Lo so che ti piacciono le vette, i bivaccchi, i cieli tersi e decisi. Che trovi romantici la montagna, il profumo dei boschi, le albe e i tramonti in quota. Ma so anche che ami la storia e hai dimestichezza con tutto quello che è francese. Per questo ti propongo un’isola che è stata protagonista dell’epopea della Compagnia Francese delle Indie Orientali. Si chiamava  Isle-de-France (Île-de-France in francese moderno) e nella sua capitale Port Louis approdavano grandi vascelli che dai porti di Francia partivano carichi di merce, animali, uomini e di donne in cerca di un nuovo futuro. Viaggiavano per mesi, circumnavigavano l’Africa; a bordo vivevano la paura delle tempeste, la noia delle giornate sempre uguali e il calore insopportabile dell’equatore. Dal 700 diedero vita nelle loro case coloniali in legno tra ampie distese coltivate a canna da zucchero e baie cristalline, a nuove generazioni che hanno sempre mantenuto nella lingua, nelle abitudini e, soprattutto nel savoir faire, un forte legame con la patria di origine.

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Le lunghe spiagge coralline sono lambite da un mare trasparente

 

Non solo: in quest’isola, che oggi si chiama Mauritius, disabitata fino alla fine del 1500, erano già passati prima gli Olandesi e poi, dopo i Francesi, arrivarono anche i Britannici nel 1810, tanto che oggi, anche se tutti parlano francese e pensano in creolo, la lingua ufficiale è proprio l’inglese. Molti furono gli africani portati in schiavitù, poi divenuti liberi e sostituiti nella forza lavoro dagli indiani e dai cinesi. Risultato: qui puoi trovare la storia incrociata di Europa, Africa e Asia. Creoli, discendenti di indiani ed europei, cattolici, induisti, buddisti, mussulmani, tutti convivono senza problemi in un clima di assoluta sicurezza. Questa ricchezza rende l’isola interessante e unica. La cogli nei mercati, quello di Port Louis, coloratissimo, ma anche in quelli minori come a Poste de Flacq, dove al profumo delle spezie che tanto ti piacciono quando cucini, si aggiunge l’incenso indiano. La vaniglia, lo zafferano, il chiodo di garofano e poi lo zucchero, integrale e così intenso da ricordare la liquirizia; il rhum arrangé dai sentori di vaniglia e il curry, dalle tante intensità diverse. Cotone e sete indiane. Ritmi africani nel Séga, il ballo nazionale che affonda le sue radici nel periodo della schiavitù. E quella sensuale bellezza esotica che solo l’incontro di razze diverse sa creare.

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Danzatrici di Séga, il ballo nazionale

 

Tu che ami la natura, puoi riempirti gli occhi con i colori dei fiori di anthurium e con le fioriture sontuose dei flamboyant, gli alberi del fuoco. Puoi riposarli all’ombra generosa delle causarine, delle palme e degli alberi di filao che lambiscono spiagge coralline e che al vento ti cullano con il loro fruscio musicale. Ma puoi trovare anche ninfee giganti e palme di ogni genere ai giardini botanici di Pamplemousses, tra i più belli al mondo, che ispirarono a Baudelaire la poesia “À une dame créole”. A proposito di colori: ti porto a vedere nel versante sud-occidentale le Terre colorate di Chamarel, dune create dal processo di raffreddamento incostante delle rocce laviche, i tanti verdi della foresta  del Black River Georges National Park che possiamo percorrere lungo i suoi sentieri.

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Le Terre Colorate di Chamarel

 

Le montagne. Forse non te le aspetteresti, ma ci sono. Un po’ particolari: a volte hanno forme singolari perché sono vulcani antichissimi come le Trois Mamelles, a volte hanno storie  incredibili come Le Morne Brabant nel sud-ovest, Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco: 556 m di roccia basaltica ricca di anfratti dove si rifugiavano gli schiavi in fuga dalle piantagioni. Quando, nel 1835, una delegazione della polizia venne ad avvisarli della fine della schiavitù, fraintesero le intenzioni dei messaggeri e si spaventarono a tal punto da preferire il suicido alla resa. Vederla dal mare è, a qualsiasi ora, uno spettacolo di imponenza, ma anche un forte monito universale alla libertà e alla dignità umana. Ti ho fatto scoprire il rhum in Centroamerica. Qui sarai nell’Oceano Indiano, ma non fa così tanta differenza. Possiamo andare alla Ruhmerie de Chamarel e assaggiare il rhum arrangé dai sapori di vaniglia Bourbon o al Château Labourdonnais, con distilleria annessa . Ti piacerà visitare la Maison Eureka, casa coloniale arredata con mobili d’epoca della Compagnia Francese delle Indie Orientali, e poi, visto che ti è piaciuto tanto il tè che ti portai dalla Cina, seguire La route du thè fino alla Bois Cheri, dove vengono lavorate le preziose foglie. Anche gli animali sono sorprendenti. Numerosi i cervi, così frequenti anche nella toponomastica, discendenti di quelli importati dagli olandesi da Giava per la caccia. Peccato che non lasciarono scampo ai dodo, mentre un po’ più di fortuna ebbero le tartarughe giganti, un tempo numerosissime e ora protette.

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Le Morne Brabant, Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco

 

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Un gruppo di cervi femmine al Legend Golf Course del Constance Belle Mare Plage

A questo punto sarai incantato dal mare che lambisce 330 km di coste. Limpido, ricco di pesci, protetto dalla barriera che si può raggiungere in pochissimo tempo, e accogliente nel suo tepore tropicale. Ti stupirà anche il livello dell’hôtellerie, perché grazie a quella ricchezza culturale di cui ti parlavo, qui il savoir faire e il gusto francesi si sono uniti alla vitalità africana, alla raffinatezza indiana e all’efficienza inglese. Puoi brindare con il migliore vino di Francia (e del mondo) con il supporto di ben 25 sommelier al Constance Belle Mare Plage , resort 5 stelle affacciato su una spiaggia di 2 chilometri sulla costa nord-orientale. Sarai circondato dal design ispirato alla natura dell’Oceano Indiano degli interior designer francesi Marc Hertrich and Nicolas Adne che hanno firmato il recente restyling del resort. E troverai un’atmosfera raffinata ma mai ingessata, grazie anche al sorriso aperto e sincero di uno staff che alla professionalità unisce tanta simpatia. Ti divertirai a seguire una lezione di mixologie con il barman che ti insegnerà come realizzare un profumato Punjab: purea di mango, cardamano, rhum, ginger beer e tanta abilità. E andremo anche al Legend Golf Course (un meraviglioso campo di 18 buche), dove è facile imbattersi in gruppi di cervi.

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Un punto della spiaggia del Constance Belle Mare Plage

 

Ti aspettano cene romantiche, pieds-dans-l’eau in spiaggia o in ristoranti da Mille e una Notte: una imperdibile al floating restaurant Le Barachois, immerso nelle mangrovie, del vicino Constance Prince Mauritius (un incantevole Leading Hotels of the World), dove il tramonto inscena ogni sera uno spettacolo. E allora darai ragione a Mark Twain che, dopo aver visitato l’isola, scrisse: “Dio creò Mauritius e poi il Paradiso terrestre”. Che dici? Andiamo?

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Il floating restaurant Le Barachois del Constance Prince Mauritius

 

 

 Elena Pizzetti

@ElenaEpizzet

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