Dove andare e cosa fare in due giorni di stop over nella città più verticale d’Asia, che in questi giorni ospita Art Basel e ha aperto nuovi spazi d’arte

di Alessandra Gesuelli

Dall’alto della mia camera al 117° piano del Ritz- Carlton la baia di Hong Kong si intravede scenografica tra le nuvole. A quasi 500 metri d’altezza le nuvole passano basse e veloci sotto i miei occhi. Uno spettacolo unico, possibile qui nell’hotel più alto della città più verticale d’Asia che occupa la sommità del grattacielo dell’International Commerce Centre. Davanti l’isola di Hong Kong propriamente detta promette 48 ore di scoperte culinarie e non solo. L’hotel si trova dal lato di Kowloon, o the Dark Side, come chiamano scherzosamente i locali la parte continentale della città ad amministrazione speciale ma oggi parte del territorio cinese.

Primo giorno

Ore 10 Una egg tart sullo Star Ferry

Se partite dal lato di Kowloon, dal Ritz-Carlton, dirigetevi verso Tsim Sha Tsui e prendete lo Star Ferry per attraversare la baia fino all’isola e al centro di Hong Kong. Lo Star Ferry è l’ultimo sopravvissuto della vecchia linea di traghetti che un tempo, prima della metro Mtr e del tunnel per le macchine, era di fatto l’unico collegamento tra i due lati della baia. Oggi è una bellissima attraversata che dura pochi minuti e vi permette di vedere lo skyline della città dal mare. Potete godervi questa vista dopo aver acquistato e assaggiato una classica Egg Tart, la classica crostatina cinese di uovo, nel corner di Tai Cheong, una delle pasticcerie storiche della città, proprio vicino al Terminal dei traghetti. La storia di questa bakery risale al 1954 e i suoi dolci sono un patrimonio comune di tutti gli abitanti di Hong Kong. Oggi ha diversi punti vendita ma le sue Egg Tart sono immancabili e buone ovunque.

Ore 11 Sul tram a due piani

Appena arrivati sull’isola di Hong Kong, prendete uno dei caratteristici tram a due piani. Ci sono persino dei tour che fanno fare il giro della parte centrale della città a bordo di speciali tram scoperti, per godersi meglio, al tramonto, l’incredibile spettacolo dell’accesione delle luci al neon e dei grattacieli. Anche se non fate il tour prendeteli per qualche fermata. Il biglietto costa 2.60 dollari di Hong Kong. Preparate  da prima le monetine perchè l’autista non dà il resto.

Ore 13 cantonese con arte

Nella piccola e tranquilla via Kau U Fong,  The Chairman è un amatissimo indirizzo del centro di Hong Kong. Qui si fa cucina cantonese di ottimo livello: pesce freschissimo, preparazioni classiche e qualche twist. Questo perchè l’imprenditore  Danny Yip ha saputo creare negli anni una rete di fidati fornitori locali e ad alcuni ingredienti provvede lui stesso avendo acquistato una fattoria nei New Territories, appena fuori dalla città nella Cina continentale. Anche per il pesce ha i propri fornitori. Solo così si spiega la qualità assoluta del suo signature, il Flowery Crab, il granchio fresco al vapore con vino ShaoXing invecchiato, e noodles di riso. E naturalmente i premi e i riconoscimenti si moltiplicano. Quindi prenotate.

Ore 15 Il nuovo centro d’arte nella ex prigione

Ha aperto da qualche mese e già è uno dei luoghi favoriti da locali ed expat. Il complesso di Tai Kwun, era un tempo la prigione della città. Oggi i bianchi edifici coloniali e quelli di servizio in mattoncini rossi, sono stati restaurati e da qualche mese restituiti alla città per diventare una autentica piazza con locali, ristoranti e persino un’arena per il cinema all’aperto. Agli edifici storici, si è aggiunto un ampliamento firmato da Herzog & de Meuron è dedicato a ospitare mostre d’arte contemporanea. Il programma è disponibile online e ci sono delle interessanti visite guidate per saperne di più del complesso. E se volete fermarvi a mangiare ci sono numerose scelte, tra cui una italianissima e di qualità: la pizza firmata dal grande maestro Franco Pepe, da Kyitaly, sbarcato a Hong Kong solo da qualche mese.

