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@Andrea Scuratti – Comune di Milano

 

Scrivere della propria città può sembrare un azzardo. Però quando ho dovuto scegliere l’argomento per il mio primo blog su Il Giornale, io che viaggio molto, non ho avuto dubbi. Voglio parlare di Milano, una delle realtà (credetemi, è così) più intriganti d’Europa. E allora eccomi qua, a elogiare il dopo Expo e la sua linfa vitale (cosa non scontata, altre metropoli non hanno saputo cogliere questa opportunità), a raccontare di ex-aree industriali vestite di nuove poesie urbane. A svelare, insomma, il mio amore per palazzi d’antan, grattacieli 2.0 e capannoni industriali eletti a totem di mutazione come l’Hangar Bicocca e la Fondazione Prada, due musei straordinari, dove l’arte incontra la bellezza dell’architettura. I miei luoghi del cuore, nella mia città. Dove il lifting c’è, si vede, ed è perfettamente riuscito.

I Navigli ritrovati. Imperdibile, anche per i milanesi, la passeggiata lungo i Navigli progettati da Leonardo da Vinci. Il mio consiglio è di andarci in estate, quando l’area è pedonalizzata e brulica di gente, e poi di tornarci in autunno e in inverno, con lo sfondo di tramonti infuocati e soffi di bruma che ti avvolgono fino alla rinata Darsena. La sua dimensione liquida (ri)vestita di modernità ha restituito alla zona il ruolo, prima un po’ appassito, di epicentro della movida meneghina.

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@Alberto Fanelli

 

La piscina-icona e le case delle archistar. In zona Porta Romana, la voglia di fare collettivo ha brindato al restyling della piscina Caimi, riaperta quest’estate grazie a un super team che ha visto collaborare, fianco a fianco, il Comune, proprietario delle vasche anni Trenta, l’architetto Michele De Lucchi e il direttore artistico dell’adiacente Teatro Franco Parenti, Andrée Ruth Shammah. Io però aspetto con ansia i prossimi vernissage, dalla seconda torre di CityLife, di Zaha Hadid, che entro il 2017 affiancherà con la sua silhouette attorcigliata di 44 piani il grattacielo di Isozaki, alla nuova sede della Fondazione Feltrinelli firmata Herzog & de Meuron: una stecca di vetro e luce che a fine anno farà da specchio ai palazzi milanesi che la incorniciano lungo la via. Le zone? L’ex Fiera Campionaria e Porta Nuova.

Sfida a colpi di guglie. Sempre a Porta Nuova, il pinnacolo dell’Unicredit, con la sua verticalità di vetro e acciaio che buca l’orizzonte, è diventato più popolare della Madonnina del Duomo. Si cammina sulle passerelle della fontana scavata nel sottosuolo e intanto si guarda in su, verso quella punta luccicante che fa il verso alle guglie di marmo del monumento nazionale. Un ponticello iper-moderno lo collega all’adiacente quartiere Isola, con il pluripremiato condominio del Bosco Verticale fra le tradizionali case a ringhiera color pastello. Modernità architettonica mista a presenze nostalgiche che commuovono. Nella mia Milano… Bello, vero?

 

Elena Luraghi  @elena.luraghi

 

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