Nel cuore del Caucaso, mentre l’Europa si affligge e si ripiega nella pandemia del virus cinese, si continua a combattere e morire. Bomba dopo bomba, carneficina dopo carneficina, massacro dopo massacro. Laggiù, nell’indifferenza dell’Occidente, scorre una partita terribilmente intricata, complessa. Un gioco micidiale a più livelli e con più giocatori. È la tragedia del Nagorno Karabakh. Per gli armeni è l’Artsakh, un pezzo di Patria. Per tutti gli altri solo una tessera del great game. Andiamo per ordine. Il disastro di oggi arriva da lontano. All’indomani della rivoluzione d‘ottobre di Lenin — sconfitti i “bianchi”, esiliati o massacrati i ”nemici […]