Ore 18 Un drink al Four Seasons

I bar del Four Seasons a Hong Kong parlano italiano da qualche mese. Da quando cioè dal Charles H. di Seul, sempre nella proprietà del gruppo, è arrivato in città Lorenzo Antinori, in qualità di Bars Director della proprietà, e Beverage Ambassador per la compagnia nell’area Asia-Pacifico.  In menù dunque spuntano anche grandi classici italiani come il Negroni che Lorenzo propone  con il gin Porter’s, Mancino Rosso Vermouth & Campari. Un omaggio al famoso drink italiano che compie 100 anni proprio quest’anno. Il Porter’s è distillato con pepe rosa e cedro mano di buddha (buddhas hand), che danno al cocktail delle belle note agrumate e leggermente speziate.

Ore 20  Il Dim Sum  a tre stelle

Guarda l’intera baia il tre stelle Michelin, Lung King Heen, all’interno dell’hotel Four Seasons. E’ da anni il regno incontrastato di chef Chan Yan Tak. A lui il merito di essere stato il primo ristorante cantonese al mondo ad ottenere le tre stelle e a mantenerle in tanti anni. Non stupisce che ci sia riuscito visto che l’esperienza del dim sum alla cantonese, l’insieme di piattini, tra cui i ravioli, che caratterizza un pasto tradizionale,  è di assoluta eccellenza.  Naturalmente in abbinamento con dell’ottimo tè, come il Puer dello Yunnan, Vintage del 1999, dai toni affumicati e avvolgenti.  Chef Tak ha uno stile rigoroso e modesto, ci tiene molto ai suoi segreti e alle temperatire di servizio, controlla che ai tavoli tutto sia a puntino. Massima attenzione alla presentazione, una festa per gli occhi e il cuore nei diversi stili di ravioli e nel susseguirsi di proposte che alternano pesce e carne. A cena la baia risplende ed è una esperienza unica da fare ma se temete di spendere troppo, andate a pranzo: con l’Executive Lunch potete provare per 63 euro, una selezione di dim sum, tre piatti, un dolce e un dessert.

Secondo giorno

Ore 10 Una nuotata sospesi al 116° piano

La Spa del Ritz- Carlton si trova al piano n. 116 questo permette  una vista incredibile dall’alto della baia e del Victoria Harbour,  sia dalle 10 cabine trattamenti, sia dalla piscina interna riscaldata, con le pareti a vetro, dove sembra di stare nuotando sulle nuvole.  Tra i trattamenti, il massaggio signature è quello che usa le Lava shell, grandi conchiglie riscaldate che, come le hot stone, facilitano il riequilibrio del corpo.  Per la colazione, se si prenota una Suite, si può scegliere il Club, che oltre all’ incredibile vista ha interessanti proposte su misura come l’Afternoon tea dalle 15. La proprietà ha al suo interno anche un ottimo ristorante italiano Tosca, una stella Michelin, oggi guidato da chef Angelo Agliano,  e l’altrettanto stellato cantonese Tin Lung Heen.

Ore 12 Shopping da PMQ

In quello che un tempo era il quartier generale della polizia, sempre nel cuore dell’isola di Hong Kong, è sorto da qualche anno PMQ, un vero centro di design e creatività, perfetto per lo shopping più creativo. La metropoli è ricca di negozi e centri commerciali con i grandi brand del lusso. Tra le piccole vie anche bancarelle e mercatini per qualsiasi idea. Ma PMQ costituisce il luogo perfetto per regali originali e pezzi unici fatti su misura. Lo spazio oltre alle boutique indipendenti ospita eventi e mostre. Ed è quindi ideale per trascorrere una mattinata diversa. All’interno anche ristoranti, caffè e salette da tè, e persino una scuola di cucina, in realtà per imparare a cucinare giapponese. Tra i brand dove fare un giro c’è G.o.d., Goods of Desire, che gioca in modo ironico con tutte i simboli e i colori che hanno reso famosa la città.

