Design e lusso, piatti creativi, sontuose suite, una scenografica piscina sotterranea a pochi passi dal teatro dell’opera Palais Garnier, dal Louvre e dal Quais de Seine. Una casa lontana da casa nel cuore di Parigi

di Elena Barassi

@elena_barassi

Un rifugio dove il lusso è sussurrato ed intimo, a pochi metri di distanza dal teatro dell’opera Palais Garnier e dal Louvre.  Il Nolinski Paris, primo hotel del gruppo Evok, è raffinatezza e audacia, modernità e gusto contemporaneo. Una volta entrati nel foyer, avvolto da un intenso profumo, scompare, quasi per magia, il frastuono dell’Avenue de l’Opèra per lasciar posto alle linee sinuose e minimaliste che delineano la réception, dove preziosi arredi in marmo verde di Carrara denotano la cifra stilistica. È Jean-Louis Deniot, il re del décor, che plasma gli interni, donandogli l’allure di una lussuosa casa di un ricco viaggiatore, reinterpretando gli elementi francesi più classici. Lungo i sei i piani dell’hotel, dominati da uno scenografico scalone in cui una maestosa scultura in bronzo e le sagome di nuvole dipinte a mano sembrano accompagnare l’ospite alle porte del paradiso, si delineano le camere e le suite. 45 in tutto, quasi dei piccoli loft hausmanniani in cui Jean-Louis Deniot ha creato un’autentica armonia, che poggia sulle emozioni. Nuances verde, rosso lampone, blu, giallo e fulvo esaltano i colori di base sui toni del grigio e i pavimenti in cemento cerato che caratterizzano gli interni delle stanze dove l’armadio in legno laccato, le piccole sculture, l’altoparlante Marshall vintage, i souvenir di viaggi in luoghi lontani e i libri sull’arte, la fotografia e la moda trasportano l’ospite in un universo di piacere e stile. Delle varie suite, dai nomi evocativi di illustri personaggi, la Josephine, al quinto piano, è il simbolo dell’hotel. Linee leggere ed eteree delineano i mobili mentre dal terrazzo la vista sull’Avenue de l’Opèra è a perdita d’occhio. Il sussurro dolce dell’acqua, il pavimento di granito, i pannelli in legno con colori caldi e la luce tremula delle candele sono la cifra della Spa Nolinski by La Colline, che nasconde, agli occhi indiscreti, una delle più scenografiche piscine della città, in cui i soffitti a specchio, le poltrone Luigi XIV e le luci soffuse creano un ambiance ad alta suggestione. Tra i trattamenti, l’Escale à Altetsch è un’escursione senza tempo nelle Alpi con sieri e creme di La Colline, brand svizzero che vanta una expertise eccezionale nella biologia cellulare. Il risultato è una pelle del viso liftata, rimpolpata e luminosa. Art Déco e tocchi vintage anni ’70 caratterizzano il ristorante, disegnato da John Whelan che lo impreziosisce con parquet oliato di Versailles a vista, marmo giallo di Siena, un affresco di ispirazione giapponese, sofà tappezzati di velluto a coste e le sedie in canna di bambù al fine di rendere l’atmosfera calda e lussuosa. Perfetta per assaporare la cucina contemporanea dai freschi sapori mediterranei di Philip Chronopoulos, origine greca e formatosi alla scuola Paul Bocuse, già chef del Ristorante Palais Royal, due stelle Michelin. Coup de foudre per il Grand Salon, nascosto da sontuose tende di tweed. Nel place to be parigino, progettato da Jean-Louis Deniot e decorato dall’artista Florence Girette, si gustano cocktail d’autore ideati da Jérémy Bacquet che spaziano dal Kill Bill a base di Mezcal Mahani, Rum Eminente invecchiato 7 anni, Maraschino e sciroppo di zenzero Giffard al Yellow Fever a base di Gin Anaë, assenzio e liquore all’albicocca. E pure ottimi mocktail e succhi detox

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