Esplorando L’Aquila:
un tesoro dimenticato da riscoprire

 

 

Un libro di storia che pochi hanno letto, le montagne più alte dell’Appennino, le distese d’erba dove hanno girato i cult del cinema, una porta che conduce al Paradiso: L’Aquila è tutto questo, città pittoresca in Abruzzo, nel cuore dell’Italia, una delle gemme nascoste del paese. Poco conosciuta dai turisti e dagli stessi italiani. Se non per essere rimbalzata sulle cronache per il terribile terremoto nel 2009, dove però è stato ricostruito il 97% degli edifici privati e oltre il 63% di quelli pubblici.

Secondo la leggenda, il nome della città risale all’epoca romana, quando una grande aquila reale fu avvistata in cima a una delle colline circostanti. Gli antichi Romani, che attribuivano un’importanza particolare agli animali come segni e presagi divini, interpretarono questo avvistamento come un segno propizio per fondare una nuova colonia. L’articolo determinativo con cui oggi chiamiamo la città, risale invece a un Regio Decreto del 1939. Ma il nome potrebbe derivare anche dal termine “acqua”, per il grande bacino idrico che impreziosisce la provincia.

Poi il buio, fino a che, nel 1233, l’imperatore Federico II promosse la rifondazione della città, riconoscendone la sua posizione strategica nel centro dell’Italia, in contrapposizione con il potete della curia e di Roma. Concesse una serie di privilegi e immunità alla città, incoraggiando la nobiltà locale, che per manifestare il proprio potere costruì la città “delle 99 chiese e 99 fontane”, un modo di dire per indicare i 99 borghi (o castelli, o famiglie) che costituirono la città, ognuno orgoglioso della sua chiesa e della sua fontana.

Cosa non perdere per una visita di un giorno a L’Aquila

Sicuramente la Fontana delle 99 Cannelle, maestosa con diverse maschere scolpite che sputano acqua (non propriamente 99, ma il numero delle bocche si avvicina molto). Simbolo dell’orgoglio e della tradizione locale, è il monumento più antico della città. Proprio lì accanto si trova il Museo Nazionale d’Abruzzo (MuNDA) (Www.museonazionaledabruzzo.cultura.gov.it) con le più importanti rappresentazioni artistiche aquilane e degli Abruzzi, dagli scavi archeologici fino al particolare barocco abruzzese. Spostandoci verso il centro della città, cuore pulsante e un po’ mistico della grandezza de L’Aquila, soffermatevi sulla bellezza della  Basilica di Santa Maria di Collemaggio, custodisce il corpo di Papa Celestino V, il cui santuario è meta di pellegrinaggi da tutto il mondo. Un papa controverso, osteggiato dalla Chiesa, come lo descrisse Dante, “colui che per viltade fece il gran rifiuto”, rinunciando al soglio pontificio nel 1294. Ultimamente la sua figura è stata molto rivalutata, per le sue scelte ascetiche e da eremita è stato più volte comparato a San Francesco d’Assisi. Arrivate al Castello spagnolo, cinquecentesco esempio di fortificazione su cui si può ammirare lo stemma di Carlo V d’Asburgo. All’interno di uno dei bastioni oggi è ospitato lo scheletro del Mammut più grande, ritrovato integro, di tutta Europa: alto circa quattro metri (il doppio di un elefante adulto) risale a circa 1.300.000 anni fa. Uscite dal parco che racchiude il castello per ammirare la Fontana Luminosa, uno dei simboli più recenti della città: due statue femminili in bronzo che sorreggono la tipica conca abbruzzese, un’opera dello scultore Nicola D’Antino. Infine non perdete la Basilica di San Bernardino da Siena, in posizione panoramica sulla sommità di una scalinata che rappresenta uno dei punti più alti della città, dove ammirare la pala d’altare in terracotta di Andrea della Robbia. Se siete fortunati sicuramente merita la visita Palazzo Pica Alfieri, in centro, gioiello del barocco abruzzese, di proprietà privata, aperto solitamente per manifestazioni culturali o visite su richiesta.

 

 

 

Cos’è la Perdonanza è perché è così sentita

Questa sorta di Giubileo, istituito da Celestino V, e non riconosciuta per un lungo periodo dalla Chiaesa, si festeggia dall’ora dei Vespri del 28 agosto alla stessa ora del 29 agosto, e solo in questa occasione viene aperta la Porta Santa della Basilica: chi la varca con spirito di contrizione e pentimento, riceve l’indulgenza plenaria, ovvero il totale perdono dei peccati. Fu la prima volta che si fece qualcosa di così “rivoluzionario”, motivo per cui si crede che la figura di Celestino V fu oscurata nel corso dei secoli: le indulgenze romane venivano solitamente acquistate pagando un prezzo in denaro anche molto salato, vi era un ben proficuo e sostanzioso commercio. Fu questo il motivo per cui Celestino V è l’unico Papa della storia sepolto fuori Roma? Al contrario la Perdonanza aquilana è da sempre un atto spirituale e quindi totalmente gratuito: quest’anno si celebra la 729esima edizione. Il primo papa che partecipò alla Perdonanza, dalla morte di Celestino V è stato Ratzinger, che si dica che, proprio grazie a questa vicinanza emotiva, abbia trovato il coraggio di rinunciare al papato.