Ore 13  Un pranzo all’italiana a Central

Con il suo ristorante 8 ½ Otto e mezzo, lo chef Umberto Bombana, tre stelle Michelin, tra i più premiati al mondo, è un vero vero tempio del gusto italiano d’eccellenza fuori dai confini nazionali. Non si tratta di un effetto nostalgia.  Interni chiari, luce naturale, pezzi d’arte raffinati, la cantina a vista e nella cella, tra i prosciutti come il Pata Negra e la Cinta Senese e alcuni grandi formaggi italiani, fanno capolino tartufi bianchi dal profumo intenso. Un pranzo da Bombana è più di un ritorno a casa gastronomico: la moderna solidità della cucina dello chef bergamasco, l’impeccabile esecuzione, l’eccellenza delle materie prime che arrivano fresche dall’Italia, ne fanno una meta di pellegrinaggio di locali ed expat. Ma anche l’attenzione della sala è centrale, una carta dei vini dalle scelte originali, che punta a far scoprire il grande vino italiano in terra d’Asia, con scelte puntuali e tanta pazienza, fatte dal general manager e sommelier Marino Braccu. Proprio per questo lavoro, il locale è stato appena premiato con l’Art of Hospitality Award ai recenti Asia’s 50 Best Restaurants, che hanno riunito i migliori locali di tutto il continente. 

Ore 18 un aperitivo a Central 

Nella zona di Central  c’è solo l’imbarazzo della scelta  per un aperitivo o un after dinner. Ci sono alcuni dei migliori bartender d’Asia, nel fitto reticolo di strade e stradine e alcuni dei migliori bar. Proprio dietro il ristorante di Bombana, al The Landmark- Mandarin Oriental, dove tra qualche mese riaprirà rinnovato il ristorante Amber di Richard Ekkebus, ha aperto il Pdt, il Please don’t Tell di Hong Kong, dopo il successo dell’originale di New York. A guidare il team il bartender Jim Meehan. Gli snack sono firmati da Ekkebus. Per una miscelazione divertente in salsa messicana andate da Coa, dove Jay Khan, dietro al suo bancone si diverte a giocare con mezcal, tequila e persino jalapenos. Per una proposta diversa il bravissimo Agung Prabowo e l’Old Man, ispirato ad Hemingway con cocktail unici come In Our Time 1924, con ghee di banana chiarificato, sedano, tequila salata, tintura speciale a base di banana.

Ore 20 A cena a North Point Market

Lo street food come lo si conosce in tante città d’Asia sta scomparendo sull’isola di Hong Kong. Restano però all’interno di alcuni mercati i dai pa dong: semplici tavoli con sedie di plastica, cibo tradizionale ben fatto, birra servita nelle classiche ciotoline cinesi. Una atmosfera rustica e semplice ma divertente. A una certa ora parte la musica dagli altoparlanti e la gente, soprattutto famiglie e gruppi di amici,  canta a voce alta, come da noi in certe osterie. E allora  per salutare la città andate a North Point Market: ordinate i gamberi all’aglio e peperoncino, le melanzane e il maialino arrosto e unitevi all’allegra confusione.

Per arrivare: Finnair, la compagnia finlandese collega la città asiatica via Helsinki. La rotta artica permette di raggiungere Hong Kong come altre destinazioni nell’area, in un tempo di volo minore. A bordo, oltre all’Economy, anche la Economy comfort per stare più comodi e l’ottima Business. In tutte le classi, ci sono piccoli tocchi di design scandinavo, del brand Marimekko. Nel menù, a bordo della business piatti di cucina scandinava firmati da diversi chef.  La compagnia ha inoltre lanciato il programma Push for Change grazie al quale i passeggeri possono compensare le emissioni di Co2 dei propri voli. Il servizio è disponibile online sul sito della compagnia e i clienti possono anche utilizzare i punti frequent flyer di Finnair Plus per pagarlo.

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