In quell’angolo di cielo riservato ai visionari e ai futurologi da qualche tempo c’è una certa agitazione. Lo spirito del conte Ilarione Pettiti di Roreto non ha requie. Agitando il riposo dei suoi celesti colleghi, l’aristocratico piemontese continua ad imprecare, moccolare, maledire. Insomma è incazzatissimo. Al padre nobile delle ferrovie del Regno di Sardegna non va proprio giù la triste commedia che si sta consumando proprio nel municipio di Torino, la sua città. Da lassù Ilarione si chiede come sia possibile che a distanza di centovent’anni dalle sue epiche battaglie per le strade ferrate — quanta fatica […]