota. Un omicidio politico, come documentato da Ted Anton nel libro-inchiesta Eros, magia e l’omicidio del professor Culianu (Settimo Sigillo, 2007), che toglieva la vita a un geniale studioso capace di cimentarsi con mondi diversi, dal giornalismo alla narrativa, esplorando la letteratura dell’Immaginario e Jorge Luis Borges, la metafisica di Twin Peaks e Giordano Bruno, […]
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23Feb 21
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«Boris Pasternàk ha creato un geniale affresco della Russia eterna, interpretando i sentimenti e le aspirazioni della sua magnifica gente»: così si conclude Pubblicate Zivago! di Sergio d’Angelo, edito da Bietti lo scorso dicembre in occasione dei sessant’anni dalla morte del grande scrittore russo. Diario di viaggio nella Russia comunista degli anni Cinquanta e Sessanta, spaccato della vita editoriale e culturale del tempo, il volume di d’Angelo è soprattutto la cronaca delle trame e sottotrame politiche che portarono il celebre Dottor Zivago in libreria, nel novembre del 1957, donando al pubblico un capolavoro senza età e, al tempo stesso, immortalando […]
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17Nov 20
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È un assolato pomeriggio estivo del 1902, siamo a Los Angeles, nella gigantesca sala del Westminster Hotel, vittoriano e un po’ kitsch come solo certi alberghi americani sanno essere. Lo scienziato John Uri Lloyd (1849-1936) sta presentando il suo romanzo Etidorhpa – per la cronaca, Aphrodite al contrario –, cronaca di un’esplorazione fisica e metafisica di mondi sotterranei. Gli viene chiesto quali siano le fonti della sua prodigiosa fantasia, ma Lui smentisce: «Non ho immaginazione. Mi limito a ricordare. Scrivo da immense distanze, dal punto di vista del tempo». E aggiunge, sibillino: «Sono solo gli eventi a farsi più chiari, […]
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Walter Kafton-Minkel
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14Ago 20
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Nomen omen recita un antico adagio, che vede nel nome il presagio, l’annuncio numinoso di quanto sarà. Sylvain Tesson meditò a lungo sulla locuzione latina tra il febbraio e il luglio del 2010, nella solitudine di una capanna sulle sponde del lago Bajkal (in mongolo Dalai-Nor, “Mare sacro”) nella Siberia meridionale, fra l’oblast’ di Irkutsk e la repubblica di Buriazia. Per affrontare quel lungo ritiro – il primo paese nelle vicinanze era a centoventi chilometri – si portò dietro una gran quantità di libri, sigari e vodka. Per sei mesi le sue uniche occupazioni furono tagliare la legna, pescare per […]
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Nelle foreste siberiane,
René Fregni,
Sellerio,
Sentieri neri
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14Lug 20
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Il 6 e il 9 agosto 1945 gli americani radono al suolo Hiroshima e Nagasaki. Sei giorni dopo, il 15, a mezzogiorno in punto l’imperatore Hirohito parla alla radio, e per la prima volta milioni di cittadini sentono la voce di chi era ancora considerato un’emanazione divina, discendente della Dea del Sole Amaterasu-Ōmikami. Utilizzando un raffinato linguaggio di corte che in molti forse nemmeno capiscono, Hirohito parla di «condizioni non necessariamente favorevoli», un eufemismo che cela l’ultimatum di Roosevelt e Churchill, un aut aut tra la resa immediata e la distruzione totale. Distruzione di cui gli attacchi incendiari a Tokyo […]
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Associazione degli Scudi,
Hagakure,
Marguerite Yourcenar,
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Samurai,
Sole e Acciaio,
Yukio Mishima
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17Giu 20
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Il 22 aprile 1986, a Chicago, si spegneva Mircea Eliade. Aveva perso conoscenza due giorni prima, abbandonato sulla sua poltrona da lettura: tra le mani teneva un libro fresco di stampa, contenente un suo ritratto, tanto acuminato quanto maledettamente geniale. Il libro era Esercizi d’ammirazione, l’autore Emil Cioran, incontrato la prima volta tanti anni e altrettante vite prima, nel 1932 dall’altra parte dell’oceano, presentatogli dall’“ontologo” Constantin Noica. Reduce da una conferenza su Tagore, Eliade era l’enfant prodige della “giovane generazione” riunitasi soprattutto attorno al “Socrate romeno” Nae Ionescu, leader spirituale di un gruppo comprendente intellettuali nati all’aurora del XX secolo, […]
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