Vic Falls

 

E’ nel cuore dell’Africa australe, il paese di cui conservo un vivido ricordo. Un souvenir quello dello Zimbabwe, ex Rhodesia, che subito mi fa tornare alla memoria le cascate più scenografiche del mondo e i safari all’alba o al tramonto quando il cielo si infuocava dei mille cromatismi di rosso. E l’attesa, la lunga attesa, in un silenzio quasi irreale, di veder spuntare all’improvviso, nell’arido bush della savana, i Big Five.

Protagonista una natura incredibile

Ben 5 siti Unesco nel paese e una delle 7 meraviglie del mondo. Le Victoria Falls appunto, o Mosi oa Tunva (the smoke that thunders) per la popolazione indigena Makalolo, scoperte da David Livingstone nel 1855 che così le chiamò in onore della sua Regina. Lo scroscio delle acque dello Zambesi è assordante e, tutto intorno alla cascata, una pioggia sottile e una fitta foresta tropicale punteggiata di fiori dal profumo inebriante. Emozionante vedere dall’alto questo scenario unico al mondo, soprattutto quando la cascata, nella sua massima potenza tocca il suolo in un’esplosione di zampilli d’acqua. E’ il tramonto il momento migliore per assaporare una crociera sullo Zambesi, dove regna “Nyami

Crociera sul fiume Zambesi

Nyami”, secondo la leggenda il dio del fiume e sulle cui sponde si ergono maestose jaracande che nascondono coccodrilli, ippopotami e pure elefanti. E di animali, soprattutto i mitici Big Five, pullula il Parco Nazionale Hwange, la più grande area protetta dell’Africa australe, al confine con il Botswana. Un tempo riserva di caccia del capo supremo del popolo Ndebele Mzilikaz, il parco è un susseguirsi di paesaggi spettacolari. Dalle profonde sabbie del Kalahari tipiche del sud fino al roccioso paesaggio collinare del nord. Nel mezzo, l’aperta savana boscosa, soprattutto nel sud-est, che dolcemente lascia il posto alla fitta boscaglia in teak. E subito dopo l’esplosione dei scenografici Mopane, gli alberi farfalla. E’ il regno indisturbato di una fauna straordinaria che contempla, oltre ai mitici Big Five, giraffe, scimmie, impala, bufali e gnu.

Hwange National Park

Nel cuore spirituale del Paese

Niente animali ma una natura da togliere il fiato poco lontano da Harare, la vivace capitale del Paese, che riserva un coté molto europeo per via della colonizzazione britannica. A poca distanza, le Chirenga Balancing Rocks, talmente straordinarie da essere inserite addirittura sulle banconote zimbabwesi, oggi in disuso a favore del dollaro americano, sono colossali rocce granitiche, che nascondono qua e là numerose incisioni rupestri.  Poste l’una sull’altra in un equilibrio apparentemente precario. Sorprendenti. Come lo è Great Zimbabwe. Un luogo misterioso e sito archeologico fra i più interessanti al mondo che parla di una grande capitale tra il 1250 e il 1459 a.D.  dove, all’apice del suo splendore, vivevano circa 20.000 persone, appartenenti al popolo Shona,oggi l’etnia più numerosa nel paese. E’ qui che è racchiuso il cuore spirituale di questo sorprendente paese. Fatto di natura e spiritualità.

di Elena Barassi @elena_barassi

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