Varsavia a Natale si veste di luci

Tra nuovi musei, musica e vodka

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Anna Maria Catano

 

Fu un grande italiano, Giovanni Antonio Canal, per i posteri il Canaletto, a dipingere con dovizia di dettagli la Varsavia del Settecento.

Così proprio grazie alle sue celebri “vedute” la Città Vecchia – centro storico della capitale polacca, oggi Patrimonio dell’Umanità, ridotta a un cumulo di macerie al termine della Seconda Guerra Mondiale – è stata poi quasi interamente ricostruita. E si presenta ai suoi visitatori piena di vita e di colori tra chiese, piazze, palazzi in un allegro connubio tra vecchie e nuove architetture.

Per le feste natalizie, in particolare, la città si veste di luce. Saranno venti i chilometri di istallazioni luminose allestiti un po’ ovunque, tra le bancarelle del mercatino di Natale e davanti all’albero più grande di Varsavia, di fronte al Castello Reale, anch’esso luccicante di mille lampadine colorate. Le luminarie più spettacolari saranno però nel raggio del Tratto Reale: da Piazza del Castello, attraverso Krakowskie Przedmiescie, Nowy Swiat, la piazza Trzech Krzyzy e le Aleje Ujazdowskie, fino alla residenza Belvedere.

 

 

Antico e moderno a Varsavia s’abbracciano. Appena inaugurato – a poche centinaia di metri dall’imponente Palazzo della Cultura e della Scienza, dono di Stalin alla Polonia negli Anni Cinquanta – il nuovo Museo d’Arte Moderna. Un edificio orizzontale di 20mila metri quadrati in cemento bianco. Al piano terra grandi vetrate illuminano l’atrio e un’avveniristica candida scalinata. “La luce di Varsavia e l’arte si abbracciano e dipendono l’una dall’altra”, ha commentato Phifer, dell’omonimo studio di architettura newyorkese Thomas Phifer and Partners cui si deve la progettazione. “Una vetrina che incarna, trattiene e contiene la luce”.

Il nuovissimo Museo di Arte Moderna non è l’unica novità ma a si inserisce in un percorso ideale che negli ultimi dieci anni ha visto nascere in Polonia ben 30 nuovi edifici destinati a usi culturali.

 

La scelta dei luoghi da visitare anche nei mesi freddi è ampia. Varsavia, per cominciare, è la città di Chopin che ne è divenuto anche il simbolo. Il cuore del celeberrimo pianista, che fu seppellito a Parigi, riposa per sua volontà nella città natale, nella chiesa di Santa Croce. Per chi ama la musica il Museo di Fryderyk Chopin è tappa obbligata. Lì si conservano molti cimeli del musicista polacco. Vita ed opere del compositore sono raccontate anche in modo multimediale e interattivo.

 

C’è poi il Museo dell’Insurrezione di Varsavia, un omaggio a coloro che hanno combattuto nel 1944. E poi il POLIN, ovvero il Museo della Storia degli Ebrei, vincitore del premio Miglior Museo Europeo dell’Anno 2016, realizzato nell’antico quartiere ebraico di Varsavia.

E ancora il Neon Museum, la più grande esposizione dedicata alle insegne neon in Europa.

Dulcis in fundo, nella Fabbrica Koneser vi consigliamo un tour al Museo della Vodka Polacca. Situato nel quartiere Praga, ha l’obiettivo di far conoscere la ricca e lunga storia della produzione e degli usi e costumi legati alla vodka in Polonia. Ma è anche l’unico museo al mondo dedicato completamente a questa superalcolica bevanda.

www.polonia.travel/it

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