La Giordania Paese sicuro e pacifico
In tour tra siti archeologici e deserto
testo e foto di Anna Maria Catano
L’acqua è l’Archè, ovvero il Principio. La sostanza da cui tutto trae origine predicava il filosofo Talete, uno dei sette savi dell’antichità. L’Alfa e l’Omega della vita. Il Fonte battesimale di Betania oggi è parte del Regno Hascemita di Giordania. Proprio lì Gesù di Nazareth ha voluto essere battezzato: “Nel punto più basso del pianeta ma il più vicino al Cielo”. In una landa desolata lungo le rive del fiume Giordano, quel Deserto dove lo Spirito Santo, sotto forma di colomba, si posò al suolo. Terra benedetta, un luogo che cattura l’anima.
Al-Maghtas – in arabo “immersione”- è la “Betania oltre il Giordano” narrata dai Vangeli. Per secoli fu tappa del pellegrinaggio cristiano che si snoda da Gerusalemme lungo il fiume fino al monte Nebo. Una depressione poco distante dal mar Morto che i geologi indicano come il posto più basso della Terra, 400 metri sotto il livello del mare. Solo negli anni Novanta, però, il Fonte fu definitivamente identificato dagli archeologi – tra cui il francescano padre Michele Piccirillo – come il luogo dove Giovanni Il Battista visse e dove l’Uomo di Nazareth, fu battezzato. In un’epoca in cui non esistevano confini e chiunque poteva passare liberamente da una riva all’altra.
La popolazione giordana è per il 97% musulmana ma il turismo religioso è considerato prioritario per l‘economia del Paese. Chiese e moschee godono delle stesse agevolazioni fiscali. E proprio a Betania il 10 gennaio di quest’anno è stata consacrata la Chiesa cattolica del Battesimo alla presenza dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, e del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme. Realizzata là dove c’era un campo minato è in grado di accogliere fino a 1200 pellegrini.
“Vogliamo costruire ponti di amicizia e di pace” afferma il direttore generale del Sito del Battesimo, l’armeno Rustom Mkhjian che da vent’anni dedica ogni sua energia a questo luogo. “I cristiani sono una parte piccola ma essenziale della popolazione giordana. Il nostro è un Paese che vuol essere messaggero di armonia e di pace”.
Betania, luogo di rinascita, è in realtà una porzione di arido deserto. Un sentiero, tra rocce, sterpaglia ed alberi brulli, mostra ai pellegrini il percorso per scendere al Fonte battesimale. A vista d’occhio l’orizzonte è interrotto solo dalle cupole di altre chiese di rito bizantino, ortodosso, copto e dalla sottile linea verde del corso del Giordano. In quel deserto hanno trovato casa profeti, santi ed eremiti. E non è certo un caso che le tre grandi religioni monoteiste siano nate proprio tra aride pietraie dove vivere sembra impossibile.
Il Regno Hashemita di Giordania, attualmente governato da Re Abdullah II, è oggi uno Stato sicuro dove la convivenza pacifica tra cristiani e musulmani è normalità. Un Paese stabile che ha imboccato senza tentennamenti la strada della modernità in una zona del mondo tutt’altro che tranquilla. “La Giordania è un paese sicuro e non è mai stato coinvolto nei conflitti regionali”, spiega Abdelrazzaq Arabiyat, direttore generale del Jordan Tourism Board. “Ci teniamo a sottolinearlo con forza per rassicurare i visitatori italiani ed invitarli a visitare i siti del nostro patrimonio culturale dove troveranno una calda accoglienza e servizi di alto livello”.
Amman è una capitale vivace e cosmopolita dove vivono quasi metà degli 11 milioni di giordani. Un contesto urbano, una vasta metropoli che tuttavia conserva ancora quel pizzico di “sapor mediorientale” che affascina i vacanzieri di ogni parte del mondo.
Per cogliere concretamente le dimensioni di una convivenza finalmente possibile è interessante recarsi anche a As Salt, a nord ovest di Amman, dove c’è il sepolcro del biblico Giobbe. L’Unesco l’ha premiata “città della tolleranza e di ospitalità urbana”. Arroccata su una collina è un arruffato mix di botteghe, locali e caffè dove si fuma ancora il narghilè e dove gli uomini trascorrono le ore giocano a “mancala” con delle strane pedine di legno. Mentre le donne, al bazar, impastano il pane e lo cuociono davanti agli avventori.
E poi via, si parte alla ricerca della città perduta. Petra è un altro luogo magico che è difficile descrivere a parole. Per la seconda volta, dopo Betania, l’emozione lascia senza fiato. Uscendo dal Siq – l’alta e stretta fenditura rocciosa lunga quasi due chilometri che consente l’accesso al sito archeologico – s’impone la facciata maestosa del Tesoro.
Misteri e leggende avvolgono la storia della Città Rosa che fu capitale del Regno dei Nabatei. Certo è che dall’acqua della vita si passa alla spettacolare commemorazione della morte. Il Tesoro, interamente scavato nella roccia arenaria, fu sicuramente costruzione funeraria. Evidenti sulla facciata i simboli delle divinità nabatee che accompagnano le anime dei defunti tra teste di medusa e vittorie alate.
Ignoto invece è il motivo per cui poi la città un certo momento fu completamente dimenticata e nessuno ne sentì più parlare. Fino al 1812 quando un esploratore svizzero, Johann Ludwig Burckhard, pare travestito da arabo errante, vi si fece condurre. Oltre il Tesoro si cammina tra centinaia di tombe scavate nella roccia rossastra, bassorilievi, templi, colonnati, i resti di una chiesa bizantina ed un grande teatro romano capace di accogliere 7000 persone. Per i più volonterosi poi centinaia di scalini portano ad Ed Deir, il Monastero. Faticoso arrivare fin lassù ma ne vale davvero la pena.
Petra nel suo complesso è senza dubbio la più impressionante attrazione turistica della Giordania, attualmente catalogata anche come una della Sette Nuove Meraviglie del Mondo.
Ma la Giordania è soprattutto deserto, un affascinante, arido mondo di pietra rossa avvolto da nuvole di sabbia e vento ed illuminato, di notte, solo dal firmamento stellato. Il Wadi Rum che Lawrence d’Arabia descrive nel libro “I sette pilastri della saggezza”, via carovaniera popolata di cammelli e beduini, che oggi offre al turista campi tendati ben mimetizzati nel paesaggio. Al Wadi Rum Bubble Luxotelsi dorme all’interno di “bolle” ad aria compressa con il soffitto trasparente. Con le stelle che stanno a guardare.
Ancora a nord del Paese, Jerash è un impressionante sito archeologico romano, incrocio tra Occidente ed Oriente. Ed Aqaba, sul mar Rosso, località balneare con le sue spiagge e pesci tropicali il posto ideale per praticare gli sport marini.
Info utili: il Jordan pass (75 dinari giordani) si acquista anche online con un soggiorno minimo di tre pernottamenti ed include il visto (40 dinari) sconti e ingressi a 40 siti turistici. (www.jordanpass.jo)
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