New York in primavera: la Manhattan dei giardini di quartiere

 

Tutte le novità della Grande Mela tra musei e rooftop (anche a tavola)

 

Di Camilla Rocca

Nella città che non dorme mai, dove i grattacieli che toccano il cielo danno quel senso di onnipotenza, e al tempo stesso di piccolezza, dove tutti raccontano di un Natale colorato dallo shopping sfrenato, secondo i newyorkesi, la stagione migliore per visitare la Grande Mela è la primavera e l’estate. “I love New York in June” cantavano Michel Petrucciani e Stéphane Grappelli nel 1995. E a primavera non solo il polmone verde di New York risplende di colori, ma oltre Central Park i giardini di quartiere sono curati più delle strade. Qui dove tra vetro e cristallo, tutto sembra in vista, a portata di mano, come di quelle verdi mele che l’hanno resa “La Grande Mela”. Sì, perchè solo chi “mordeva la mela”, nello slang newyorkese, aveva successo. Una modo di dire che riprende lo scrittore Francis Scott Fitzgerald nel Grande Gatsby, indicando I nobili che, dalle loro case georgiane dell’Upper East Side andavano a Brooklyn ad assistere alle corse dei cavalli, e lì, in quelle file dedicate ai successori della May Flower, potevano mordere a sazietà delle mele rosse fiammanti. Una primizia che era simbolo di un priviligio ottenuto per diritto di nascita, retaggio della Vecchia Europa o, come in linea con il grande Sogno Americano, grazie all’astuzia, alla fortuna, al cogliere l’opportunità. Ed ecco che prendere e addentare con voracità quella mela era diventato il simbolo di un’epoca, di uno status.

 

 

 

Rooftop e viste mozzafiato

 

E a primavera non solo il polmone verde di New York risplende di colori, ma oltre a Central Park, i giardini di quartiere sono curati più delle strade e i rooftop sono presi d’assalto. Come quello del nuovo SUMMIT One Vanderbilt che offre una vista panoramica mozzafiato sulla città o l’Empire State Building, un’altra prospettiva della Grande Mela imperdibile.

 

Se si vuole godere di una vista panoramica su Central Park, il Mandarin Oriental a Columbus Circus (One More Night (mandarinoriental.com) ) ha un bistrot elegante che si affaccia sul parco, tappa d’obbligo per chi vuole visitare il “museum mile” passando dal MET al Guggenheim, dal Museo del Barrio al Cooper Hewitt. Altra vista imperdibile è quella dall’Hilton Times Square, famoso per il suo brunch tra i grattacieli.

 

 

 

Dopo una visita al Whitney Museum of American Art con la nuova sede progettata da Renzo Piano aperta nel 2015, con la sua vasta collezione di opere d’arte americane del XX e XXI secolo; prendete un caffè al nuovo bistrot aperto al suo interno, anche da asporto, alla newyorkese; e ritagliatevi il tempo per una visita alla vicina Little Island, il nuovo e rivoluzionario “parco galleggiante” sul fiume Hudson, aperto nel 2021 e  che in primavera si popola di fiori. Infine passeggiate lungo la High Line, un parco verticale costruito al posto di una vecchia linea ferroviaria. E non dimenticatevi una visita a Chelsea Market, uno dei mercati più divertenti e irriverenti di tutta Manhattan.

 

 

 

La New York del gusto

 

Per la sera diversi i nuovi ristoranti da provare, come la cena tutta emiliana a Lucciola con lo chef Michele Massari che è anche l’ambasciatore a New York per la nostra Ferrari e il Parmigiano Reggiano. Qui troverete una generosissima bottigliera, rara da trovare a New York, gestita dal bravo sommelier Alberto Ghezzi. Si trova nell’Upper West Side.

Da provare anche il nuovo Fasano Restaurant a due passi dalla Fifth Avenue con lo chef Nicola Fedeli e il tocco di Gero Fasano, emanazione gourmet del gruppo brasiliano dove trovare una cucina italiana ma sontuosa, con tartufo e caviale in un ambiente decisamente elegante.

 

 

Merita la visita la riqualificazione del vecchio mercato del pesce di Tin Building, con il ristorante del celebre chef stellato francese Jean Georges nel Upper West Side al Financial District, una sorta di nuova Harrod’s newyorkese, per 33 mila metri quadri. Con una spettacolare vista su Brooklyn Bridge e sull’East River. E se siete appassionati di pizza, Ribalta è il luogo di ritrovo di tanti italoamericani fuori casa, con una pizza che fa 72 ore di lievitazione alla pala. Se siete fortunati potrete trovarvi a pranzare gomito a gomito con Fabio Volo. Mentre il venerdì sera è una tutta una festa, un vero party all’italiana dove si bere, si ride, si scherza e si balla sui tavoli. Se alloggiate nel New Jersey, soprattutto se siete atterrati a Newport la sera, ecco un indirizzo da non perdere, è Fiorentini a Rutherford, sta conquistando numerosi premi della critica: si raggiunge con un bus diretto da Times Square con mezz’ora di viaggio. Ricordatevi solo che questa cittadina è una delle cosiddette “dry town” quindi se portate il vino da casa c’è il “diritto di tappo” o dovrete rifornirvi all’enoteca a fianco. Ma davvero vale il viaggio.

 

 

 

 

Cosa volare a New York (e mangiare alla grande)

 

Se si sta cercando un volo, si può volare a New York con La Compagnie (www.lacompagnie.com/it), che opera sulla tratta non-stop Milano – New York. Interamente business class, ma a prezzi accessibili, la compagnia francese pensa pure agli amanti dello shopping, visto che si possono imbarcare gratuitamente due bagagli da 32 kg, e ai gourmet, dato che a bordo si possono gustare i menu di diversi chef stellati. Per la primavera la cucina “green” della chef veronese Chiara Pavan, stella verde al Venissa dell’isola di Mazzorbo, nel suo menu si scorge subito il suo impegno per la sostenibilità e l’uso di ingredienti locali, anche ad alta quota. I voli partono da Milano Malpensa (MXP) e arrivano all’aeroporto internazionale di Newark Liberty (EWR). La durata del volo è di circa 7 ore.

 

Per info: www.nyctourism.com

 

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