 

 

 

Patria di grandi cult

L’Aquila è anche un punto di partenza ideale per gli amanti della natura: abbarbicata ai piedi del  Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga, con il suggestivo Lago di Campo Felice, un lago di origine glaciale circondato da una scenografia mozzafiato, è stata teatro grandi cult del cinrma, dai film western a capolavori, grazie alla vicinanza con Cinecittà. Si contano circa 300 film girati nella provincia, di cui 50 sono nella cittadina dell’Aquila. I più celebri sono “La vita è bella” (1997), parzialmente girato a L’Aquila; Ladyhawke” (1985) girato a Rocca Calascio, “Lo chiamavano Trinità…” (1970), con la celebre scena dei fagioli con Bud Spencer e Terence Hill, mentre tra i più recenti troviamo “I cento passi” (2000) – sebbene la maggior parte del film è stata girata in Sicilia, alcune scene sono state girate a L’Aquila; “Scialla!” (2011) commedia italiana, girata principalmente a L’Aquila e ha mostrato la bellezza e la storia della città, insieme ai suoi cambiamenti dopo il terremoto del 2009.

 

I dintorni de L’Aquila

 

 

A Campo Imperatore, oltre ad ammirare le vette imponenti del Gran Sasso d’Italia (www.ilgransasso.it), come il Corno Grande, la vetta più alta dell’Appennino italiano si può visitare l’Osservatorio Astronomico Nazionale d’Abruzzo, uno dei principali osservatori astronomici in Italia: aperto durante il giorno ai visitatori, è davvero suggestivo di notte, per gli appassionati di astronomia che vogliono partecipare a osservazioni del cielo stellato. Qui si trova l’ “Ostello Campo Imperatore”, noto anche come “Rifugio Duca degli Abruzzi”, considerato il rifugio più alto d’Italia a circa 2.130 metri sul livello del mare. Ma questa è stata anche la più alta prigione nel mondo: qui fu rinchiuso Mussolini fino a quando, il 12 settembre 1943, un’operazione davvero audace, dato che gli aerei sono dovuti atterrare sull’altipiano in modo totalmente fortuito, conosciuta come “Operazione Quercia”, riuscì a liberarlo. Un gruppo di paracadutisti tedeschi al comando di Otto Skorzeny atterrò a Campo Imperatore e lo liberò, senza questo episodio non sarebbe nata la Repubblica Sociale Italiana di Salò. Da lì scendete per il borgo di Castel del Monte per scoprire l’atmosfera autentica di un borgo medievale ben conservato. Le case in pietra e i caratteristici archi incantano, e da poco è stato costituito un museo diffuso dove toccare con mano la vita dei pastori di un tempo, con il recupero di diverse case abbandonate dopo il terremoto.

 

Da lì andate a Rocca Calascio: la Rocca si trova sulla sommità, sotto un piccolo e suggestivo villaggio che sembra essersi fermato nel tempo. Passeggiare per le strade del borgo è come fare un salto indietro nel tempo e ammirare l’architettura e il fascino dell’Italia medievale. La vista sugli Abruzzi da qui è imparagonabile: dalla chiesetta ai piedi della Rocca partivano le greggi che arrivavano fino al tavoliere delle Puglie, per chiedere qui la benedizione. Infine Santo Stefano di Sessanio, altro borgo dal notevole fascino storico e architettonico, divenuto famoso per il primo hotel diffuso, il Sextantio (che oggi ha una sede anche a Matera), ha contribuito a promuovere questa forma di ospitalità unica in Italia. L’hotel è stato realizzato attraverso il restauro di antiche case in pietra del borgo, che sono state trasformate in camere e suite per gli ospiti.

 

 

 

Le case ristrutturate mantengono l’architettura tradizionale dell’Abruzzo e sono arredate con mobili e oggetti d’epoca, offrendo un’atmosfera autentica e un’esperienza culturale immersiva. Da poco è stata riaperta e ricostruita anche la torre, simbolo della struttura difensiva del borgo, dove è possibile prenotare un aperitivo al tramonto o una visita guidata.

Per ulteriori informazioni www.quilaquila.it

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